Monopoli

Di terrorismo si è parlato al terzo appuntamento degli incontri del melograno, organizzati a Monopoli dalla fondazione magna carta. Un incontro caduto casualmente all'indomani dell'ultimo attentato terroristico che ha gettato nel panico un intero paese, la norvegia dove un 32enne estremista di destra fondamentalista cristiano: Anders Behring Breivik, mietendo quasi cento vittime. L'appuntamento, dal titolo "Osama e Obama: l'11 settembre dieci anni dopo", è stata un interssante occasione di dibattere del fenomeno terrorismo con due grandi esperti: il capo dell'ufficio per il coordinamento dell'attività internazionale del ministero di grazia e giustizia, stefano dambruoso e il vice presidente della commissione esteri della camera dei deputati, fiamma nirestein, entrambi intervistati da Giancarlo Loquenzi, direttore del "l'occidente". Un terrorismo è stato detto dalle molteplici facce e sfaccettature che si evolve e si connota come i nuovi segni dei tempi. Si è passati dal terrosmismo, definito, storico: quello degli attentati tra gli arabi palestinesi e gli ebrei israeliani a quelli di organizzati dalla mente diabolica di bin laden, come quello delle torri di New York, di Madrid, Londra, Baly, Kenya, Arabia sSudita. Un terrorismo che poi ha generato una reazione, quella delle missioni internazionali della lotta al terrore che viene intesa come una sorta di missione della comunità internazionale. Una lotta al terrorismo che con l'arrivo alla casa bianca dell'afro americano Obama, aveva assunto contorni più precisi e definiti, che hanno portato anche alla cattura e all'annientamento dello sceicco del terrore, ma che come dimostrano gli inaspettati fatti di norvegia non possono portarci a considerare che la lotta al terrorismo possa considerarsi definitivamente archiviata.

Maria Caterina Bruno