Cronaca
Omicidio Albergo: eseguita l'autopsia
Emergono nuovi particolari sul delitto del quarantatreenne. Sabato pomeriggio i funerali.
Gravina - sabato 17 novembre 2012
00.10
Il killer che s'avvicina lesto nella penombra della sera, senza essere visto. La vittima che ignara gli dà le spalle mentre fa scendere la saracinesca del garage. Il sicario che arriva a pochi centimetri, poi apre il fuoco. Una volta, un'altra volta ed una volta ancora, prima di darsi alla fuga.
Aprirebbe nuovi scenari, almeno nella ricostruzione della dinamica, l'esame autoptico svolto giovedì sul cadavere dii Mario Albergo, il quarantatreenne ucciso lunedì scorso mentre rincasava nella sua abitazione di via Guida. Gli accertamenti necroscopici eseguiti alla presenza dei consulenti di parte dall'anatomo-patologo nominato dalla Procura non danno certezze. Per quelle, occorrerà attendere: il perito depositerà la sua relazione solo tra un paio di mesi, come da codice di rito. Nulla dicono gli investigatori, in questa fase devoti osservanti della più ferrea regola del silenzio. Restano le indiscrezioni sulle poche sensazioni che l'autopsia avrebbe già fornito a chi indaga. Elementi dai quali si desumerebbe che sarebbero stati effettivamente due i colpi di pistola calibro 7.65 che avrebbero attinto l'uomo nel mentre rientrava nella propria abitazione, attorno alle 21.45 di lunedì. Ma la novità sostanziale è che i due colpi, ed il condizionale è d'obbligo in attesa di conferme investigative e scientifiche, sarebbero stati esplosi non frontalmente, bensì alle spalle. Albergo, insomma, sarebbe stato sorpreso mentre con la chiave azionava il motorino elettrico che governa la saracinesca del suo garage, con lo sguardo rivolto all'interno del locale e non verso la strada. E prima di riuscire a completare l'opera, sarebbe stato raggiunto dal suo assassino. Il rumore della serranda in discesa avrebbe coperto i passi del killer ed attutito gli spari. Che sarebbero stati almeno tre: due sarebbero andati a segno, rivelandosi letali, specie quello alla testa. Il terzo, invece, non sarebbe mai stato esploso perchè l'arma si sarebbe inceppata. Rilasciando solo il bossolo poi rinvenuto a terra.
Dettagli di non poco conto, tutti in attesa di verifica, che spiegherebbero anche il perchè della mancata reazione di Albergo. Nell'arco delle prossime settimane, con il deposito della perizia, il quadro si chiarirà ulteriormente, fugando ogni ombra di dubbio. Intanto, le indagini continuano a ritmo serrato: gli investigatori sembrano convinti che particolari utili alla ricostruzione dei fatti ed all'identificazione dell'omicida (e dei suoi eventuali complici) possano emergere dai filmati delle telecamere dei sistemi di videosorveglianza degli esercizi commerciali attivi in zona. Non a caso, sarebbero state acquisite le registrazioni degli impianti di un'area alquanto vasta. E si cercherebbe anche nei video dei giorni precedenti il volto di chi ha premuto il grilletto: pare ormai assodato che chi sia entrato in azione avesse studiato attentamente le mosse del suo bersaglio umano, seguendolo o addirittura appostandosi nei pressi della sua abitazione.
Quanto al movente dell'agguato, ed all'individuazione dell'ambiente in cui l'azione delittuosa sarebbe maturata, gli inquirenti non si sbilanciano, lasciando intendere di non ritenere di poter scartare al momento alcuna pista, anche se resterebbe privilegiata quella che conduce al mondo della criminalità organizzata, come d'altronde indirettamente testimonierebbe la titolarità del fascicolo istruttorio, affidato al sostituto procuratore Eugenia Pontassuglia, magistrato in forza alla Direzione distrettuale antimafia.
Echi da un'inchiesta. Resta il lato umano della storia, con una famiglia distrutta dal dolore ed una Gravina che assiste muta al secondo fatto di sangue in meno di un mese e mezzo. Albergo era sposato e padre di tre figli, il più piccolo dei quali di tre anni appena. In passato era incappato nell'operazione di polizia giudiziaria che aveva disarticolato i clan locali, ma s'era poi rifatto una vita, ripete chi lo conosceva. E dal 2002 il suo nome era scomparso dai radar investigativi. Da qualche anno lavorava alle dipendenze di una ditta di trasporti e girava la Puglia e l'Italia per sbarcare il lunario. Sabato pomeriggio alle 15, nella chiesa dei santi Pietro e Paolo, la celebrazione dei suoi funerali. Per "Mario l'altamurano", l'ultimo viaggio.
Aprirebbe nuovi scenari, almeno nella ricostruzione della dinamica, l'esame autoptico svolto giovedì sul cadavere dii Mario Albergo, il quarantatreenne ucciso lunedì scorso mentre rincasava nella sua abitazione di via Guida. Gli accertamenti necroscopici eseguiti alla presenza dei consulenti di parte dall'anatomo-patologo nominato dalla Procura non danno certezze. Per quelle, occorrerà attendere: il perito depositerà la sua relazione solo tra un paio di mesi, come da codice di rito. Nulla dicono gli investigatori, in questa fase devoti osservanti della più ferrea regola del silenzio. Restano le indiscrezioni sulle poche sensazioni che l'autopsia avrebbe già fornito a chi indaga. Elementi dai quali si desumerebbe che sarebbero stati effettivamente due i colpi di pistola calibro 7.65 che avrebbero attinto l'uomo nel mentre rientrava nella propria abitazione, attorno alle 21.45 di lunedì. Ma la novità sostanziale è che i due colpi, ed il condizionale è d'obbligo in attesa di conferme investigative e scientifiche, sarebbero stati esplosi non frontalmente, bensì alle spalle. Albergo, insomma, sarebbe stato sorpreso mentre con la chiave azionava il motorino elettrico che governa la saracinesca del suo garage, con lo sguardo rivolto all'interno del locale e non verso la strada. E prima di riuscire a completare l'opera, sarebbe stato raggiunto dal suo assassino. Il rumore della serranda in discesa avrebbe coperto i passi del killer ed attutito gli spari. Che sarebbero stati almeno tre: due sarebbero andati a segno, rivelandosi letali, specie quello alla testa. Il terzo, invece, non sarebbe mai stato esploso perchè l'arma si sarebbe inceppata. Rilasciando solo il bossolo poi rinvenuto a terra.
Dettagli di non poco conto, tutti in attesa di verifica, che spiegherebbero anche il perchè della mancata reazione di Albergo. Nell'arco delle prossime settimane, con il deposito della perizia, il quadro si chiarirà ulteriormente, fugando ogni ombra di dubbio. Intanto, le indagini continuano a ritmo serrato: gli investigatori sembrano convinti che particolari utili alla ricostruzione dei fatti ed all'identificazione dell'omicida (e dei suoi eventuali complici) possano emergere dai filmati delle telecamere dei sistemi di videosorveglianza degli esercizi commerciali attivi in zona. Non a caso, sarebbero state acquisite le registrazioni degli impianti di un'area alquanto vasta. E si cercherebbe anche nei video dei giorni precedenti il volto di chi ha premuto il grilletto: pare ormai assodato che chi sia entrato in azione avesse studiato attentamente le mosse del suo bersaglio umano, seguendolo o addirittura appostandosi nei pressi della sua abitazione.
Quanto al movente dell'agguato, ed all'individuazione dell'ambiente in cui l'azione delittuosa sarebbe maturata, gli inquirenti non si sbilanciano, lasciando intendere di non ritenere di poter scartare al momento alcuna pista, anche se resterebbe privilegiata quella che conduce al mondo della criminalità organizzata, come d'altronde indirettamente testimonierebbe la titolarità del fascicolo istruttorio, affidato al sostituto procuratore Eugenia Pontassuglia, magistrato in forza alla Direzione distrettuale antimafia.
Echi da un'inchiesta. Resta il lato umano della storia, con una famiglia distrutta dal dolore ed una Gravina che assiste muta al secondo fatto di sangue in meno di un mese e mezzo. Albergo era sposato e padre di tre figli, il più piccolo dei quali di tre anni appena. In passato era incappato nell'operazione di polizia giudiziaria che aveva disarticolato i clan locali, ma s'era poi rifatto una vita, ripete chi lo conosceva. E dal 2002 il suo nome era scomparso dai radar investigativi. Da qualche anno lavorava alle dipendenze di una ditta di trasporti e girava la Puglia e l'Italia per sbarcare il lunario. Sabato pomeriggio alle 15, nella chiesa dei santi Pietro e Paolo, la celebrazione dei suoi funerali. Per "Mario l'altamurano", l'ultimo viaggio.