La città
Museo dell’acqua e della pietra, presentato il progetto esecutivo
Premiati i partecipanti di Syssitia
Gravina - martedì 24 giugno 2014
16.20
Tornare all'acqua, alle origini della civiltà rupestre, camminare sui percorsi antropizzati della pietra ritrovando storia e memoria.
Questo il disegno antico e moderno insieme alla base del museo dell'acqua e della pietra, il cui progetto esecutivo è stato presentato nella sala consiliare di Palazzo di Città alla presenza degli assessori Laura Marchetti, Francesco Santomasi e Nicola Lagreca e dell'architetto Pietro Laureano.
Un bando che prevede una prima tanche dedicata ai percorsi naturalistici, per una somma di 300 mila euro, e che ha recepito le proposte emerse durante i simposi di progettazione sociale di Syssitia, e rivendicato con orgoglio dall'assessore alla Cultura: "Basta con le polemiche sterili su facebook – afferma la Marchetti replicando ad alcuni esponenti dell'opposizione - dopo anni di incuria quest'amministrazione ha ripreso il discorso sui beni culturali, come dimostrano la riapertura del castello e il rapporto proficuo con la Soprintendenza, che ha ci ha risposto positivamente sul ritorno dei reperti a Gravina. Per i musei abbiamo recuperato finanziamenti del 2006-2007, ignorati dai sindaci precedenti. La progettazione non è tempo perso".
Pietro Laureano ha illustrato le linee generali della filosofia alla base dell'ecomuseo, concepito come una serie di strutture leggere, poco invasive, concettuali e mobili, secondo l'asse verticale acqua-pietra, lungo il percorso del torrente, e quello orizzontale tempo-spazio, dalla collina di Botromagno alla città, attraverso il ponte acquedotto: "E' difficile intervenire sulla gravina – afferma l'architetto materano – la politica di tutela è fatta su grande scala e tutta la zona è considerata a rischio, ma la tutela non può diventare abbandono e su alcune aree sicure si può intervenire. Gravina deve riprendere il suo rapporto con il territorio". Unica nota dolente, l'impossibilità, per motivi tecnici, di creare un laghetto balneabile nella gravina.
Agli architetti Giuseppe Lapolla e Matteo Tummillo è toccato esporre le diverse fasi del lavoro dei circa cinquanta tecnici del laboratorio sociale. Un progetto esecutivo basato su otto stanze, ovvero focus specifici, lungo i percorsi già tracciati dalla pastorizia, che ha ricevuto risposte positive dalle autorità competenti. Impressioni confermate da Vito Stimolo,consigliere dell'ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, nell'auspicare una sempre maggiore collaborazione con il mondo dei professionisti locali.
Al termine dell'incontro, la consegna degli attestati di partecipazione ai rappresentanti della cittadinanza attiva protagonista dei simposi di Syssitia.
Questo il disegno antico e moderno insieme alla base del museo dell'acqua e della pietra, il cui progetto esecutivo è stato presentato nella sala consiliare di Palazzo di Città alla presenza degli assessori Laura Marchetti, Francesco Santomasi e Nicola Lagreca e dell'architetto Pietro Laureano.
Un bando che prevede una prima tanche dedicata ai percorsi naturalistici, per una somma di 300 mila euro, e che ha recepito le proposte emerse durante i simposi di progettazione sociale di Syssitia, e rivendicato con orgoglio dall'assessore alla Cultura: "Basta con le polemiche sterili su facebook – afferma la Marchetti replicando ad alcuni esponenti dell'opposizione - dopo anni di incuria quest'amministrazione ha ripreso il discorso sui beni culturali, come dimostrano la riapertura del castello e il rapporto proficuo con la Soprintendenza, che ha ci ha risposto positivamente sul ritorno dei reperti a Gravina. Per i musei abbiamo recuperato finanziamenti del 2006-2007, ignorati dai sindaci precedenti. La progettazione non è tempo perso".
Pietro Laureano ha illustrato le linee generali della filosofia alla base dell'ecomuseo, concepito come una serie di strutture leggere, poco invasive, concettuali e mobili, secondo l'asse verticale acqua-pietra, lungo il percorso del torrente, e quello orizzontale tempo-spazio, dalla collina di Botromagno alla città, attraverso il ponte acquedotto: "E' difficile intervenire sulla gravina – afferma l'architetto materano – la politica di tutela è fatta su grande scala e tutta la zona è considerata a rischio, ma la tutela non può diventare abbandono e su alcune aree sicure si può intervenire. Gravina deve riprendere il suo rapporto con il territorio". Unica nota dolente, l'impossibilità, per motivi tecnici, di creare un laghetto balneabile nella gravina.
Agli architetti Giuseppe Lapolla e Matteo Tummillo è toccato esporre le diverse fasi del lavoro dei circa cinquanta tecnici del laboratorio sociale. Un progetto esecutivo basato su otto stanze, ovvero focus specifici, lungo i percorsi già tracciati dalla pastorizia, che ha ricevuto risposte positive dalle autorità competenti. Impressioni confermate da Vito Stimolo,consigliere dell'ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, nell'auspicare una sempre maggiore collaborazione con il mondo dei professionisti locali.
Al termine dell'incontro, la consegna degli attestati di partecipazione ai rappresentanti della cittadinanza attiva protagonista dei simposi di Syssitia.