consiglio comunale valente
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Politica

Maggioranza a pezzi: i cinque dissidenti non cedono

Si va verso l'azzeramento della giunta. Assenze anche tra le fila dell'opposizione.

Riunioni prima, durante, dopo. I lavori dall'assemblea che iniziano con un'ora di ritardo e vanno avanti a singhiozzo, tra una sospensione ed un'altra.

Il cambiamento, se c'è, non si vede nel consiglio comunale che va in scena giovedi in seconda convocazione: la prima, mercoledì sera, era saltata per l'assenza di cinque consiglieri di maggioranza e la contemporanea uscita dall'aula delle opposizioni. La seconda si trascina lunga e stanca, che pare una passeggiata in trincea. A scavare i fossati di guerra, i due consiglieri dei "Democratici riformisti", Pino Dipalma e Giovanni De Pascale, ed i tre del patto d'acciaio: Maria Ariani, Francesco Santomasi, Giuseppe Mazzilli. Il quintetto entra dopo l'appello del presidente Lupoli, ma la sua permanenza in aula dura poco. E termina quando arriva il momento di discutere il caso Epitaffio, con il riconoscimento del relativo debito fuori bilancio da un milione e mezzo di euro. I cinque si alzano e vanno via. E' il segno chiaro, inequivocabile, netto della crisi che divide la maggioranza. Che sul punto va in affanno, ma evita la debacle, sia perché i numeri, nonostante tutto, lo consentono, sia perché neppure la minoranza se la passa tanto bene, dovendo scontare i banchi vuoti dei consiglieri Tedesco e Debenedictis. Con Rino Vendola che tuona: "Il sindaco rispetti la dignità della minoranza. Non si permetta lusinghe o pressioni".

Poco prima delle 23 il punto viene posto in votazione ed approvato. Poi si torna in camera caritatis, per un'ora ancora, per un faccia a faccia stavolta coi segretari delle forze politiche della coalizione, alla ricerca di un accordo che non viene fuori. E quando a mezzanotte o giù di li si rientra in aula, nulla e' cambiato. Avanti a ranghi ridotti verso l'approvazione dell'assestamento di bilancio, con l'azzeramento del governo civico sempre più probabile, sempre più vicino.

A mezzanotte e venti le cronache s'interrompono: seguiranno aggiornamenti e maggiori dettagli nella mattinata di venerdì. Ma la Gravina che va a dormire si porta già nel letto una certezza: la maggioranza uscita dalle urne di maggio al momento non c'è più. La minoranza, molto probabilmente, nemmeno. Figurarsi la giunta.


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