Associazioni
La mostra "Da un capo all'altro" è un viaggio pieno di scoperte
Tra armadi, comodini e vestiti blu. E con dodici guide speciali
Gravina - venerdì 28 settembre 2018
10.20
"Da Un Capo All'Altro – Ovvero Nuovo Atlante Mobile di Abitografia Umana" è una mostra interattiva, allestita in modo permanente presso le Officine Culturali Centro Peppino Impastato di Gravina. Inaugurata il 19 Settembre scorso, è visitabile fino al 10 Ottobre, dal lunedi al sabato dalle ore 9 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 20. Ideata e prodotta dall'Associazione "La luna al guinzaglio" di Potenza, è organizzata per Gravina dalla Cooperativa Questa Città, con il sostegno del Molino Andriani.
Il visitatore è invitato ad attraversare con i suoi sensi la "geografia" del vestito, osservandolo, infilando la mano in una tasca oppure aprendo una zip, sbottonando una giacca, guardando in un cappuccio. Per il tramite di queste azioni così familiari, quotidiane, quasi banali poiché acquisite dalla nostra "abitudine" culturale, i singoli capi si attivano: attraverso luci, suoni, venti, illusioni ottiche, i capi raccontano il fascino, la paura, la voglia, lo stupore del viaggio, le emozioni e le sensazioni che tutti i corpi in transito hanno provato almeno una volta nella vita.
Si gioca ad attraversare arcipelaghi fatti di comodini, cassettiere ed armadi che custodiscono più di 300 abiti donati dalla comunità, tutti rigorosamente di colore blu a voler richiamare il colore del Mar Mediterraneo e del cielo.
Gli arcipelaghi (mobili da attraversare) sono 4 ed ognuno è dedicato ad una fase del viaggio: da lontano; corpo a corpo con i luoghi; la risacca del ricordo; la comprensione. Via via gli armadi diventano sempre più grandi, per enfatizzare quel senso di crescita interiore e bagaglio accumulato durante il percorso. Per poter passare da un arcipelago all'altro bisogna timbrare una carta di viaggio, ascoltare storie vere o di fantasia, aprire ante e cassetti e, leggendo le etichette che li accompagnano, interagire con gli abiti in essi custoditi, per vivere stupori, piccole meraviglie e accedere a micro mondo poetici che raccontano la bellezza dell'Altro e dell'Altrove. Nell'ultimo arcipelago della comprensione, non a caso, c'è un specchio e un vestito a scelta da indossare per mettersi davvero nei panni dell'altro con il suo abito, le sue emozioni.
Ad accompagnare il visitatore in questo viaggio delle guide speciali, 12 pazienti scelti della Cooperativa Questa Città: preparati e motivati, ognuno con un ruolo e molto coinvolti in un gioco che li vede protagonisti. Una doppia azione che mira sia ad annientare lo stigma sociale che ruota da sempre intorno alle patologie psichiatriche che a favorire un percorso riabilitativo pratico e non più solo teorico.
La mostra "Da un Capo all'Altro", il cui nome apre a mille e valevoli significati (da una parte all'altra del mondo, da un vestito a un altro, da una testa a un'altra), è l'esito di un percorso che, partendo dai grandi temi del dossier di candidatura Matera 2019, ha voluto esplorare argomenti universali come il viaggio, ma anche difficili come quelli dell'immigrazione e delle malattie psichiatriche con grande delicatezza.
In una fase della storia così piena di paure e di solitudini, questa mostra si pone quindi dalla parte dell'incontro e della fiducia: un incontro a volte difficile da veicolare poiché proposto o sostenuto da strumenti didattici che creano distanza.
E' un viaggio ma anche un gioco in un armadio ideale, dove abitano i sogni di un mondo in cui tutti riescono a mettersi nei panni degli altri, soprattutto di chi ci fa paura, di chi teniamo a distanza, del diverso. Sta a noi aprirci e partire!
E' un evento aperto al pubblico, è richiesto un contributo volontario.
di Angela Mazzotta
Il visitatore è invitato ad attraversare con i suoi sensi la "geografia" del vestito, osservandolo, infilando la mano in una tasca oppure aprendo una zip, sbottonando una giacca, guardando in un cappuccio. Per il tramite di queste azioni così familiari, quotidiane, quasi banali poiché acquisite dalla nostra "abitudine" culturale, i singoli capi si attivano: attraverso luci, suoni, venti, illusioni ottiche, i capi raccontano il fascino, la paura, la voglia, lo stupore del viaggio, le emozioni e le sensazioni che tutti i corpi in transito hanno provato almeno una volta nella vita.
Si gioca ad attraversare arcipelaghi fatti di comodini, cassettiere ed armadi che custodiscono più di 300 abiti donati dalla comunità, tutti rigorosamente di colore blu a voler richiamare il colore del Mar Mediterraneo e del cielo.
Gli arcipelaghi (mobili da attraversare) sono 4 ed ognuno è dedicato ad una fase del viaggio: da lontano; corpo a corpo con i luoghi; la risacca del ricordo; la comprensione. Via via gli armadi diventano sempre più grandi, per enfatizzare quel senso di crescita interiore e bagaglio accumulato durante il percorso. Per poter passare da un arcipelago all'altro bisogna timbrare una carta di viaggio, ascoltare storie vere o di fantasia, aprire ante e cassetti e, leggendo le etichette che li accompagnano, interagire con gli abiti in essi custoditi, per vivere stupori, piccole meraviglie e accedere a micro mondo poetici che raccontano la bellezza dell'Altro e dell'Altrove. Nell'ultimo arcipelago della comprensione, non a caso, c'è un specchio e un vestito a scelta da indossare per mettersi davvero nei panni dell'altro con il suo abito, le sue emozioni.
Ad accompagnare il visitatore in questo viaggio delle guide speciali, 12 pazienti scelti della Cooperativa Questa Città: preparati e motivati, ognuno con un ruolo e molto coinvolti in un gioco che li vede protagonisti. Una doppia azione che mira sia ad annientare lo stigma sociale che ruota da sempre intorno alle patologie psichiatriche che a favorire un percorso riabilitativo pratico e non più solo teorico.
La mostra "Da un Capo all'Altro", il cui nome apre a mille e valevoli significati (da una parte all'altra del mondo, da un vestito a un altro, da una testa a un'altra), è l'esito di un percorso che, partendo dai grandi temi del dossier di candidatura Matera 2019, ha voluto esplorare argomenti universali come il viaggio, ma anche difficili come quelli dell'immigrazione e delle malattie psichiatriche con grande delicatezza.
In una fase della storia così piena di paure e di solitudini, questa mostra si pone quindi dalla parte dell'incontro e della fiducia: un incontro a volte difficile da veicolare poiché proposto o sostenuto da strumenti didattici che creano distanza.
E' un viaggio ma anche un gioco in un armadio ideale, dove abitano i sogni di un mondo in cui tutti riescono a mettersi nei panni degli altri, soprattutto di chi ci fa paura, di chi teniamo a distanza, del diverso. Sta a noi aprirci e partire!
E' un evento aperto al pubblico, è richiesto un contributo volontario.
di Angela Mazzotta