Eventi
Medea vince il Festival Scenario
All'attrice gravinese Terry Paternoster il premio Ustica. Una tragedia sull'invasione dell'Eni in Lucania.
Gravina - lunedì 22 luglio 2013
11.41
"Una ricerca teatrale che si è rivelata una vera e propria inchiesta".
La racconta così Terry Paternoster l'opera teatrale che le è valsa il "Premio Ustica per l'impegno civile" al Festival Scenario 2013, uno dei più ambiti festival nazionali per il teatro sperimentale. Una rielaborazione contemporanea di "M.E.D.E.A. Big-Oil" a cura del gruppo romano "Collettivo InternoEnki", scritta e diretta dalla stessa Paternoster e portata in scena dagli attori del collettivo: Chiara Lombardo, Mariavittoria Argenti, Ramona Fiorini, Teresa Campus, Alessandro Vichi, Mauro Cardinali ed i gravinesi Donato Paternoster e Gianni D'Addario. Tutti a far da cornice alla stessa Paternoster.
L'opera è ambientata in Basilicata, dove l'eroina tragica è una donna lucana tradita dallo "straniero", il Big Oil-Giasone, ruolo-simbolo affidato a una compagnia petrolifera. Lo "straniero" è l'amante infedele che non mantiene la promessa d'amore, di crescita e di lavoro a un paese che regala ricchezza e riceve povertà. In questo senso, anche Medea è "simbolo": l'amante tradita, metafora della chiusura mentale che, a sua volta, diventa causa di un irreversibile senso di colpa.
Il tragico che si vuole raccontare è quello del Sud Italia, in modo particolare della Basilicata dove "si sta perpetrando un vero e proprio scempio ambientale nel silenzio di tute le istituzioni e di tutti i mass media", spiega la Paternoster. "Abbiamo raccolto la voce della gente, le denunce dei cittadini e dei politici locali, che raccontano condizioni di vita spaventose. Un territorio tra i più poveri di Italia, con un'incidenza tumorale tra i più alti del paese, tutte conseguenze dell'invasione dello straniero".
Medea, che ha vinto anche il premio del pubblico e della critica, è in giro per i teatro italiani passando per Bologna e per Volterra. "E' uno spettacolo in cui io e gli altri attori del collettivo abbiamo creduto tantissimo, abbiamo lavorato sodo per dare la possibilità a chi non ha voce, ai cittadini lucani che da anni subiscono in silenzio l'invasione dell'Eni, la possibilità di parlare e di portare alla luce questo problema, sperando di non dover più sentire che nessuno ne sapeva nulla", si congeda Terry Paternoster, fiera ambasciatrice di Gravina nel mondo del teatro ed ora anche dell'impegno civile.
La racconta così Terry Paternoster l'opera teatrale che le è valsa il "Premio Ustica per l'impegno civile" al Festival Scenario 2013, uno dei più ambiti festival nazionali per il teatro sperimentale. Una rielaborazione contemporanea di "M.E.D.E.A. Big-Oil" a cura del gruppo romano "Collettivo InternoEnki", scritta e diretta dalla stessa Paternoster e portata in scena dagli attori del collettivo: Chiara Lombardo, Mariavittoria Argenti, Ramona Fiorini, Teresa Campus, Alessandro Vichi, Mauro Cardinali ed i gravinesi Donato Paternoster e Gianni D'Addario. Tutti a far da cornice alla stessa Paternoster.
L'opera è ambientata in Basilicata, dove l'eroina tragica è una donna lucana tradita dallo "straniero", il Big Oil-Giasone, ruolo-simbolo affidato a una compagnia petrolifera. Lo "straniero" è l'amante infedele che non mantiene la promessa d'amore, di crescita e di lavoro a un paese che regala ricchezza e riceve povertà. In questo senso, anche Medea è "simbolo": l'amante tradita, metafora della chiusura mentale che, a sua volta, diventa causa di un irreversibile senso di colpa.
Il tragico che si vuole raccontare è quello del Sud Italia, in modo particolare della Basilicata dove "si sta perpetrando un vero e proprio scempio ambientale nel silenzio di tute le istituzioni e di tutti i mass media", spiega la Paternoster. "Abbiamo raccolto la voce della gente, le denunce dei cittadini e dei politici locali, che raccontano condizioni di vita spaventose. Un territorio tra i più poveri di Italia, con un'incidenza tumorale tra i più alti del paese, tutte conseguenze dell'invasione dello straniero".
Medea, che ha vinto anche il premio del pubblico e della critica, è in giro per i teatro italiani passando per Bologna e per Volterra. "E' uno spettacolo in cui io e gli altri attori del collettivo abbiamo creduto tantissimo, abbiamo lavorato sodo per dare la possibilità a chi non ha voce, ai cittadini lucani che da anni subiscono in silenzio l'invasione dell'Eni, la possibilità di parlare e di portare alla luce questo problema, sperando di non dover più sentire che nessuno ne sapeva nulla", si congeda Terry Paternoster, fiera ambasciatrice di Gravina nel mondo del teatro ed ora anche dell'impegno civile.