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La città

Maratona (cinematografica) verso l'Unesco

Previsto tavolo tecnico il prossimo 22 gennaio.

Si torna a parlare di Syssitia e di Unesco.

"Festa del cinema. Visoni di paesaggi: Gravina e Matera patrimonio dell'umanità" , questo il titolo della maratona cinematografica svoltasi sabato sera, a cura dell'associazione "Gravina città aperta" e del laboratorio di progettazione "Syssitia"; rassegna che è diventata anche un pretesto utile per fare, nuovamente, il punto sull'attività dei laboratori partecipati dei mesi scorsi.

Tuttavia nessuna novità sull' ecomuseo dell' "Acqua e della pietra", il cui progetto è stato redatto e presentato lo scorso 10 giugno dall' architetto Pietro Laureano, esperto Unesco delle zone aride. E l'Unesco non viene citato a caso, poiché l'assessore alla cultura, Laura Marchetti spiega: "Richiamo gli intellettuali gravinesi, soprattutto coloro i quali lavorano nel campo cinematografico, a compiere questo progetto sotterraneo per la costruzione della città invisibile per dirla alla Calvino e cioè, una città che arriva all' Unesco, non costituita solo dagli elementi naturali ma anche dall'immaginario che nasce intorno ad essa ed è questo il senso di questa maratona".

E man mano che la pellicola si srotola, è proprio l'immaginario di due città a prendere forma nei fotogrammi "celebri" dei Sassi di Matera ne "Il vangelo secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini; delle distese murgiane raccontate dal regista Nico Cirasola nel suo "Odore di pioggia" e delle antiche masserie gravinesi in "C'era una volta" di Francesco Rosi. Ma non è tutto: "Il ventidue gennaio, ci sarà un tavolo tecnico che si basarà sulla sinergia costruita tra Gravina e Matera. Gravina ha il compito di mostrare come il nostro paesaggio possa contribuire ad arricchire quello che Matera ha portato nell'Unesco" - prosegue l'assessore - "e, per capire quello che di speciale ha Matera io cito il libro di Pietro Laureano, Giardini di pietra, nel quale si raccontano una serie di città archetipiche, non solo Matera ma anche altre città dell'estremo oriente che hanno come modello l'oasi. Città che in condizioni difficili sono però riuscite a realizzare forme abitative di grande interesse e fascino".
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