Territorio
ll Parco Alta Murgia si distingue per tutela api
Il 10 giugno una giornata scientifica dedicata agli impollinatori: il bioblitz rivolto ai cittadini e un workshop per gli apicoltori
Gravina - domenica 21 maggio 2023
Comunicato Stampa
Oggi 20 maggio tutto il mondo celebra la "Giornata delle Api" per sensibilizzare le comunità sul prezioso ruolo svolto da questi insetti, indispensabili per il benessere e la sopravvivenza di numerosi ecosistemi. Una ricorrenza istituita nel 2017 dalle Nazioni Unite per sollecitare a livello globale la salvaguardia delle api dal rischio di estinzione, che insieme agli altri impollinatori contribuiscono alla riproduzione di molte specie vegetali.
La diminuzione degli insetti impollinatori, purtroppo, affligge l'intero Pianeta. In Europa, secondo la European Red Lists of Bees, delle 2.000 specie presenti l'8% è in declino e il 9% a rischio estinzione. In Italia, delle 151 specie di api native valutate nella lista, 5 sono considerate potenzialmente estinte, 10 sono in pericolo, 2 in pericolo critico, 4 sono vulnerabili e 13 risultano vicine a uno stato di minaccia. I dati sui Lepidotteri non sono dissimili. Secondo la European Red List of Butterfly, il 9% delle farfalle europee sono minacciate e la gran parte vive nell'Europa meridionale. In Italia le specie a rischio estinzione sono 18, il 6,3% di quelle valutate.
Il Parco dell'Alta Murgia si è distinto a livello nazionale per il contributo alla tutela di api e farfalle, come emerge nell'ultima Direttiva ministeriale 2022-2024, la "Direttiva agli enti parco nazionali e alle aree marine protette per l'indirizzo delle attività dirette alla conservazione della biodiversità". Nel documento, il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica raccomanda ai parchi l'utilizzo dell'AppBio-PoMS-ITALIA 1.0, un sistema innovativo per la raccolta omogenea di dati sugli insetti impollinatori, sviluppato dal Parco dell'Alta Murgia con il coordinamento scientifico di ISPRA. L'AppBio-PoMS-ITALIA 1.0 è la prima applicazione realizzata in Italia per integrare i dati provenienti dai vari parchi e raccolti dai tecnici, mettendoli a sistema in un unico database.
Come si legge nella Direttiva, «nel corso del 2021/2022 è stato sviluppato un progetto di sistema promosso dal Parco Nazionale dell'Alta Murgia […], nel corso del quale è stata sviluppata una app che permette di effettuare un campionamento in modo omogeneo degli individui avvistati Apoidei e Lepidotteri». Tra le azioni raccomandate ai parchi e contenute nel documento, si legge ancora, «è richiesto l'utilizzo dell'AppBio-PoMS-ITALIA 1.0 e i suoi sviluppi in relazione alle caratteristiche ambientali […], di proseguire le attività di monitoraggio su impollinatori […] e garantire l'omogeneità dei dati attraverso l'uso dell'AppBio-PoMS-ITALIA 1.0 e la loro accessibilità attraverso il Network Nazionale della Biodiversità». Da gennaio scorso la gestione della app è stata affidata al coordinamento di ISPRA che si occuperà di individuare la società informatica per fornire assistenza tecnica durante i monitoraggi, per la messa a punto dell'applicazione.
Nell'ambito delle azioni dettate dalla Direttiva, la menzione dell'AppBio-PoMS da parte del MASE che ne richiede l'utilizzo è un'ulteriore conferma della validità del lavoro svolto a tutela degli impollinatori, dopo il riconoscimento di "parco virtuoso" giunto lo scorso anno dall'allora MiTE, che vede il Parco dell'Alta Murgia tra i quattro più virtuosi d'Italia insieme al Parco dell'Arcipelago Toscano, al Parco del Cilento e al Parco del Gran Sasso e Monti della Laga.
«Uno strumento che mette a sistema i dati sugli impollinatori provenienti da tutti i parchi italiani è un fondamentale risultato – dichiara il presidente Francesco Tarantini – per aumentare la validità e l'attendibilità delle ricerche condotte in campo dai tecnici. Da anni il Parco dell'Alta Murgia è impegnato nella tutela di api e farfalle, come dimostrano i riconoscimenti giunti dal Ministero, in ultimo l'essere stati menzionati nella Direttiva 2022-2024 per lo sviluppo di un'app innovativa.»
Una giornata per conoscere e osservare da vicino gli insetti impollinatori. Al fine di raccogliere dati sensibilizzando i cittadini, il prossimo 10 giugno è in programma un nuovo bioblitz nel Parco dell'Alta Murgia, un'attività di citizen science per cercare e identificare il maggior numero possibile di insetti presenti, guidati dai ricercatori del progetto. L'attività si terrà su transetto in un'area in prossimità del centro visite Torre dei Guardiani (agro di Ruvo di Puglia); ai partecipanti sarà chiesto di caricare foto e osservazioni rilevate sulla piattaforma iNaturalist (https://www.inaturalist.org/), contribuendo attivamente alle azioni di ricerca. Nella stessa giornata un workshop sarà rivolto invece agli apicoltori del Parco, per illustrare loro le azioni del progetto e i risultati delle analisi eseguite sui campioni di miele. Indicazioni sullo svolgimento della giornata saranno diffuse nei prossimi giorni.
Le indagini di campo svolte nel Parco dell'Alta Murgia tra il 2021 e il 2022 hanno rilevato finora la presenza di ben 127 specie di apoidei (api e bombi) appartenenti a 23 generi, il 10,8% delle specie segnalate in Italia (dati 2021). Tra queste figurano 53 specie nuove per la Puglia sulla base della lista di Comba (2019), di cui 9 mai segnalate per le regioni meridionali italiane. La maggior parte appartengono ai generi Anthophora, Eucera, Halictus, Lasioglossum e Andrena (api solitarie che nidificano in siti di vario tipo come cavità scavate nel terreno), Nomada (comprendenti specie cleptoparassite che depongono le uova nei nidi di altre specie) e Bombus (generalmente di grandi dimensioni e con specie caratterizzate da vari gradi di socialità).
81, invece, le specie di Lepidotteri Ropaloceri (farfalle diurne) presenti nel Parco, di cui è in corso lo stato di valutazione per comprendere i rischi a cui le popolazioni stanno andando incontro. Tra queste, rientrano 2 specie di interesse comunitario come Melanargia arge e Zerynthia cassandra, altre 4 identificate come rare nella regione: Hyponephele lycaon, Satyrium w-album, Carcharodus baeticus e Brenthis hecate. Dal confronto dei dati ricavati nell'ambito del progetto (2020-2021) con quelli registrati in passato (a partire dal 1966) emerge che il Parco dell'Alta Murgia ha una lepidotterofauna ben studiata nel tempo, grazie anche alle numerose attività di divulgazione e citizen science che coinvolgono i cittadini. Il dato che affiora è il buon livello di conservazione delle popolazioni negli ultimi 50 anni, reso possibile soprattutto dalla presenza dell'area protetta che ha tutelato un territorio eterogeneo, con zone boscate che garantiscono nettare alternate alle aree steppiche ricche di farfalle.
La diminuzione degli insetti impollinatori, purtroppo, affligge l'intero Pianeta. In Europa, secondo la European Red Lists of Bees, delle 2.000 specie presenti l'8% è in declino e il 9% a rischio estinzione. In Italia, delle 151 specie di api native valutate nella lista, 5 sono considerate potenzialmente estinte, 10 sono in pericolo, 2 in pericolo critico, 4 sono vulnerabili e 13 risultano vicine a uno stato di minaccia. I dati sui Lepidotteri non sono dissimili. Secondo la European Red List of Butterfly, il 9% delle farfalle europee sono minacciate e la gran parte vive nell'Europa meridionale. In Italia le specie a rischio estinzione sono 18, il 6,3% di quelle valutate.
Il Parco dell'Alta Murgia si è distinto a livello nazionale per il contributo alla tutela di api e farfalle, come emerge nell'ultima Direttiva ministeriale 2022-2024, la "Direttiva agli enti parco nazionali e alle aree marine protette per l'indirizzo delle attività dirette alla conservazione della biodiversità". Nel documento, il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica raccomanda ai parchi l'utilizzo dell'AppBio-PoMS-ITALIA 1.0, un sistema innovativo per la raccolta omogenea di dati sugli insetti impollinatori, sviluppato dal Parco dell'Alta Murgia con il coordinamento scientifico di ISPRA. L'AppBio-PoMS-ITALIA 1.0 è la prima applicazione realizzata in Italia per integrare i dati provenienti dai vari parchi e raccolti dai tecnici, mettendoli a sistema in un unico database.
Come si legge nella Direttiva, «nel corso del 2021/2022 è stato sviluppato un progetto di sistema promosso dal Parco Nazionale dell'Alta Murgia […], nel corso del quale è stata sviluppata una app che permette di effettuare un campionamento in modo omogeneo degli individui avvistati Apoidei e Lepidotteri». Tra le azioni raccomandate ai parchi e contenute nel documento, si legge ancora, «è richiesto l'utilizzo dell'AppBio-PoMS-ITALIA 1.0 e i suoi sviluppi in relazione alle caratteristiche ambientali […], di proseguire le attività di monitoraggio su impollinatori […] e garantire l'omogeneità dei dati attraverso l'uso dell'AppBio-PoMS-ITALIA 1.0 e la loro accessibilità attraverso il Network Nazionale della Biodiversità». Da gennaio scorso la gestione della app è stata affidata al coordinamento di ISPRA che si occuperà di individuare la società informatica per fornire assistenza tecnica durante i monitoraggi, per la messa a punto dell'applicazione.
Nell'ambito delle azioni dettate dalla Direttiva, la menzione dell'AppBio-PoMS da parte del MASE che ne richiede l'utilizzo è un'ulteriore conferma della validità del lavoro svolto a tutela degli impollinatori, dopo il riconoscimento di "parco virtuoso" giunto lo scorso anno dall'allora MiTE, che vede il Parco dell'Alta Murgia tra i quattro più virtuosi d'Italia insieme al Parco dell'Arcipelago Toscano, al Parco del Cilento e al Parco del Gran Sasso e Monti della Laga.
«Uno strumento che mette a sistema i dati sugli impollinatori provenienti da tutti i parchi italiani è un fondamentale risultato – dichiara il presidente Francesco Tarantini – per aumentare la validità e l'attendibilità delle ricerche condotte in campo dai tecnici. Da anni il Parco dell'Alta Murgia è impegnato nella tutela di api e farfalle, come dimostrano i riconoscimenti giunti dal Ministero, in ultimo l'essere stati menzionati nella Direttiva 2022-2024 per lo sviluppo di un'app innovativa.»
Una giornata per conoscere e osservare da vicino gli insetti impollinatori. Al fine di raccogliere dati sensibilizzando i cittadini, il prossimo 10 giugno è in programma un nuovo bioblitz nel Parco dell'Alta Murgia, un'attività di citizen science per cercare e identificare il maggior numero possibile di insetti presenti, guidati dai ricercatori del progetto. L'attività si terrà su transetto in un'area in prossimità del centro visite Torre dei Guardiani (agro di Ruvo di Puglia); ai partecipanti sarà chiesto di caricare foto e osservazioni rilevate sulla piattaforma iNaturalist (https://www.inaturalist.org/), contribuendo attivamente alle azioni di ricerca. Nella stessa giornata un workshop sarà rivolto invece agli apicoltori del Parco, per illustrare loro le azioni del progetto e i risultati delle analisi eseguite sui campioni di miele. Indicazioni sullo svolgimento della giornata saranno diffuse nei prossimi giorni.
Le indagini di campo svolte nel Parco dell'Alta Murgia tra il 2021 e il 2022 hanno rilevato finora la presenza di ben 127 specie di apoidei (api e bombi) appartenenti a 23 generi, il 10,8% delle specie segnalate in Italia (dati 2021). Tra queste figurano 53 specie nuove per la Puglia sulla base della lista di Comba (2019), di cui 9 mai segnalate per le regioni meridionali italiane. La maggior parte appartengono ai generi Anthophora, Eucera, Halictus, Lasioglossum e Andrena (api solitarie che nidificano in siti di vario tipo come cavità scavate nel terreno), Nomada (comprendenti specie cleptoparassite che depongono le uova nei nidi di altre specie) e Bombus (generalmente di grandi dimensioni e con specie caratterizzate da vari gradi di socialità).
81, invece, le specie di Lepidotteri Ropaloceri (farfalle diurne) presenti nel Parco, di cui è in corso lo stato di valutazione per comprendere i rischi a cui le popolazioni stanno andando incontro. Tra queste, rientrano 2 specie di interesse comunitario come Melanargia arge e Zerynthia cassandra, altre 4 identificate come rare nella regione: Hyponephele lycaon, Satyrium w-album, Carcharodus baeticus e Brenthis hecate. Dal confronto dei dati ricavati nell'ambito del progetto (2020-2021) con quelli registrati in passato (a partire dal 1966) emerge che il Parco dell'Alta Murgia ha una lepidotterofauna ben studiata nel tempo, grazie anche alle numerose attività di divulgazione e citizen science che coinvolgono i cittadini. Il dato che affiora è il buon livello di conservazione delle popolazioni negli ultimi 50 anni, reso possibile soprattutto dalla presenza dell'area protetta che ha tutelato un territorio eterogeneo, con zone boscate che garantiscono nettare alternate alle aree steppiche ricche di farfalle.