Eventi
Manifestazioni pubbliche: la Circolare del 7 giugno 2017 impoverisce l’estate gravinese 2017
Le nuove disposizioni hanno ostacolato lo svolgimento dei grandi eventi
Gravina - martedì 29 agosto 2017
Dall'approvazione della nuova Circolare del 7 giugno 2017, emanata dal Ministero dell'Interno Dipartimento della Pubblica Sicurezza a seguito dei fatti accaduti a Torino il 3 giugno scorso, in cui sono specificate competenze e responsabilità in merito alla gestione delle manifestazioni pubbliche, l'estate gravinese ha visto man mano l'annullarsi di non pochi eventi organizzati in città, fra cui anche la Festa di San Rocco, e prossima in lista potrebbe essere la Festa di Dolcecanto, per la quale il Comitato organizzatore si sta attivando per garantire il regolare svolgimento della manifestazione.
Come Gravina, a subire negativamente gli effetti della nuovissima direttiva ministeriale sono stati molti Comuni italiani, fatta eccezione di quelle amministrazioni lungimiranti che hanno salvato i loro grandi eventi affrontando per tempo la questione, trovando con gli organizzatori e gli Enti preposti soluzioni condivise.
La circolare in questione interessa esclusivamente le pubbliche manifestazioni (di carattere sportivo, culturale, musicale, di intrattenimento, ecc.) con prevedibile elevato afflusso di persone, e non tocca minimamente le attività di spettacolo ed intrattenimento organizzate all'interno dei locali, con una certa elasticità per i locali o aree private.
La direttiva ministeriale verte su due punti fondamentali, "Security" e "Safety", chiamando in causa tutti gli attori responsabili nei grandi eventi, dai privati (organizzatori), agli Enti Pubblici alle Forze dell'Ordine.
Responsabili degli interventi di Safety sono: i Comuni, i quali devono assicurare l'idoneità dei luoghi in cui si svolgono gli eventi (capienza delle aree e spazi di soccorso) ed emettere ordinanze che vietino la vendita di alcolici e bevande in lattina o bottiglie in vetro, a tutela dell'incolumità pubblica; i Vigili del Fuoco devono occuparsi dei piani di emergenza e di antincendio; la Polizia Municipale è chiamata a vigilare attivamente durante lo svolgimento delle manifestazioni; le Prefetture devono effettuare dei sopralluoghi per controllare e verificare la sussistenza di tutti i presupposti e le misure di safety, rilevando - qualora vi siano - le vulnerabilità; ai responsabili della Sanità è affidata invece la responsabilità dell'emergenza e dell'urgenza sanitaria; infine ai privati, nonché organizzatori degli eventi, il compito di regolare e monitorare gli accessi con sistemi di rilevazione numerica progressiva ai varchi di ingresso fino all'esaurimento della capacità ricettiva - con l'ausilio della Polizia - e prevedere percorsi separati di accesso e di deflusso del pubblico con indicazione dei varchi, ingaggiando anche steward preparati per una costante e precisa assistenza al pubblico.
Per gli interventi di Security, la responsabilità è unicamente della Questura. Quest'ultima è responsabile dello sviluppo di una mirata attività informativa per valutare una eventuale minaccia: nello specifico, per ciascuna manifestazione dovrà essere mappata la videosorveglianza al fine di collegarla con la sala operativa; si dovranno effettuare controlli e bonifiche lì dove potrebbero essere celate insidie ed individuare "aree di rispetto", luoghi funzionali per la perquisizione di individui sospetti, al fine di evitare l'introduzione di armi e oggetti pericolosi salvaguardando la sicurezza pubblica.
Niente autorizzazioni, niente manifestazioni.
Come Gravina, a subire negativamente gli effetti della nuovissima direttiva ministeriale sono stati molti Comuni italiani, fatta eccezione di quelle amministrazioni lungimiranti che hanno salvato i loro grandi eventi affrontando per tempo la questione, trovando con gli organizzatori e gli Enti preposti soluzioni condivise.
La circolare in questione interessa esclusivamente le pubbliche manifestazioni (di carattere sportivo, culturale, musicale, di intrattenimento, ecc.) con prevedibile elevato afflusso di persone, e non tocca minimamente le attività di spettacolo ed intrattenimento organizzate all'interno dei locali, con una certa elasticità per i locali o aree private.
La direttiva ministeriale verte su due punti fondamentali, "Security" e "Safety", chiamando in causa tutti gli attori responsabili nei grandi eventi, dai privati (organizzatori), agli Enti Pubblici alle Forze dell'Ordine.
Responsabili degli interventi di Safety sono: i Comuni, i quali devono assicurare l'idoneità dei luoghi in cui si svolgono gli eventi (capienza delle aree e spazi di soccorso) ed emettere ordinanze che vietino la vendita di alcolici e bevande in lattina o bottiglie in vetro, a tutela dell'incolumità pubblica; i Vigili del Fuoco devono occuparsi dei piani di emergenza e di antincendio; la Polizia Municipale è chiamata a vigilare attivamente durante lo svolgimento delle manifestazioni; le Prefetture devono effettuare dei sopralluoghi per controllare e verificare la sussistenza di tutti i presupposti e le misure di safety, rilevando - qualora vi siano - le vulnerabilità; ai responsabili della Sanità è affidata invece la responsabilità dell'emergenza e dell'urgenza sanitaria; infine ai privati, nonché organizzatori degli eventi, il compito di regolare e monitorare gli accessi con sistemi di rilevazione numerica progressiva ai varchi di ingresso fino all'esaurimento della capacità ricettiva - con l'ausilio della Polizia - e prevedere percorsi separati di accesso e di deflusso del pubblico con indicazione dei varchi, ingaggiando anche steward preparati per una costante e precisa assistenza al pubblico.
Per gli interventi di Security, la responsabilità è unicamente della Questura. Quest'ultima è responsabile dello sviluppo di una mirata attività informativa per valutare una eventuale minaccia: nello specifico, per ciascuna manifestazione dovrà essere mappata la videosorveglianza al fine di collegarla con la sala operativa; si dovranno effettuare controlli e bonifiche lì dove potrebbero essere celate insidie ed individuare "aree di rispetto", luoghi funzionali per la perquisizione di individui sospetti, al fine di evitare l'introduzione di armi e oggetti pericolosi salvaguardando la sicurezza pubblica.
Niente autorizzazioni, niente manifestazioni.