Palazzo di città
Nuovo Cda per la Fondazione Santomasi?
Rino Vendola gioca d'anticipo: "Si privilegino onestà e capacità culturali". E propone tre nomi: Langiulli, Rubini, Amodio.
Gravina - venerdì 26 aprile 2013
14.30
Si torna a parlare della Fondazione Pomarici Santomasi e dell'imminente - almeno secondo indiscrezioni - nomina del nuovo consiglio di amministrazione dell'ente.
Dopo le notizie trapelate negli scorsi mesi, e dopo lo stop imposto dall'intera maggioranza (per non intaccare gli equilibri interni) alla procedura di sostituzione dell'attuale cda presieduto da Agostino Giglio, da quasi un anno in regime di prorogatio, sembra adesso che l'amministrazione Valente sia pronta a presentare a breve in consiglio comunale i nomi dei possibili papabili. E prima che ciò avvenga, è l'opposizione a piantare alcuni paletti.
Lo si evince chiaramente dalle parole di Rino Vendola, capogruppo di "Per Gravina". E' lui a mettere sul tappeto, in un insolito rovesciamento delle parti, il nome al quale la maggioranza starebbe pensando per la fondazione: "Ci consta che la maggioranza - dice Vendola - si stia orientando sulla persona di Mario Burdi, già candidato alle scorse elezioni tra le liste vicine a Valente. Sia chiaro: nulla di personale nei confronti di Burdi, che peraltro non conosco direttamente, ma ci aspettiamo una scelta diversa". Ovvero una designazione non riconducibile, in alcun modo, quanto meno in maniera diretta, al mondo della politica, bensì a quello della cultura. Segue l'identikit del candidato ideale per le opposizioni: "Un nome altisonante e meritevole, uomo o donna di cultura e soprattutto dotato di grande moralità, in grado di comprendere l'importanza del patrimonio da amministrare e di saperlo gestire correttamente".
Sul punto, Vendola non si esime dall'avanzare proposte, con tanto di nome e cognome. Se giorni fa, attraverso facebook, l'ex sindaco (che nominò il consiglio ed il presidente ancora oggi in carica) lanciò la candidatura di Ninì Langiulli, avvocato e poeta, "un nome a cui penso da anni", spiega a Gravinalife, altri se ne aggiungono adesso alla lista: "Altri esempi sono possibili: penso, tra i tanti, al professor Rubini o al dottor Amodio".
Facile, a questo punto, prevedere che in consiglio comunale ottenere l'unanimità sulle nomine sarà cosa ardua.
Dopo le notizie trapelate negli scorsi mesi, e dopo lo stop imposto dall'intera maggioranza (per non intaccare gli equilibri interni) alla procedura di sostituzione dell'attuale cda presieduto da Agostino Giglio, da quasi un anno in regime di prorogatio, sembra adesso che l'amministrazione Valente sia pronta a presentare a breve in consiglio comunale i nomi dei possibili papabili. E prima che ciò avvenga, è l'opposizione a piantare alcuni paletti.
Lo si evince chiaramente dalle parole di Rino Vendola, capogruppo di "Per Gravina". E' lui a mettere sul tappeto, in un insolito rovesciamento delle parti, il nome al quale la maggioranza starebbe pensando per la fondazione: "Ci consta che la maggioranza - dice Vendola - si stia orientando sulla persona di Mario Burdi, già candidato alle scorse elezioni tra le liste vicine a Valente. Sia chiaro: nulla di personale nei confronti di Burdi, che peraltro non conosco direttamente, ma ci aspettiamo una scelta diversa". Ovvero una designazione non riconducibile, in alcun modo, quanto meno in maniera diretta, al mondo della politica, bensì a quello della cultura. Segue l'identikit del candidato ideale per le opposizioni: "Un nome altisonante e meritevole, uomo o donna di cultura e soprattutto dotato di grande moralità, in grado di comprendere l'importanza del patrimonio da amministrare e di saperlo gestire correttamente".
Sul punto, Vendola non si esime dall'avanzare proposte, con tanto di nome e cognome. Se giorni fa, attraverso facebook, l'ex sindaco (che nominò il consiglio ed il presidente ancora oggi in carica) lanciò la candidatura di Ninì Langiulli, avvocato e poeta, "un nome a cui penso da anni", spiega a Gravinalife, altri se ne aggiungono adesso alla lista: "Altri esempi sono possibili: penso, tra i tanti, al professor Rubini o al dottor Amodio".
Facile, a questo punto, prevedere che in consiglio comunale ottenere l'unanimità sulle nomine sarà cosa ardua.