Eventi
La Puglia più glamour di un secolo fa
Una mostra di abiti a Gravina ripropone uno spaccato della società
Gravina - lunedì 9 agosto 2021
17.40
Arte, costume, storia. Un interessante appuntamento culturale è in corso in questi giorni a Gravina: in continuità con la mostra del 2020 al castello normanno-svevo di Bari, Mario Burdi, presidente della Fondazione Santomasi Pomarici, ha presentato Glamour, costume e società in Puglia dall'Ottocento al Novecento. Storia del costume e della moda nelle terre di Puglia, un'articolata e ricca rassegna di abiti storici allestita nella splendida cornice dell'ex monastero di Santa Sofia.
Alla serata inaugurale sono intervenute l'assessora alla cultura del comune di Gravina, Claudia Stimola e per l'amministrazione di Mola di Bari l'assessora Graziana Loiotine. La restauratrice Maria Stragapede, in qualità di curatrice dell'evento, ha illustrato le difficoltà affrontate in piena emergenza pandemica nel lavoro ricognitivo e conservativo svolto dalla Tiraz Conservazione Restauro, laboratorio artistico da tempo impegnato in questo genere di mostre. Per la Sovrintendenza Archeologica alle Belle arti e Paesaggio della città metropolitana di Bari è intervenuta, Maria Piccarreta, con le funzionarie restauratrici Simona Cicala e Maria Cristina Tiberini.
La mostra, che sarà aperta sino al 17 ottobre, mette in scena manufatti, abiti storici ed accessori della Fondazione Santomasi Pomarici e di alcune delle famiglie più illustri di Puglia: D'Ecclesis, Jatta, Guastamacchia-Schettini, Spada, Motolese, Amati, Bucci-Frisari, Stragapede. Alla realizzazione dell'evento hanno collaborato anche la Fondazioni A. Marietta Rossi di Canosa e le associazioni culturali Antiche Ville di Mola di Bari e Centro Studi Maria e Francesca Marangelli di Conversano e il Museo Diocesano di Bisceglie. Da segnalare, infine, la presenza dei costumi donati alla fondazione gravinese dalla maestra Pasqualina Donadio, discendente della antica casata bitontina dei Donadio-Traversa-Buquicchio.
Ed è su quest'ultimo contributo che vogliamo soffermarci. Pasqualina è la figlia più piccola del dott. Giuseppe Donadio di Bitonto (1891-1965 Bitonto) e di Luisa Traversa (1892-1986). Educata al bello e alla conservazione dei beni di famiglia, ha raccolto dopo la morte della madre diversi abiti antichi e molti accessori – per un totale di 67 pezzi – donati alla Fondazione Pomarici Santomasi di Gravina. La famiglia Donadio, antico casato citato negli ordinamenti sociali riportati dagli Angioini del ramo pugliese e campano, vanta il primo vescovo della famiglia nel 1254, a San Paolo di Civitate in provincia di Foggia. Nel ramo pugliese-bitontino più vicino ai nostri tempi i Donadio si sono imposti tra le personalità del diritto, della scienza medica e della scienza degli speziali.
Nel ramo Donadio-Buquicchio si segnalarono Mattia Donadio (1877-1947), che si distinse come notaio, docente universitario a Roma, collaboratore di riviste giuridiche, letterarie ed artistiche prestigiose dell'epoca; Vincenzo (1884-1944), laureato in farmacia, nel 1912 fondatore dell'Ordine pugliese dei farmacisti; il fratello minore, Giuseppe, che si laureò a Napoli e si specializzò in anatomia chirurgica, ortopedia e tisiologia. Proprio mentre era assistente in chirurgia all'ospedale Cardarelli di Napoli, pubblicò il volume "Sui Tumori della cute a cellule basali di Krompecher ed a decorso relativamente benigno", nel 1922.
di Lucia Schiavone
Alla serata inaugurale sono intervenute l'assessora alla cultura del comune di Gravina, Claudia Stimola e per l'amministrazione di Mola di Bari l'assessora Graziana Loiotine. La restauratrice Maria Stragapede, in qualità di curatrice dell'evento, ha illustrato le difficoltà affrontate in piena emergenza pandemica nel lavoro ricognitivo e conservativo svolto dalla Tiraz Conservazione Restauro, laboratorio artistico da tempo impegnato in questo genere di mostre. Per la Sovrintendenza Archeologica alle Belle arti e Paesaggio della città metropolitana di Bari è intervenuta, Maria Piccarreta, con le funzionarie restauratrici Simona Cicala e Maria Cristina Tiberini.
La mostra, che sarà aperta sino al 17 ottobre, mette in scena manufatti, abiti storici ed accessori della Fondazione Santomasi Pomarici e di alcune delle famiglie più illustri di Puglia: D'Ecclesis, Jatta, Guastamacchia-Schettini, Spada, Motolese, Amati, Bucci-Frisari, Stragapede. Alla realizzazione dell'evento hanno collaborato anche la Fondazioni A. Marietta Rossi di Canosa e le associazioni culturali Antiche Ville di Mola di Bari e Centro Studi Maria e Francesca Marangelli di Conversano e il Museo Diocesano di Bisceglie. Da segnalare, infine, la presenza dei costumi donati alla fondazione gravinese dalla maestra Pasqualina Donadio, discendente della antica casata bitontina dei Donadio-Traversa-Buquicchio.
Ed è su quest'ultimo contributo che vogliamo soffermarci. Pasqualina è la figlia più piccola del dott. Giuseppe Donadio di Bitonto (1891-1965 Bitonto) e di Luisa Traversa (1892-1986). Educata al bello e alla conservazione dei beni di famiglia, ha raccolto dopo la morte della madre diversi abiti antichi e molti accessori – per un totale di 67 pezzi – donati alla Fondazione Pomarici Santomasi di Gravina. La famiglia Donadio, antico casato citato negli ordinamenti sociali riportati dagli Angioini del ramo pugliese e campano, vanta il primo vescovo della famiglia nel 1254, a San Paolo di Civitate in provincia di Foggia. Nel ramo pugliese-bitontino più vicino ai nostri tempi i Donadio si sono imposti tra le personalità del diritto, della scienza medica e della scienza degli speziali.
Nel ramo Donadio-Buquicchio si segnalarono Mattia Donadio (1877-1947), che si distinse come notaio, docente universitario a Roma, collaboratore di riviste giuridiche, letterarie ed artistiche prestigiose dell'epoca; Vincenzo (1884-1944), laureato in farmacia, nel 1912 fondatore dell'Ordine pugliese dei farmacisti; il fratello minore, Giuseppe, che si laureò a Napoli e si specializzò in anatomia chirurgica, ortopedia e tisiologia. Proprio mentre era assistente in chirurgia all'ospedale Cardarelli di Napoli, pubblicò il volume "Sui Tumori della cute a cellule basali di Krompecher ed a decorso relativamente benigno", nel 1922.
di Lucia Schiavone