Politica
Lafabiana, confessione choc: "Io minacciato di morte"
L'assessore alle politiche sociali si sfoga su facebook. "Mia moglie e mio figlio seguiti: denuncio tutto".
Gravina - venerdì 2 agosto 2013
17.30
Lo avrebbero offeso in pubblico e minacciato di morte. Soprattutto, lo avrebbero avvisato: "Conosciamo i movimenti di tua moglie e di tuo figlio".
Felice Lafabiana si sente in pericolo. E non mostra dubbi: le insidie che minerebbero la tranquillità sua e dei suoi familiari sarebbero riconducibili all'attività amministrativa. Lo dice lui stesso con un lungo post pubblicato sul suo profilo facebook. "Dopo un duro ed estenuante lavoro al servizio della nostra comunità, senza neppure avere il tempo di riposare la mente e il corpo e condividere almeno un pasto con la mia famiglia - scrive il titolare della delega alle politiche sociali - mi ritrovo al termine di una lunga e difficile giornata ad incontrare gente che lamenta il proprio disagio economico. Qualcuno, incurante del luogo in cui mi ritrovo, in compagnia di chicchessia, del ruolo che ricopro e della sensibilità che ogni essere umano possa riserbare nel proprio cuore, mi diffama, mi ingiuria e mi minaccia di morte, addirittura "consigliandomi" di prestare molta attenzione nell'attraversare la strada". Ma non è tutto. Perchè nel mirino ci sarebbero anche i congiunti più prossimi dell'assessore: "Qualcuno - sottolinea Lafabiana - mi ha persino avvertito di conoscere gli spostamenti di mia moglie e mio figlio". E la matrice di tutto potrebbe essere radicata proprio nell'attività amministrativa, visto che, si legge ancora, "qualcuno impone con tono minaccioso di essere agevolato in merito alla propria richiesta di contributo economico".
Ma Lafabiana non ci sta: "I veri poveri hanno qualcosa in più, loro! Una dignità, una sensibilità e l'educazione nel chiedere. Adesso basta. Prima di tutto la mia dignità: nessuno deve calpestarla in quanto uomo. Denuncerò l'accaduto all'autorità giudiziaria competente".
Attestati di stima e solidarietà sono giunti, sempre a mezzo facebook, da più parti. Tra gli altri, Gino Lorusso, vicesindaco, scrive: "Felice, condivido la denuncia alle autorità, basta". Non manca il sindaco Alesio Valente: "Ciao Felice, hai tutta la solidarietà e la mia stima. Continua a servire la comunità come hai sempre fatto. Ti abbraccio".
La storia è già finita sul tavolo delle forze dell'ordine: indagini in corso.
Felice Lafabiana si sente in pericolo. E non mostra dubbi: le insidie che minerebbero la tranquillità sua e dei suoi familiari sarebbero riconducibili all'attività amministrativa. Lo dice lui stesso con un lungo post pubblicato sul suo profilo facebook. "Dopo un duro ed estenuante lavoro al servizio della nostra comunità, senza neppure avere il tempo di riposare la mente e il corpo e condividere almeno un pasto con la mia famiglia - scrive il titolare della delega alle politiche sociali - mi ritrovo al termine di una lunga e difficile giornata ad incontrare gente che lamenta il proprio disagio economico. Qualcuno, incurante del luogo in cui mi ritrovo, in compagnia di chicchessia, del ruolo che ricopro e della sensibilità che ogni essere umano possa riserbare nel proprio cuore, mi diffama, mi ingiuria e mi minaccia di morte, addirittura "consigliandomi" di prestare molta attenzione nell'attraversare la strada". Ma non è tutto. Perchè nel mirino ci sarebbero anche i congiunti più prossimi dell'assessore: "Qualcuno - sottolinea Lafabiana - mi ha persino avvertito di conoscere gli spostamenti di mia moglie e mio figlio". E la matrice di tutto potrebbe essere radicata proprio nell'attività amministrativa, visto che, si legge ancora, "qualcuno impone con tono minaccioso di essere agevolato in merito alla propria richiesta di contributo economico".
Ma Lafabiana non ci sta: "I veri poveri hanno qualcosa in più, loro! Una dignità, una sensibilità e l'educazione nel chiedere. Adesso basta. Prima di tutto la mia dignità: nessuno deve calpestarla in quanto uomo. Denuncerò l'accaduto all'autorità giudiziaria competente".
Attestati di stima e solidarietà sono giunti, sempre a mezzo facebook, da più parti. Tra gli altri, Gino Lorusso, vicesindaco, scrive: "Felice, condivido la denuncia alle autorità, basta". Non manca il sindaco Alesio Valente: "Ciao Felice, hai tutta la solidarietà e la mia stima. Continua a servire la comunità come hai sempre fatto. Ti abbraccio".
La storia è già finita sul tavolo delle forze dell'ordine: indagini in corso.