Eventi
La superba fabbrica di Federico
In una mostra il castello Svevo tra presente e passato.
Gravina - sabato 8 novembre 2014
16.27
I rossi guantoni di Federico II, fedelmente riprodotti, tengono racchiuso il modello in scala di quello che, secondo gli studi, fu il maniero gravinese. Alle sue spalle la riproduzione di ciò che ne resta oggi, sovrastata dall'imponente corona del Sacro Romano Impero.
"La superba fabbrica di Federico" è il titolo dell'esposizione allestita presso la sede dell'Archeoclub Gravina, nata grazie alla collaborazione tra Archeoclub, Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi", Centro Studi Nundinae, Consorzio Vie Sacre EVO e Comune di Gravina. Una vera e propria fabbrica fu infatti quella di Federico, che in pochissimo tempo fece edificare nel suo impero numerose dimore e chiese palatine.
Il perché di queste ricostruzioni, realizzate minuziosamente in pietra locale da Massimo Loglisci, viene chiaramente descritto dal presidente dell'Archeoclub Gravina, Innocente Cataldi: "Il nostro intento è quello di far conoscere alla città questo nostro bene, per far sì che lo si rispetti e lo si protegga".
Appese alle pareti, foto che ritraggono la riproduzione 3D di quello che probabilmente era il castello Svevo, studi realizzati da Pietro Masciandaro. In fondo alla sala, gli abiti e gli scarponi di Federico.
Presente al'inaugurazione della mostra il sindaco Alesio Valente: "Anche se è un momento difficile per la vita amministrativa di questa città ho voluto esserci", e aggiunge, "lunedì firmerò il disciplinare con la Regione per il concorso di idee che mette a disposizione 50 mila euro per la riprogettazione e la fruizione del castello in pianta stabile. La concomitanza tra la firma del disciplinare e la mostra è assolutamente positiva". A prendere la parola è poi il presidente del Centro Nundinae, Raffaele Ceci: "Gravina era una città opulenta, poi pian piano c'è stato il depauperamento dell'ambiente e il deperimento culturale. La nostra città deve risorgere prima culturalmente, per poi risorgere economicamente".
La curatrice scenica della mostra, Raffaella Lorusso, assicura: "Questo progetto andrà molto oltre". Fra un mese si svolgerà a Bari l'evento di Vie Sacre, di cui la stessa Raffaella Lorusso è direttore artistico per lo spaccato rievocativo Vie Sacre Evo. "L'intera vetrina verrà portata a Bari come promozione del territorio e dell'innesto che creano i contenitori vuoti, da ripristinare come bene tangibile e intangibile, con quella che è la rievocazione storica", e spiega, "quale miglior connubio quindi tra Archeoclub, Fondazione e rievocazione storica che a Gravina è esclusivamente Nundinae?". Un evento che si appresta quindi a diventare itinerante e che molto presto farà tappa anche a Jesi, presso la Fondazione Nazionale Federico II Hohenstaufen di Svevia, dove si terrà un importante convegno tecnico scientifico a cui prenderà parte lo stesso comitato scientifico del centro studi Nundinae.
La mostra intanto sarà fruibile a Gravina sino al 23 novembre, presso la sede Archeoclub in Via Matteotti.
"La superba fabbrica di Federico" è il titolo dell'esposizione allestita presso la sede dell'Archeoclub Gravina, nata grazie alla collaborazione tra Archeoclub, Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi", Centro Studi Nundinae, Consorzio Vie Sacre EVO e Comune di Gravina. Una vera e propria fabbrica fu infatti quella di Federico, che in pochissimo tempo fece edificare nel suo impero numerose dimore e chiese palatine.
Il perché di queste ricostruzioni, realizzate minuziosamente in pietra locale da Massimo Loglisci, viene chiaramente descritto dal presidente dell'Archeoclub Gravina, Innocente Cataldi: "Il nostro intento è quello di far conoscere alla città questo nostro bene, per far sì che lo si rispetti e lo si protegga".
Appese alle pareti, foto che ritraggono la riproduzione 3D di quello che probabilmente era il castello Svevo, studi realizzati da Pietro Masciandaro. In fondo alla sala, gli abiti e gli scarponi di Federico.
Presente al'inaugurazione della mostra il sindaco Alesio Valente: "Anche se è un momento difficile per la vita amministrativa di questa città ho voluto esserci", e aggiunge, "lunedì firmerò il disciplinare con la Regione per il concorso di idee che mette a disposizione 50 mila euro per la riprogettazione e la fruizione del castello in pianta stabile. La concomitanza tra la firma del disciplinare e la mostra è assolutamente positiva". A prendere la parola è poi il presidente del Centro Nundinae, Raffaele Ceci: "Gravina era una città opulenta, poi pian piano c'è stato il depauperamento dell'ambiente e il deperimento culturale. La nostra città deve risorgere prima culturalmente, per poi risorgere economicamente".
La curatrice scenica della mostra, Raffaella Lorusso, assicura: "Questo progetto andrà molto oltre". Fra un mese si svolgerà a Bari l'evento di Vie Sacre, di cui la stessa Raffaella Lorusso è direttore artistico per lo spaccato rievocativo Vie Sacre Evo. "L'intera vetrina verrà portata a Bari come promozione del territorio e dell'innesto che creano i contenitori vuoti, da ripristinare come bene tangibile e intangibile, con quella che è la rievocazione storica", e spiega, "quale miglior connubio quindi tra Archeoclub, Fondazione e rievocazione storica che a Gravina è esclusivamente Nundinae?". Un evento che si appresta quindi a diventare itinerante e che molto presto farà tappa anche a Jesi, presso la Fondazione Nazionale Federico II Hohenstaufen di Svevia, dove si terrà un importante convegno tecnico scientifico a cui prenderà parte lo stesso comitato scientifico del centro studi Nundinae.
La mostra intanto sarà fruibile a Gravina sino al 23 novembre, presso la sede Archeoclub in Via Matteotti.