Politica
Lovero: occasione persa per nuovo cda della Fondazione
Riflessioni del consigliere di Primavera Popolare
Gravina - martedì 19 ottobre 2021
16.00 Comunicato Stampa
Lettera aperta del consigliere comunale di Primavera Popolare Ignazio Lovero che commenta l'esito della votazione per eleggere il rappresentante della minoranza all'interno del consiglio di amministrazione della Fondazione Pomarici Santomasi. Lovero insieme ai consiglieri Michele Lorusso, Ezio Simone e Angelo Lapolla aveva proposto il nome dell'ex sovrintendente Angela Ciancio, ma a prevalere è stato il voto dei consiglieri Ketti Lorusso, Rosa Cataldi, Raffaella Colavito, Vincenzo Varrese e Giovanni De Pascale che hanno portato all'elezione dell'avvocato Renato Gonsalvo in seno al consiglio dell'ente morale gravinese.
Riportiamo di seguito, integralmente, le riflessioni del consigliere Lovero.
"Cara mia città, oggi abbiamo perso un'opportunità. L'occasione per la nostra comunità per un nuovo inizio nel segno della cultura. Lo sviluppo della città grazie alle competenze di chi poteva fare della nostra collina di Botromagno un parco archeologico di alto livello. La speranza di poter divenire la Città museo della Murgia.
E invece il sogno di una comunità che poteva essere rappresentata dal già Soprintende al polo museale della Puglia, come rappresentante nel cda della Fondazione Santomasi, è sfumato, svanito, distrutto. Non è bastato il nostro impegno politico, il nostro sforzo lontano da ogni personalismo Michele, Angelo, Ezio e...
I giochi della politica lo hanno spento. Gli equilibri e gli accordi tra "uomini d'onore" non ne hanno intravisto l'occasione per la comunità. L'arroganza di chi non crede nella condivisione, la presunzione di chi gioca sempre, continuando ad influenzare i "sentimenti collettivi" e l'incoscienza di chi si è concesso, hanno spezzato il sogno.
Ancora una volta ha prevalso la mediocrità di pensiero e ovviamente di azione, riducendo il tutto ad una guerra di silenzi e bugie, di strategie e vie di fuga, sempre e solo alla ricerca dell'ultimo voto, ignorando difatti, sempre l'invito alla riflessione, al dialogo, alla Politica. La politica del paese che negli ultimi anni è divenuta una torre di Babele ove chi la rappresenta la ridicolizza continuamente. La politica dei "picci" e dei capricci che non porterà mai ad essere persone migliori, a divenire politici affidabili, a trasformarsi in professionisti affermati. La politica delle menti distorte che pur di alimentare "la rapa" del proprio orticello, mortificano anche il ruolo delle donne, dentro e fuori le Istituzioni, chiamate ieri ad essere specchietto per le allodole, oggi ago della bilancia ma pur sempre e solo "menti poco pensanti che fanno numero".
Perchè le menti mediocri condannano abitualmente tutto ciò che è oltre la loro portata. E si condanna alla mediocrità il futuro del paese.
Il futuro di una collettività che non si può programmare con chi si improvvisa e segue il familismo amorale. Non si può pianificare con chi non riveste dignitosamente il proprio ruolo istituzionale.
Bisognerebbe restituire l'autorevolezza alla figura del politico, del consigliere comunale. Vi è la necessità, il bisogno di ritornare ad essere rappresentati con dignità e decoro da coloro che si candidano ad assumere ruoli e soprattutto decisioni che incidono sul futuro della Comunità. Oggi più che mai è necessario, se non indispensabile, tornare ad essere liberi nella città "tra greci ed indigeni", divenendo, ora come allora, il grande centro culturale ed economico dell'area peuceta, con buona pace di zio Rino".
Riportiamo di seguito, integralmente, le riflessioni del consigliere Lovero.
"Cara mia città, oggi abbiamo perso un'opportunità. L'occasione per la nostra comunità per un nuovo inizio nel segno della cultura. Lo sviluppo della città grazie alle competenze di chi poteva fare della nostra collina di Botromagno un parco archeologico di alto livello. La speranza di poter divenire la Città museo della Murgia.
E invece il sogno di una comunità che poteva essere rappresentata dal già Soprintende al polo museale della Puglia, come rappresentante nel cda della Fondazione Santomasi, è sfumato, svanito, distrutto. Non è bastato il nostro impegno politico, il nostro sforzo lontano da ogni personalismo Michele, Angelo, Ezio e...
I giochi della politica lo hanno spento. Gli equilibri e gli accordi tra "uomini d'onore" non ne hanno intravisto l'occasione per la comunità. L'arroganza di chi non crede nella condivisione, la presunzione di chi gioca sempre, continuando ad influenzare i "sentimenti collettivi" e l'incoscienza di chi si è concesso, hanno spezzato il sogno.
Ancora una volta ha prevalso la mediocrità di pensiero e ovviamente di azione, riducendo il tutto ad una guerra di silenzi e bugie, di strategie e vie di fuga, sempre e solo alla ricerca dell'ultimo voto, ignorando difatti, sempre l'invito alla riflessione, al dialogo, alla Politica. La politica del paese che negli ultimi anni è divenuta una torre di Babele ove chi la rappresenta la ridicolizza continuamente. La politica dei "picci" e dei capricci che non porterà mai ad essere persone migliori, a divenire politici affidabili, a trasformarsi in professionisti affermati. La politica delle menti distorte che pur di alimentare "la rapa" del proprio orticello, mortificano anche il ruolo delle donne, dentro e fuori le Istituzioni, chiamate ieri ad essere specchietto per le allodole, oggi ago della bilancia ma pur sempre e solo "menti poco pensanti che fanno numero".
Perchè le menti mediocri condannano abitualmente tutto ciò che è oltre la loro portata. E si condanna alla mediocrità il futuro del paese.
Il futuro di una collettività che non si può programmare con chi si improvvisa e segue il familismo amorale. Non si può pianificare con chi non riveste dignitosamente il proprio ruolo istituzionale.
Bisognerebbe restituire l'autorevolezza alla figura del politico, del consigliere comunale. Vi è la necessità, il bisogno di ritornare ad essere rappresentati con dignità e decoro da coloro che si candidano ad assumere ruoli e soprattutto decisioni che incidono sul futuro della Comunità. Oggi più che mai è necessario, se non indispensabile, tornare ad essere liberi nella città "tra greci ed indigeni", divenendo, ora come allora, il grande centro culturale ed economico dell'area peuceta, con buona pace di zio Rino".