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Oltrememorie e Radiodervish

L’ecomuseo dell’acqua e della pietra comincia a prendere forma. Radiodervish in concerto: “Stay human”, il motto della serata.

L'ecomuseo dell'acqua e della pietra ed il museo Archeologico, progettati nell'ambito dei Syssitia (simposi di lavoro partecipati), iniziano a prendere forma nell'immaginario di chi si aspettava, a partire da luglio, almeno di passeggiare attraverso i percorsi naturalistici, creati ad hoc anche per i disabili.

Le mura perimetrali del castello Svevo hanno abbracciato idealmente il grande numero di gravinesi che anche ieri sera ha partecipato al quinto appuntamento di Archè. "Sotto di voi avete un vulcano che spinge, si sente un'energia pazzesca, siete tutti appassionatissimi, ho accettato questo incarico volentieri perchè ci vedo un riscatto pazzesco qui a Gravina", premette Franco Rondelli, responsabile per l'allestimento del museo archeologico. E spiega nel dettaglio in che cosa consisterà il suo intervento di "metacultura" così come lo ha definito: "Il progetto del museo sarà innovativo, senza che ve ne rendiate conto. Basti pensare che il 92% delle informazioni del mondo sono digitalizzate ed il mio ruolo è quello di effettuare una mappatura del territorio, farò una scansione tridimensionale dei vostri vasi ad esempio, in questo modo possiamo riprodurli se andassero distrutti, ma soprattutto ci sarà la foto ufficiale dell'oggetto, che gli smartphone potranno riconoscere grazie al "Qr code" e rimandare ad una scheda informativa. Nel nostro museo si vedranno oggetti", continua l'architetto, dichiarando guerra ai filmati proiettati nei musei. "Non si deve fermare una persona a metà di un percorso museale, i punti informativi costituisco un'interruzione della sua attenzione, una persona deve essere guidata dalla sua curiosità. Questi oggetti sono un ponte prima per poter prendere delle informazioni, sul posto per trovare i luoghi e dopo, una volta a casa, per approfondire tutto quello al visitatore interessa. Il museo sarà sempre nutrito di informazioni". Sarà proprio questo il senso di "Oltrememoria": costruire un ponte digitalizzato tra quello che rimane del nostro passato e quello che potrebbe sopravvivere nel futuro. La creazione quindi di una serie di collegamenti, di "link" nel linguaggio informatico, tra oggetti (che potrebbero essere presenti nel museo anche solo in forma digitale) ed informazioni: "Anche se un oggetto non è esposto, il visitatore saprebbe che lì in quel punto per esempio c'era un'anfora e cliccando sulla mappa può vederla esattamente nella sua originale collocazione, non solo, delle cose ma anche delle intelligenze, dei mestieri degli artigiani. Possiamo catalogare tutto e tutto avrà un indirizzo internet nel quale andare a cercare tutti gli oggetti". Soddisfatto anche Pietro Laureano, responsabile del progetto dei percorsi naturalistici del museo dell' "Acqua e della Pietra" che ha individuato dei punti di convergenza con quanto progettato nel corso de Syssitia: "La forza di questo progetto sta nella partecipazione e questo incide sulla popolazione che ha dato un contributo alla sua creazione".

Tale progetto, già illustrato in maniera particolareggiata nella serata conclusiva ai simposi partecipati, si propone di creare due percorsi naturalistici: "Un patrimonio di questa entità se lo vogliamo preservare dobbiamo fare in modo che sia visitabile e visitato e che ci siano le economie per poterle gestire. Le economie le porta il turismo, vuol dire organizzazione, strutture e anche narrazione, se non le raccontiamo non saranno visitate e da qui nasce l'idea dei percorsi", l'architetto, consulente Unesco ed esperto di zone aride insiste sulla unicità del territorio gravinese e di come questi interventi siano fondamentali per metterlo in risalto: "Abbiamo Botromagno e la città storica, quindi abbiamo diviso il paesaggio in quadranti che hanno il loro fulcro nel ponte acquedotto. Da una parte abbiamo il tempo, lo spazio è il centro storico, la parte a nord è la parte del'acqua e della natura e quella a sud è la parte della pietra". Ma come raccontare questo mondo affascinante: "Facendo realizzare 8 sculture che compongono la parola syssitia che andranno ad individuare il nostro percorso. La multidimensionalità è importante, ogni parete è uno spazio che si può dilatare all'infinito, queste pietre saranno dotate di "Qr code" e daranno delle informazioni, che non saranno esaustive, noi vogliamo che chi va vicino reinterpreti il percorso". A questo punto una domanda nasce spontanea, come ovviare alla piaga del vandalismo? "Il bastione, sarà il centro informazioni, qui metteremo un centro di telecamere che terranno sotto controllo il ponte acquedotto, mettiamo delle telecamere dappertutto e magari mandiamo le immagini su internet, in modo tale che tutto il mondo possa tenere sotto controllo le immagini". Presente anche il soprintendente per i Beni Archeologici della regione Puglia, Luigi La Rocca che ha cercato di chiarire in qualche modo, la nebulosa situazione del parco archeologico di Botromagno: "Tante, forse troppe le occasioni mancate. Le ricerche scientifiche fatte su Botromagno hanno dato vita a molte pubblicazioni, ma sono rimaste chiuse, non le abbiamo divulgate. Vogliamo dare vita alla ricognizione di piccole zone del parco, ripristinando quelle zone che sono già venute alla luce e che versano in stato di abbandono, tanto per fare un esempio, pensiamo alle tombe a camera". Ma per fare questo è necessario trovare dei fondi aggiunge La Rocca: "Abbiamo stilato un progetto per Botromagno, è tutto pronto ma dobbiamo recuperare dei fondi, perciò fino a quando nono avremo fatto non mi sbilancio" . Presenti all'incontro l'assessore alla cultura Laura Marchetti e il presidente della fondazione E. P. Santomasi, Agostino Giglio. Molti restano i quesiti da chiarire, ad esempio come mai si parli dei percorsi ancora in via del tutto teorica. A consolare gli animi di quanto non abbiano vista soddisfatta la propria curiosità, arriva la voce di Nabil Salameh. I Radiodervish hanno offerto uno spettacolo stupendo fatto di atmosfere rarefatte e quasi oniriche, di paesaggi lontani e orientali. Hanno cantato sul motto "Stay Human", ricordando Vittorio Arrigoni che Salameh definisce "partigiano dell'umanità". O ancora ricordando la triste fine di Pippa Bacca, che vestita da sposa si mise in viaggio per Gerusalemme in autostop, per ricongiungersi con il suo sposo e poi violentata e uccisa da un uomo che le aveva offerto un passaggio, cantano "Velo di sposa" . Invece "In fondo ai tuoi occhi" il cantante la introduce: "Anche qui c'è bisogno di una primavera nelle piazze".

Sventola una bandiera della pace, negli occhi lucidi del pubblico in religioso silenzio, si specchia un grande spettacolo, quello dell'umanità dei Radiodervish.
23 fotoArchè: Oltrememorie e Radiodervish
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