La città
AssoT.Im: c’erano anche altre proposte per museo della Cola cola
Non convince la decisione dell’amministrazione di assegnazione del museo
Gravina - mercoledì 24 febbraio 2021
13.00
Nota polemica dell'AssoT.Im a seguito della notizia della creazione di un Museo della Cola Cola presso la casa bottega dei fratelli Vincenzo e Beniamino Loglisci.
Nei giorni scorsi, infatti, il sindaco Valente aveva comunicato la decisione dell'amministrazione comunale di assegnare i locali di proprietà comunale, ubicati all'interno dell'ex convento di Santa Maria (nei quali vivevano e lavoravano i fratelli Loglisci), all'associazione "la Casa della Cola Cola", intenzionata ad allocare in quelle stanze una mostra permanente di manufatti in ceramica e terracotta, tra i quali i caratteristici fischietti raffiguranti il tipico uccello, la cola cola, realizzati dai due maestri artigiani gravinesi.
"Non condividiamo questa scelta, c'erano anche altro proposte"- riferiscono dall'Associazione Territoriale degli Imprenditori della Confartigianato, che contestano all'amministrazione la mancata considerazione di altri artigiani e artisti della lavorazione di ceramiche e terracotta che così vengono messi in disparte.
"Avremmo voluto fare un museo del fischietto in terracotta e non un museo dei fratelli Loglisci"- affermano dall'associazione, ricordando che in città esistono anche altre esperienze laboratoriali di artigiani-artisti che si cimentano nella realizzazione dei caratteristici manufatti.
L'invito dell'Asso.T.Im. è adesso a controllare affinché si rispettino le regole che si impongono ad un museo. "Ora sappiamo che in quel luogo c'è un museo, che in quanto tale non può produrre e vendere manufatti in ceramica di ogni tipo, perché i locali non sono adibiti a produzioni artigianali o a commercializzazione di souvenir che peraltro prevedono l'emissione di scontrino e trasmissione telematica dei corrispettivi"- concludono dall'associazione affiliata a Confartigianato, dando ad intendere che vigileranno affinché le regole vengano rispettate.
Sull'argomento è intervenuto anche il consigliere comunale Mimmo Cardascia. Una idea lodevole che però merita alcune considerazioni -dice il consigliere comunale dei Dem, ricordando che l'ex monastero è oggetto di finanziamento di rigenerazione urbana; chiedendosi come mai si è presa questa decisione, visto che si era previsto di ubicare il museo della Cola Cola presso il convento di santa Sofia; e, cosa più preoccupante secondo Cardascia, il non riuscire a capire perché si assegna ad un privato, gratuitamente per vent'anni, degli spazi di proprietà comunale, in cambio della messa a disposizione della collezione artistica della Cola Cola dei Loglisci e delle suppellettili e i pezzi di antiquariato già presenti nell'immobile e che verranno gestiti dagli stessi che li mettono a disposizione.
"C'è qualcosa che non va in questa gestione"- afferma Cardascia, assicurando che vigilerà affinché le cose vengano fatte all'insegna della trasparenza.
Nei giorni scorsi, infatti, il sindaco Valente aveva comunicato la decisione dell'amministrazione comunale di assegnare i locali di proprietà comunale, ubicati all'interno dell'ex convento di Santa Maria (nei quali vivevano e lavoravano i fratelli Loglisci), all'associazione "la Casa della Cola Cola", intenzionata ad allocare in quelle stanze una mostra permanente di manufatti in ceramica e terracotta, tra i quali i caratteristici fischietti raffiguranti il tipico uccello, la cola cola, realizzati dai due maestri artigiani gravinesi.
"Non condividiamo questa scelta, c'erano anche altro proposte"- riferiscono dall'Associazione Territoriale degli Imprenditori della Confartigianato, che contestano all'amministrazione la mancata considerazione di altri artigiani e artisti della lavorazione di ceramiche e terracotta che così vengono messi in disparte.
"Avremmo voluto fare un museo del fischietto in terracotta e non un museo dei fratelli Loglisci"- affermano dall'associazione, ricordando che in città esistono anche altre esperienze laboratoriali di artigiani-artisti che si cimentano nella realizzazione dei caratteristici manufatti.
L'invito dell'Asso.T.Im. è adesso a controllare affinché si rispettino le regole che si impongono ad un museo. "Ora sappiamo che in quel luogo c'è un museo, che in quanto tale non può produrre e vendere manufatti in ceramica di ogni tipo, perché i locali non sono adibiti a produzioni artigianali o a commercializzazione di souvenir che peraltro prevedono l'emissione di scontrino e trasmissione telematica dei corrispettivi"- concludono dall'associazione affiliata a Confartigianato, dando ad intendere che vigileranno affinché le regole vengano rispettate.
Sull'argomento è intervenuto anche il consigliere comunale Mimmo Cardascia. Una idea lodevole che però merita alcune considerazioni -dice il consigliere comunale dei Dem, ricordando che l'ex monastero è oggetto di finanziamento di rigenerazione urbana; chiedendosi come mai si è presa questa decisione, visto che si era previsto di ubicare il museo della Cola Cola presso il convento di santa Sofia; e, cosa più preoccupante secondo Cardascia, il non riuscire a capire perché si assegna ad un privato, gratuitamente per vent'anni, degli spazi di proprietà comunale, in cambio della messa a disposizione della collezione artistica della Cola Cola dei Loglisci e delle suppellettili e i pezzi di antiquariato già presenti nell'immobile e che verranno gestiti dagli stessi che li mettono a disposizione.
"C'è qualcosa che non va in questa gestione"- afferma Cardascia, assicurando che vigilerà affinché le cose vengano fatte all'insegna della trasparenza.