Cronaca
Omicidio Balducci: Desiante sceglie il silenzio e resta in carcere
Lo ha deciso il Gip dopo l'interrogatorio. Oggi il conferimento dell'incarico per l'autopsia.
Gravina - mercoledì 10 luglio 2013
00.30
Michele Desiante resta in carcere.
Il meccanico di 27 anni accusato di aver assassinato a coltellate il ventottenne Angelo Balducci è comparso ieri davanti al Gip del Tribunale di Bari, Michele Parisi, per la convalida e l'interrogatorio di garanzia. L'udienza, svoltasi nella casa circondariale barese, presso la quale il giovane gravinese è detenuto, è durata pochi minuti: Desiante, difeso dagli avvocati Rino e Lorenzo Vendola, s'è avvalso della facoltà di non rispondere. A suo carico il Gip, dopo aver disposto la convalida dell'arresto, ha applicato la misura cautelare della custodia carceraria, come peraltro richiesto dalla Procura attraverso il sostituto procuratore Baldo Pisani, titolare dell'inchiesta.
Adesso la partita giudiziaria potrebbe spostarsi davanti al Tribunale del riesame, o tornare al vaglio del Gip, pur se in tempi non rapidissimi: i difensori dell'indagato sembrerebbero infatti intenzionati a giocare anche la carta delle indagini difensive per ricercare elementi in grado di indebolire la ricostruzione accusatoria o, quanto meno, di alleggerire la posizione del proprio assistito. Finito dietro le sbarre con l'accusa di omicidio volontario: secondo gli inquirenti, Desiante avrebbe ucciso Balducci al termine di una lite scoppiata per futili motivi. Attorno alle 3 di domenica i due sarebbero giunti in via Reggio Calabria, a bordo dell'auto condotta da Desiante. Nelle immagini catturate dalla telecamera di un sistema di videosorveglianza l'agghiacciante sequenza: nel filmato, poi acquisito dai Carabinieri ed ora agli atti, si vedrebbe la vettura che si ferma. I passeggeri scendono. Parlerebbero per strada, senza neppure agitarsi tanto. D'improvviso il meccanico tornerebbe sui suoi passi, riaprirebbe lo sportello, tirerebbe fuori un coltello ed inizierebbe a colpire l'amico, fino a lasciarlo esanime sull'asfalto (nella foto, con ancora ben visibili le chiazze di sangue, il luogo del delitto, ndr). Il resto è scritto nelle informative: mentre Balducci viene trasferito in ambulanza all'ospedale di Altamura, dove però giungerà già cadavere, Desiante va al Pronto Soccorso, a farsi medicare una ferita procuratasi da sè, proprio con l'arma del delitto. Ed è lì, nelle stanze del "Santa Maria del Piede", che lo trovano e lo bloccano i militari della Benemerita, dopo essere giunti in via Reggio Calabria ed aver avviato controlli e ricerche.
Nella mattinata di oggi l'inchiesta dovrebbe conoscere nuovi sviluppi, con il conferimento dell'incarico peritale ai medici chiamati ad effettuare l'autopsia sul corpo della vittima, custodito nelle celle frigorifere dell'Istituto di medicina legale. Stando ai risultati dell'ispezione cadaverica esterna, Balducci (sposato e padre di due bimbe in tenera età) sarebbe stato colpito più volte (ben 18, si sussurra in ambienti investigativi). Mortali si sarebbero rivelate, in particolare, le coltellate al torace ed al collo. Ripetute, molteplici. Segno d'una furia ancora senza spiegazione. Anche per questo le indagini continuano.
Il meccanico di 27 anni accusato di aver assassinato a coltellate il ventottenne Angelo Balducci è comparso ieri davanti al Gip del Tribunale di Bari, Michele Parisi, per la convalida e l'interrogatorio di garanzia. L'udienza, svoltasi nella casa circondariale barese, presso la quale il giovane gravinese è detenuto, è durata pochi minuti: Desiante, difeso dagli avvocati Rino e Lorenzo Vendola, s'è avvalso della facoltà di non rispondere. A suo carico il Gip, dopo aver disposto la convalida dell'arresto, ha applicato la misura cautelare della custodia carceraria, come peraltro richiesto dalla Procura attraverso il sostituto procuratore Baldo Pisani, titolare dell'inchiesta.
Adesso la partita giudiziaria potrebbe spostarsi davanti al Tribunale del riesame, o tornare al vaglio del Gip, pur se in tempi non rapidissimi: i difensori dell'indagato sembrerebbero infatti intenzionati a giocare anche la carta delle indagini difensive per ricercare elementi in grado di indebolire la ricostruzione accusatoria o, quanto meno, di alleggerire la posizione del proprio assistito. Finito dietro le sbarre con l'accusa di omicidio volontario: secondo gli inquirenti, Desiante avrebbe ucciso Balducci al termine di una lite scoppiata per futili motivi. Attorno alle 3 di domenica i due sarebbero giunti in via Reggio Calabria, a bordo dell'auto condotta da Desiante. Nelle immagini catturate dalla telecamera di un sistema di videosorveglianza l'agghiacciante sequenza: nel filmato, poi acquisito dai Carabinieri ed ora agli atti, si vedrebbe la vettura che si ferma. I passeggeri scendono. Parlerebbero per strada, senza neppure agitarsi tanto. D'improvviso il meccanico tornerebbe sui suoi passi, riaprirebbe lo sportello, tirerebbe fuori un coltello ed inizierebbe a colpire l'amico, fino a lasciarlo esanime sull'asfalto (nella foto, con ancora ben visibili le chiazze di sangue, il luogo del delitto, ndr). Il resto è scritto nelle informative: mentre Balducci viene trasferito in ambulanza all'ospedale di Altamura, dove però giungerà già cadavere, Desiante va al Pronto Soccorso, a farsi medicare una ferita procuratasi da sè, proprio con l'arma del delitto. Ed è lì, nelle stanze del "Santa Maria del Piede", che lo trovano e lo bloccano i militari della Benemerita, dopo essere giunti in via Reggio Calabria ed aver avviato controlli e ricerche.
Nella mattinata di oggi l'inchiesta dovrebbe conoscere nuovi sviluppi, con il conferimento dell'incarico peritale ai medici chiamati ad effettuare l'autopsia sul corpo della vittima, custodito nelle celle frigorifere dell'Istituto di medicina legale. Stando ai risultati dell'ispezione cadaverica esterna, Balducci (sposato e padre di due bimbe in tenera età) sarebbe stato colpito più volte (ben 18, si sussurra in ambienti investigativi). Mortali si sarebbero rivelate, in particolare, le coltellate al torace ed al collo. Ripetute, molteplici. Segno d'una furia ancora senza spiegazione. Anche per questo le indagini continuano.