Eventi
“Non si può mai sapere” in scena al teatro Vida
La compagnia napoletana "Machim'offafa'" torna a Gravina. Un mix tra dramma e risate.
Gravina - martedì 11 dicembre 2012
11.25
Ma quante sono le verità? "Non si può mai sapere". E' questa la risposta al quesito. Oltre ad essere il titolo dello spettacolo andato in scena sabato e domenica scorsi sul palcoscenico del teatro Vida. Un testo di Luciano Medusa interpretato dalla compagnia teatrale napoletana "Machim'offafa'", per la seconda volta ospite del teatro gravinese, dalla regia di Alfredo Scarpato e Ciro Cirillo.
È la storia di un professore accusato di aver violentato una studentessa. Un teatro denuncia, un dirompente spaccato crudo e disincantato sulla nostra società, tra dramma e un pizzico di ironia. Ma sarà stato davvero quell'uomo a violentare la giovane donna? La verità è a portata di mano e tutti i personaggi che ruotano attorno alla vicenda guidano lo spettatore nella sua ricerca.
Giallo ma non troppo. Un genere nuovo per il palcoscenico del teatro Vida. Lo scorso weekend c'è stato spazio per tenere il fiato sospeso, ma anche per risate corali. Il rapporto tra alcuni personaggi è stato volutamente grottesco, ma alla risata si risponde con un graffio, al graffio si sostituisce poi la crudeltà dei fatti. Un bel puzzle di suspense, musiche adatte alla scena e atmosfere diverse durante gli sviluppi della vicenda.
L'assassino viene fuori, ma volutamente non ne conosciamo il volto. Forse perché l'obiettivo è altro: svelare quello che si nasconde nel buio della propria coscienza. Una buona occasione per riflettere, grazie anche alla lodevole interpretazione dell'intera compagnia teatrale.
È la storia di un professore accusato di aver violentato una studentessa. Un teatro denuncia, un dirompente spaccato crudo e disincantato sulla nostra società, tra dramma e un pizzico di ironia. Ma sarà stato davvero quell'uomo a violentare la giovane donna? La verità è a portata di mano e tutti i personaggi che ruotano attorno alla vicenda guidano lo spettatore nella sua ricerca.
Giallo ma non troppo. Un genere nuovo per il palcoscenico del teatro Vida. Lo scorso weekend c'è stato spazio per tenere il fiato sospeso, ma anche per risate corali. Il rapporto tra alcuni personaggi è stato volutamente grottesco, ma alla risata si risponde con un graffio, al graffio si sostituisce poi la crudeltà dei fatti. Un bel puzzle di suspense, musiche adatte alla scena e atmosfere diverse durante gli sviluppi della vicenda.
L'assassino viene fuori, ma volutamente non ne conosciamo il volto. Forse perché l'obiettivo è altro: svelare quello che si nasconde nel buio della propria coscienza. Una buona occasione per riflettere, grazie anche alla lodevole interpretazione dell'intera compagnia teatrale.