Territorio
Legge sul caporalato rischia di criminalizzare gli agricoltori
Nota di Stea all'assessore Di Gioia
Gravina - domenica 7 maggio 2017
"Monitorare attentamente quanto sta avvenendo e intervenire immediatamente in caso di eccessi e storture, affinchè la nuova legge - già in vigore - contro il caporalato, da sacrosanto provvedimento di lotta allo sfruttamento, se non applicata con buon senso e profonda conoscenza delle nostre realtà rurali non si trasformi come del resto sta avvenendo - nella criminalizzazione di un'intera categoria che di colpo diventa mafia, gettando così letteralmente sul lastrico migliaia di imprese sane e piegando ulteriormente un settore, qual è quello agricolo, trainante dell'economia del Sud Italia".
E' quanto in una nota sottolinea il consigliere della Regione Puglia (Gruppo Ap), Gianni Stea annunciando un'interrogazione all'assessore all'Agricoltura Di Gioia, per conoscere quali provvedimenti si intendano adottare a livello locale affinchè il ministro dell'Agricoltura, Martina intervenga per "una rivisitazione di una legge creata sull'onda dell'emotività e che non rispecchia, anzi ignora dolosamente la realtà agricola italiana e, in particolar modo pugliese".
Stea denuncia una situazione di paralisi che riguarda "la campagna di raccolta e compravendita di ciliegie e albicocche e che presto, se nulla cambierà, riguarderà anche l'uva. Questa legge deve essere cambiata e adeguata - pur nella lotta senza confine alla schiavitù dei campi - a quanto quotidianamente avviene in aziende agricole che hanno una storia decennale di trasparenza e di rispetto dei diritti dei lavoratori eche adesso rischiano di essere fermate, con disastrose conseguenze, da norme che mancano del tutto di buonsenso e che, anche nel pieno rispetto dei sacrosanti diritti dei lavoratori, risultano difficilmente applicabili alle nostre realtà agricole".
E' quanto in una nota sottolinea il consigliere della Regione Puglia (Gruppo Ap), Gianni Stea annunciando un'interrogazione all'assessore all'Agricoltura Di Gioia, per conoscere quali provvedimenti si intendano adottare a livello locale affinchè il ministro dell'Agricoltura, Martina intervenga per "una rivisitazione di una legge creata sull'onda dell'emotività e che non rispecchia, anzi ignora dolosamente la realtà agricola italiana e, in particolar modo pugliese".
Stea denuncia una situazione di paralisi che riguarda "la campagna di raccolta e compravendita di ciliegie e albicocche e che presto, se nulla cambierà, riguarderà anche l'uva. Questa legge deve essere cambiata e adeguata - pur nella lotta senza confine alla schiavitù dei campi - a quanto quotidianamente avviene in aziende agricole che hanno una storia decennale di trasparenza e di rispetto dei diritti dei lavoratori eche adesso rischiano di essere fermate, con disastrose conseguenze, da norme che mancano del tutto di buonsenso e che, anche nel pieno rispetto dei sacrosanti diritti dei lavoratori, risultano difficilmente applicabili alle nostre realtà agricole".