La città
“Lettere e Pacchi”: come i pazienti psichiatrici restano in contatto con il mondo
Il progetto della Cooperativa Questa Città in collaborazione con La Luna al guinzaglio
Gravina - venerdì 5 febbraio 2021
11.00
È tremendamente difficile rimanere in contatto con il mondo esterno quando si vive una solitudine dagli altri e da stessi. Con la pandemia è stato facile scoprire quanto sia strana la mancanza di contatto fisico con gli altri, lo scambio di emozioni attraverso uno sguardo senza un abbraccio. Uno stato di isolamento che molti, però, vivono perennemente.
In tema di integrazione sociale, rilevante è il progetto della "Cooperativa sociale Questa Città" per i pazienti/ospiti con problemi psichiatrici. In collaborazione con l'associazione culturale "La Luna al Guinzaglio" di Potenza, e dopo il successo di diverse mostre interattive, "Lettere e pacchi" nasce con l'esigenza di mantenere una continuità nel contatto con gli altri anche a distanza.
L'invio da parte dell'associazione lucana di lettere, pacchetti, immagini ai circa 20 utenti e 5 operatori del Progetto CRAP e della Comunità Alloggio con la richiesta di svolgere un lavoro e l'impegno di seguire le linee guida fornite con incontri cadenzati. Il pacco è sempre lo stesso e fa da spola tra mittente e destinatario, ha la valenza simbolica del riutilizzo del materiale di scarto, un riciclo che genera vita. Il pacco malconcio ma con un'anima, come il paziente psichiatrico, che viene sistemato e continua al meglio il suo viaggio di vita. Ogni volta si aggiunge un tassello al racconto, fino a realizzare un'opera d'arte.
Un racconto composto da cinque step: cinque invii e altrettanti incontri online sul tema della "pelle" che ci avvolge e ci accoglie come le nostre case e i nostri vestiti. È presa in prestito la poetica dell'artista viennese Hundertwasser, definito "il pittore delle cinque pelli", che ha dipinto la vita e le relazioni umane come centri concentrici, a partire dalla nostra pelle fino alla pelle del nostro pianeta. In un momento in cui le distanze impediscono a queste pelli di mettersi in relazione, l'intento è trovare un modo per continuare a farle dialogare e sforzarsi di vederne la bellezza.
Inizialmente il progetto era intitolato "Porte e Finestre" e prevedeva una mostra sui balconi della città con i doni della gente ospitante, per ovvie ragioni è stato rivisto mantenendo immutata la centralità della continuità nelle relazioni sociali. Ricevere un pacco, un regalo da qualcuno fa emergere l'importanza dell'attesa e la conseguente sorpresa; in seguito impegnarsi a svolgere un compito e inviare il proprio lavoro immaginando la reazione del destinatario.
L'emergenza sanitaria e i decreti per la salute hanno costretto al distanziamento tra le persone ma hanno portato operatori e utenti in un territorio comune, la sospensione del tempo. In questa strana dimensione in cui siamo tutti immersi, ciò che può risultare spaesante e frustrante fa sentire molti degli utenti con disabilità psichiatrica a loro agio perché abituati a vivere la chiusura. Il mondo che si ferma, si sospende nel lockdown; ma molti pazienti erano già in un mondo di lockdown molto prima dell'emergenza Covid-19.
La Cooperativa Questa Città non si è mai fermata con l'assistenza, seppur con alcune limitazioni ha proseguito il lavoro garantendo continuità con diverse attività in struttura come il laboratorio di espressione emotiva, le lezioni di musica, l'educazione motoria, il laboratorio artigianale "La Putè" e quello di bricolage. Si assiste, come ci segnalano gli operatori sociosanitari della struttura, a un aumento negli ultimi anni di patologie psichiatriche tra i giovanissimi, molti disturbi d'ansia e di personalità.
Una realtà, aggravata dal virus, da tenere in seria considerazione e in cui troppo spesso il mondo virtuale prende il sopravvento sulla vita sociale.
In tema di integrazione sociale, rilevante è il progetto della "Cooperativa sociale Questa Città" per i pazienti/ospiti con problemi psichiatrici. In collaborazione con l'associazione culturale "La Luna al Guinzaglio" di Potenza, e dopo il successo di diverse mostre interattive, "Lettere e pacchi" nasce con l'esigenza di mantenere una continuità nel contatto con gli altri anche a distanza.
L'invio da parte dell'associazione lucana di lettere, pacchetti, immagini ai circa 20 utenti e 5 operatori del Progetto CRAP e della Comunità Alloggio con la richiesta di svolgere un lavoro e l'impegno di seguire le linee guida fornite con incontri cadenzati. Il pacco è sempre lo stesso e fa da spola tra mittente e destinatario, ha la valenza simbolica del riutilizzo del materiale di scarto, un riciclo che genera vita. Il pacco malconcio ma con un'anima, come il paziente psichiatrico, che viene sistemato e continua al meglio il suo viaggio di vita. Ogni volta si aggiunge un tassello al racconto, fino a realizzare un'opera d'arte.
Un racconto composto da cinque step: cinque invii e altrettanti incontri online sul tema della "pelle" che ci avvolge e ci accoglie come le nostre case e i nostri vestiti. È presa in prestito la poetica dell'artista viennese Hundertwasser, definito "il pittore delle cinque pelli", che ha dipinto la vita e le relazioni umane come centri concentrici, a partire dalla nostra pelle fino alla pelle del nostro pianeta. In un momento in cui le distanze impediscono a queste pelli di mettersi in relazione, l'intento è trovare un modo per continuare a farle dialogare e sforzarsi di vederne la bellezza.
Inizialmente il progetto era intitolato "Porte e Finestre" e prevedeva una mostra sui balconi della città con i doni della gente ospitante, per ovvie ragioni è stato rivisto mantenendo immutata la centralità della continuità nelle relazioni sociali. Ricevere un pacco, un regalo da qualcuno fa emergere l'importanza dell'attesa e la conseguente sorpresa; in seguito impegnarsi a svolgere un compito e inviare il proprio lavoro immaginando la reazione del destinatario.
L'emergenza sanitaria e i decreti per la salute hanno costretto al distanziamento tra le persone ma hanno portato operatori e utenti in un territorio comune, la sospensione del tempo. In questa strana dimensione in cui siamo tutti immersi, ciò che può risultare spaesante e frustrante fa sentire molti degli utenti con disabilità psichiatrica a loro agio perché abituati a vivere la chiusura. Il mondo che si ferma, si sospende nel lockdown; ma molti pazienti erano già in un mondo di lockdown molto prima dell'emergenza Covid-19.
La Cooperativa Questa Città non si è mai fermata con l'assistenza, seppur con alcune limitazioni ha proseguito il lavoro garantendo continuità con diverse attività in struttura come il laboratorio di espressione emotiva, le lezioni di musica, l'educazione motoria, il laboratorio artigianale "La Putè" e quello di bricolage. Si assiste, come ci segnalano gli operatori sociosanitari della struttura, a un aumento negli ultimi anni di patologie psichiatriche tra i giovanissimi, molti disturbi d'ansia e di personalità.
Una realtà, aggravata dal virus, da tenere in seria considerazione e in cui troppo spesso il mondo virtuale prende il sopravvento sulla vita sociale.