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Convegni
luce e oscurità convegno
Un convegno dell’associazione corteo storico “Giovanni di Montfort”
Gravina - lunedì 7 aprile 2025
L'arrivo di aprile per la comunità gravinese rappresenta solo una cosa: la fiera di San Giorgio. E, come ogni anno da ormai trent'anni, l'arrivo della fiera è associato al corteo storico che sfila per le strade della città.
Ad occuparsi di questo importante evento, da sempre, l'associazione corteo storico "conte Giovanni di Montfort" si è fatta carico della realizzazione dei costumi e della scelta dei figuranti, coinvolgendo tutta la comunità e permettendo, grazie alla precisione e alla minuziosità del lavoro svolto, di far immedesimare chiunque nell'atmosfera di un tempo.
Quest'anno, il corteo storico di San Giorgio di Gravina ha visto una novità tematica di grande impatto: "Luce e oscurità: tra fede e magia". Oltre ai tradizionali personaggi che da sempre animano questa storica manifestazione, l'associazione corteo storico "Conte Giovanni di Montfort" ha scelto di esplorare il contrasto affascinante tra il sacro e il profano, un tema che ha radici profonde nella tradizione e nella mitologia.
L'approfondimento di questo tema è stato al centro di un convegno organizzato dalla stessa associazione, che si è svolto nella Sala Conferenze della Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Un evento che ha visto l'intervento di esperti e studiosi che hanno esplorato le radici storiche e culturali della magia nel mondo latino e nel folklore europeo. Il professor Moretti ha introdotto il tema con una riflessione sulla magia nel mondo antico, evidenziando tre archetipi femminili legati a questo universo: l'incantatrice, la Strix e la guaritrice. La figura dell'incantatrice, con riferimenti a personaggi come Circe e Cleopatra, e quella della Strix, la vecchia inquietante che incuteva timore e praticava sacrifici, sono emerse come simboli di un potere oscuro che ha sempre affascinato l'immaginario collettivo. Inoltre, l'archetipo della guaritrice, che si occupava di piante e natura, è stato esplorato come una figura che, pur appartenendo al mondo della magia, si connota di una certa benevolenza.
L'incontro ha preso una piega interessante con il discorso del professor Aulisa, che ha analizzato il rapporto tra uomo e natura, sottolineando come il potere della magia possa essere visto sotto diverse angolazioni a seconda della figura che lo racconta. La figura della maga, storicamente una semidivinità che adopera pozioni e incantesimi, è spesso associata al mondo degli inferi e delle trasformazioni. Riferimenti mitologici come Glauco e la pozione d'amore di Scilla sono stati utilizzati per illustrare come la magia si lega al concetto di metamorfosi. La figura di Medea, la strega per eccellenza, è stata discussa come simbolo di una magia che si lega anche alle popolazioni straniere, mentre il potere dello sguardo e la connessione con l'oscurità, come nel caso di Ecate, sono stati esaminati per capire come la magia si intreccia con il concetto di malevolenza.
Un altro punto saliente è stato il confronto tra magia ed eresia, con riferimenti al pensiero cristiano. Sant'Agostino e San Tommaso sono stati citati come esempi di come la Chiesa abbia visto la magia come una forma di empietà, perseguitando chi praticava tali arti. La figura della strega, spesso accusata di patti col diavolo, è stata al centro di un dibattito che ha avuto risvolti drammatici durante la caccia alle streghe in Europa, simbolizzata dalla storia del noce di Benevento e dalla leggenda della "masciara" di Gravina.
Le riflessioni storiche sono state arricchite dagli interventi delle autorità locali, come gli assessori Antonella Lorusso e Marienza Schinco, che hanno ribadito l'importanza del ritorno alla tradizione, con uno sguardo al turismo sostenibile e alla valorizzazione delle radici culturali. Il direttore della Banca Popolare di Puglia e Basilicata ha dato il via ai ringraziamenti istituzionali, ma è stato il profondo legame tra tradizione, magia e arte che ha catturato l'attenzione di tutti.
Il convegno ha visto anche l'intervento della professoressa Tripputi, che ha approfondito la figura della strega e della masciara, due archetipi che affondano le radici nella tradizione popolare. La docente ha esplorato come la magia sia stata storicamente vista come una manifestazione di potere, spesso associata a figure femminili, ma con sfumature diverse a seconda del contesto. La magia, ha sottolineato, è da sempre una parte integrante della storia dell'umanità, dove il canto, la voce e la bellezza si contrappongono alle immagini più oscure della strega, vecchia e inquietante. Il lavoro della professoressa Tripputi ha illuminato il legame tra la magia e la scienza, mettendo in evidenza come nel sud Italia le streghe e guaritrici usassero erbe, minerali e rimedi naturali per curare le persone.
Durante il convegno, Don Giacomo Lorusso ha preso la parola per narrare la realtà storica dell'Inquisizione e della "caccia alle streghe", offrendo nuovi dati e una prospettiva diversa su questi eventi. Utilizzando come fonti i testi presenti nella biblioteca Finya, di cui egli stesso è responsabile, Lorusso ha esaminato la visione storica che spesso associa l'Inquisizione alla persecuzione indiscriminata delle donne accusate di stregoneria. Con un approccio critico, ha offerto un'interpretazione più sfumata, sottolineando come molti dei processi siano stati influenzati da pregiudizi e ignoranza, rivelando l'intricata relazione tra fede, potere e superstizione.
Infine, uno dei momenti più affascinanti del convegno è stato il contributo della costumista Margherita Leone, che ha parlato del processo creativo che precede la realizzazione degli abiti per il corteo storico. La sua arte consiste nel trasformare concetti astratti in creazioni concrete, come abiti che non solo raccontano una storia, ma incarnano anche un significato profondo. Leone ha spiegato come la scelta dei materiali, dei colori e delle forme non sia mai casuale, ma sempre mirata a evocare emozioni e a rappresentare visivamente i temi del corteo. Ogni abito diventa così una forma di espressione artistica, che unisce il passato al presente, rendendo viva la tradizione e il folklore in modo tangibile e coinvolgente.
L'impegno e il lavoro dell'associazione "Giovanni di Montfort" sono la dimostrazione tangibile di come eventi di questo genere non sono solo una tradizione che celebra la storia, ma una testimonianza vivente di come il passato continui a influenzare il presente, attraverso simboli, racconti e creazioni che uniscono la comunità in un'esperienza collettiva unica.
Ad occuparsi di questo importante evento, da sempre, l'associazione corteo storico "conte Giovanni di Montfort" si è fatta carico della realizzazione dei costumi e della scelta dei figuranti, coinvolgendo tutta la comunità e permettendo, grazie alla precisione e alla minuziosità del lavoro svolto, di far immedesimare chiunque nell'atmosfera di un tempo.
Quest'anno, il corteo storico di San Giorgio di Gravina ha visto una novità tematica di grande impatto: "Luce e oscurità: tra fede e magia". Oltre ai tradizionali personaggi che da sempre animano questa storica manifestazione, l'associazione corteo storico "Conte Giovanni di Montfort" ha scelto di esplorare il contrasto affascinante tra il sacro e il profano, un tema che ha radici profonde nella tradizione e nella mitologia.
L'approfondimento di questo tema è stato al centro di un convegno organizzato dalla stessa associazione, che si è svolto nella Sala Conferenze della Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Un evento che ha visto l'intervento di esperti e studiosi che hanno esplorato le radici storiche e culturali della magia nel mondo latino e nel folklore europeo. Il professor Moretti ha introdotto il tema con una riflessione sulla magia nel mondo antico, evidenziando tre archetipi femminili legati a questo universo: l'incantatrice, la Strix e la guaritrice. La figura dell'incantatrice, con riferimenti a personaggi come Circe e Cleopatra, e quella della Strix, la vecchia inquietante che incuteva timore e praticava sacrifici, sono emerse come simboli di un potere oscuro che ha sempre affascinato l'immaginario collettivo. Inoltre, l'archetipo della guaritrice, che si occupava di piante e natura, è stato esplorato come una figura che, pur appartenendo al mondo della magia, si connota di una certa benevolenza.
L'incontro ha preso una piega interessante con il discorso del professor Aulisa, che ha analizzato il rapporto tra uomo e natura, sottolineando come il potere della magia possa essere visto sotto diverse angolazioni a seconda della figura che lo racconta. La figura della maga, storicamente una semidivinità che adopera pozioni e incantesimi, è spesso associata al mondo degli inferi e delle trasformazioni. Riferimenti mitologici come Glauco e la pozione d'amore di Scilla sono stati utilizzati per illustrare come la magia si lega al concetto di metamorfosi. La figura di Medea, la strega per eccellenza, è stata discussa come simbolo di una magia che si lega anche alle popolazioni straniere, mentre il potere dello sguardo e la connessione con l'oscurità, come nel caso di Ecate, sono stati esaminati per capire come la magia si intreccia con il concetto di malevolenza.
Un altro punto saliente è stato il confronto tra magia ed eresia, con riferimenti al pensiero cristiano. Sant'Agostino e San Tommaso sono stati citati come esempi di come la Chiesa abbia visto la magia come una forma di empietà, perseguitando chi praticava tali arti. La figura della strega, spesso accusata di patti col diavolo, è stata al centro di un dibattito che ha avuto risvolti drammatici durante la caccia alle streghe in Europa, simbolizzata dalla storia del noce di Benevento e dalla leggenda della "masciara" di Gravina.
Le riflessioni storiche sono state arricchite dagli interventi delle autorità locali, come gli assessori Antonella Lorusso e Marienza Schinco, che hanno ribadito l'importanza del ritorno alla tradizione, con uno sguardo al turismo sostenibile e alla valorizzazione delle radici culturali. Il direttore della Banca Popolare di Puglia e Basilicata ha dato il via ai ringraziamenti istituzionali, ma è stato il profondo legame tra tradizione, magia e arte che ha catturato l'attenzione di tutti.
Il convegno ha visto anche l'intervento della professoressa Tripputi, che ha approfondito la figura della strega e della masciara, due archetipi che affondano le radici nella tradizione popolare. La docente ha esplorato come la magia sia stata storicamente vista come una manifestazione di potere, spesso associata a figure femminili, ma con sfumature diverse a seconda del contesto. La magia, ha sottolineato, è da sempre una parte integrante della storia dell'umanità, dove il canto, la voce e la bellezza si contrappongono alle immagini più oscure della strega, vecchia e inquietante. Il lavoro della professoressa Tripputi ha illuminato il legame tra la magia e la scienza, mettendo in evidenza come nel sud Italia le streghe e guaritrici usassero erbe, minerali e rimedi naturali per curare le persone.
Durante il convegno, Don Giacomo Lorusso ha preso la parola per narrare la realtà storica dell'Inquisizione e della "caccia alle streghe", offrendo nuovi dati e una prospettiva diversa su questi eventi. Utilizzando come fonti i testi presenti nella biblioteca Finya, di cui egli stesso è responsabile, Lorusso ha esaminato la visione storica che spesso associa l'Inquisizione alla persecuzione indiscriminata delle donne accusate di stregoneria. Con un approccio critico, ha offerto un'interpretazione più sfumata, sottolineando come molti dei processi siano stati influenzati da pregiudizi e ignoranza, rivelando l'intricata relazione tra fede, potere e superstizione.
Infine, uno dei momenti più affascinanti del convegno è stato il contributo della costumista Margherita Leone, che ha parlato del processo creativo che precede la realizzazione degli abiti per il corteo storico. La sua arte consiste nel trasformare concetti astratti in creazioni concrete, come abiti che non solo raccontano una storia, ma incarnano anche un significato profondo. Leone ha spiegato come la scelta dei materiali, dei colori e delle forme non sia mai casuale, ma sempre mirata a evocare emozioni e a rappresentare visivamente i temi del corteo. Ogni abito diventa così una forma di espressione artistica, che unisce il passato al presente, rendendo viva la tradizione e il folklore in modo tangibile e coinvolgente.
L'impegno e il lavoro dell'associazione "Giovanni di Montfort" sono la dimostrazione tangibile di come eventi di questo genere non sono solo una tradizione che celebra la storia, ma una testimonianza vivente di come il passato continui a influenzare il presente, attraverso simboli, racconti e creazioni che uniscono la comunità in un'esperienza collettiva unica.