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Territorio

La Regione dice sì al parco eolico tra Gravina e Poggiorsini

Ridimensionato il progetto iniziale, restano le perplessità dell’Ente Parco

Si farà. Certo, sarà meno vistoso ed ingombrante rispetto alle intenzioni progettuali originarie, ma vinte diffidenze e resistenze, di enti locali come di cittadini e movimenti, vedrà presto la luce. Anzi, il vento.

È il parco eolico che sorgerà nelle campagne tra Gravina e Poggiorsini con le sue 24 pale giganti che, stando all'indice di ventosità allegato alla progettazione, gireranno per almeno 1.600 ore l'anno, producendo un quantitativo energetico stimato in 72 megawatt. La società proponente, con sede legale inizialmente fissata in Abruzzo, quindi trasferita a Gravina, ha infatti ottenuto dalla Regione Puglia l'autorizzazione alla costruzione ed all'esercizio di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica costituito da 24 aerogeneratori, di cui 21 in agro gravinese e 3 in territorio di Poggiorsini, oltre che alla costruzione di una sottostazione elettrica in località "Stazione Pellicciari" (sempre a Gravina) e di una line elettrica interrata per il collegamento dell'impianto con le cabine di raccolta e di trasformazione.

La nascitura centrale, che non ricade nei confini del parco dell'alta Murgia o di aree protette, taglia dunque il traguardo dopo una vistosa cura dimagrante, imposta dalle prescrizioni dettate, negli anni passati, dai Municipi interessati e dalla stessa Regione: in prima battuta, infatti, il progetto presentato contemplava l'occupazione di una superficie di oltre 28.000 metri quadrati, di 13.000 metri quadrati di nuove strade da realizzare, di 56 pale (ciascuna del diametro di 90 metri) da installare. Poi, però, le interferenze con la presenza di boschi ripariali e ambienti umidi o di pseeudo steppa e macchia mediterranea, alcuni dei quali prediletti dal falco grillaio, hanno indotto il cambiamento di rotta che ha portato quasi al dimezzamento delle aree da occupare ed all'esclusione, dai siti candidati ad ospitare gli aerogeneratori appulo-abruzzesi, di quelli prossimi al bosco di Difesa Grande, ai corridoi ecologici dei torrenti Basentello e Petecchia, al lago Serra di Corvo.

Un ridimensionamento accettato volontariamente anche dalla società proponente e contrastato fino all'ultimo solo dall'Ente Parco: mentre in fatti il Comune di Gravina il 19 gennaio 2010 chiedeva termini per poter esaminare la nuova situazione determinatasi, non producendo tuttavia alcuna documentazione o richiesta ulteriore e facendo così maturare i termini utili a considerare acquisito il parere favorevole di marca municipale, ancora lo scorso maggio, e poi da ultimo a giugno, il Parco dell'alta Murgia chiedeva alla Regione, prima al Servizio Ecologia e poi all'Area ambiente, di "voler procedere ad una valutazione degli impatti e dell'incidenza dell'impianto congiuntamente ad altri impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili in corso di realizzazione nella medesima area e in aree contigue, essendo possibile il determinarsi di una sommatoria di impatti di cui allo stato attuale si ignora l'entità". Risposte? Nessuna. Solo il silenzio per legge equivalente all'assenso idoneo a portare, infine, al rilascio dell'autorizzazione unica.

I lavori dovranno iniziare entro il marzo 2012, per concludersi nell'arco dei successivi trenta mesi. Poi, nei cieli di Gravina, oseranno non più solo i falchi grillai, ma anche le pale eoliche.
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