Scuola e Università
Natuzzi Spa: il Tribunale del Lavoro di Bari dispone 37 reintegri
L'aspettativa è che ve ne siano altri nei prossimi mesi
Gravina - giovedì 20 luglio 2017
11.32
Ammonta a 37 la quota di reintegri in produzione disposti dal Tribunale del Lavoro di Bari: martedì 18 luglio 2017 infatti sono state depositate ulteriori ordinanze dal giudice Luca Ariola, con le quali si dispone l'annullamento del licenziamento inflitto da Natuzzi Spa ad ottobre scorso e si ordina il reintegro di altri tre lavoratori, difesi dall'avvocato De Angelis dell'ufficio legale dell'Unione Sindacale di Base (USB), ai quali - si spera - se ne aggiungeranno altri nei prossimi mesi.
Oltre alle impugnative di licenziamento, centinaia sono i contenziosi che l'azienda pugliese sta fronteggiando per aver collocato illegittimamente i suoi dipendenti in Cassa integrazione a ore zero, per cui anche in questo caso si susseguono sentenze favorevoli ai lavoratori. A fare una presunta stima della somma che il Gruppo Natuzzi sarà chiamato a pagare per risarcire i lavoratori e onorare le spese processuali è l'Unione Sindacale di Base, che parla della bellezza di 18 milioni di euro. Somma che potrebbe salire ulteriormente qualora l'ostinazione dell'azienda si spinga fino alla Corte di Cassazione con i contenziosi.
"Questi dati - scrive il Coordinamento USB in un comunicato ufficiale - mettono in luce che i problemi della Natuzzi Spa non sono causati dalla concorrenza sleale, dall'esosità delle imposte in Italia o dal costo del lavoro, fattori menzionati ossessivamente dall'azienda, ma derivano da essa stessa e in particolare dal gruppo dirigente della Natuzzi. Infatti, se negli ultimi anni quest'ultimo avesse intrapreso una politica mirata alla valorizzazione delle risorse umane, anziché espellerle dal ciclo produttivo, esiliarle in opifici dismessi e infine licenziarle, oggi l'industria santermana non si troverebbe a dover sborsare una somma così esosa".
Ciò che la Natuzzi Spa dovrebbe fare, a detta dell'USB, è rivedere sostanzialmente le modalità di gestione del personale, qualora voglia realmente arrestare lo "stillicidio occupazionale" in cui è coinvolta da diversi anni, e superare ogni pregiudizio nei confronti della Organizzazione Sindacale scrivente, nata proprio con l'obiettivo di tutelare i lavoratori e i loro diritti.
Oltre alle impugnative di licenziamento, centinaia sono i contenziosi che l'azienda pugliese sta fronteggiando per aver collocato illegittimamente i suoi dipendenti in Cassa integrazione a ore zero, per cui anche in questo caso si susseguono sentenze favorevoli ai lavoratori. A fare una presunta stima della somma che il Gruppo Natuzzi sarà chiamato a pagare per risarcire i lavoratori e onorare le spese processuali è l'Unione Sindacale di Base, che parla della bellezza di 18 milioni di euro. Somma che potrebbe salire ulteriormente qualora l'ostinazione dell'azienda si spinga fino alla Corte di Cassazione con i contenziosi.
"Questi dati - scrive il Coordinamento USB in un comunicato ufficiale - mettono in luce che i problemi della Natuzzi Spa non sono causati dalla concorrenza sleale, dall'esosità delle imposte in Italia o dal costo del lavoro, fattori menzionati ossessivamente dall'azienda, ma derivano da essa stessa e in particolare dal gruppo dirigente della Natuzzi. Infatti, se negli ultimi anni quest'ultimo avesse intrapreso una politica mirata alla valorizzazione delle risorse umane, anziché espellerle dal ciclo produttivo, esiliarle in opifici dismessi e infine licenziarle, oggi l'industria santermana non si troverebbe a dover sborsare una somma così esosa".
Ciò che la Natuzzi Spa dovrebbe fare, a detta dell'USB, è rivedere sostanzialmente le modalità di gestione del personale, qualora voglia realmente arrestare lo "stillicidio occupazionale" in cui è coinvolta da diversi anni, e superare ogni pregiudizio nei confronti della Organizzazione Sindacale scrivente, nata proprio con l'obiettivo di tutelare i lavoratori e i loro diritti.