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Territorio

Maltempo, niente danni

L’appello di Sigea: basta sfruttamento territorio

L'ultima ondata di maltempo che ha interessato nella giornata di domenica l'intero territorio e che in queste ore sta ancora alimentando una forte instabilità è passata senza creare particolari problemi.
Nelle città di Gravina e Altamura come in tutto il territorio non si registrano danneggiamenti.Unico motivo di preoccupazione è stato l'incidente verificatosi domenica sera sulla provinciale La tarantina per fortuna senza conseguenze.
Fondamentali le attività preventive messe in campo dalle amministrazioni locali che hanno provveduto alla pulizia delle grate e dei canali di scolo oltre che alla messa in sicurezza di alberi e arredo urbano.
L'allerta meteo è passata ma resta la preoccupazione per nuovi episodi.

Sulla violenza delle precipitazioni e sulla fragilità dell'intero territorio è intervenuta anche la Sigea, società italiana di geologia ambientale, lanciando un avvertimento alle amministrazioni locali.
«Abbiamo maltrattato il territorio, modificando le morfologie dei luoghi, consumando suolo e impermeabilizzando grandi superfici, costruendo nelle aree destinate al transito delle acque. Gli eventi di cronaca che registriamo in questi giorni sono la naturale conseguenza del nostro agire. Se non abbiamo il coraggio di cambiare la politica applicando il principio della sostenibilità economica, sociale e ambientale dello sviluppo, saremo condannati a rincorrere le emergenze e magari avviare ricostruzioni negli stessi luoghi». ha affermato oggi, Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Sigea.

"Non dobbiamo meravigliarci troppo degli eventi che stiamo registrando in questi giorni – ha continuato Fiore – dobbiamo meravigliarci della frequenza con cui oggi accadano questi eventi. Dobbiamo rendici conto che non possiamo più parlare di eventi eccezionali se questi si ripetono ogni anno all'inizio dell'autunno. Abbiamo impermeabilizzato troppo le nostre città e le aree limitrofe a esse, abbiamo fogne bianche urbane, dove esistono, senza manutenzione e progettate 20-30 anni con un regime di precipitazioni non confrontabili con gli attuali. Serve cambiare la politica di uso del territorio – conclude il presidente Fiore – risanando gli errori del passato e progettando il futuro in maniera coerente. Serve educare i cittadini all'autoprotezione, serve una coscienza di adattamento al cambiamento climatico".
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