Territorio
Microcredito, una speranza per i giovani senza lavoro
Il progetto della diocesi in collaborazione con la BCC dell'Alta Murgia
Gravina - sabato 2 maggio 2015
10.00
"Il problema non è quello della sussistenza, ma quello di portare il pane a casa. Senza lavoro, un diritto dei giovani spesso calpestato, non c'è dignità".
Ricorda le parole di Papa Francesco, riprese dai vescovi nel messaggio per la giornata della festa del lavoro, il vescovo Ricchiuti, nell'aprire i lavori del convegno di presentazione del microcredito bancario tenutosi ieri presso l'azienda altamurana Dimarno.
27 le diocesi pilota del progetto, dedicato a dare sostegno ai giovani che vogliono avviare una iniziativa lavorativa e non possono accedere al credito bancario. L'idea, che si ispira alla tradizione cattolica dei Monti di Pietà e delle casse rurali sociali, nasce dalla volontà di voler rispondere alle esigenze di una specifica fascia di popolazione, spesso dimenticata. Per far ciò, la diocesi locale ha creato un fondo di garanzia presso la BCC dell'Alta Murgia che garantisce l'erogabilità del prestito anche a nullatenenti fino a un massimo di 25.000 euro.
"Una proposta di finanza etica – spiega Sandro Mauro, responsabile nazionale Microcredito nel "Progetto Policoro", primo esperimento ecclesiale di lotta alla disoccupazione – che parte dal principio di valutare le persone per i loro progetti e non per le garanzie che possono offrire. I giovani esclusi dal credito finiscono per rivolgersi agli usurai, ma credito, etimologicamente, dovrebbe significare dare fiducia, senza valutare la storia passata dell'impresa". Di qui la creazione di sportelli diocesani di orientamento all'idea imprenditoriale, ma, sottolinea "non si tratta di beneficenza né assistenzialismo: 285 le imprese create in tutta Italia finora, che hanno dato lavoro a 456 persone".
Un'iniziativa che mira a "evangelizzare il mondo del lavoro", secondo don Mimmo Francavilla, presidente del "Progetto Barnaba" della Diocesi di Andria, che racconta diversi casi concreti di persone "con competenze ma prive di strumenti finanziari. Una realtà che ormai riguarda anche l'Occidente e non solo più i paesi in via di sviluppo".
Un progetto di successo se, come spiega Roberto Loiudice, vicedirettore della Banca di Credito Cooperativo dell'Alta Murgia, ben il 95% dei prestiti ritornano alle banche, con progetti "che vengono valutati da persone dotate di grande moralità".
Il fondo aperto, finora, ha raccolto già 65 mila euro. Un segno di speranza per un territorio che chiede lavoro e speranza di un futuro migliore.