Territorio
Parco dell'Alta Murgia, eliminata infestazione dalla pianta ailanto
Una specie asiatica molto invasiva
Gravina - giovedì 19 dicembre 2019
10.30
Nel Parco nazionale dell'Alta Murgia oltre 680 aree sono state liberate dall'infestazione della specie invasiva asiatica "Ailanthus altissima", l'ailanto. Si è concluso un progetto che ha avuto inizio ad ottobre 2013, approvato dalla Commissione Europea, nell'ambito del Programma Life dell'Unione Europea.
Soddisfazione è stata espressa dal maggiore Giuliano Palomba del Reparto Carabinieri Parco Nazionale Alta Murgia e dal coordinatore del progetto Maurizio Vurro, dirigente di ricerca Cnr-Ispa. Circa 200 ettari sono stati interessati da "interventi a basso impatto ambientale", basati su trattamenti localizzati direttamente nel tronco delle piante indesiderate. Il progetto ha visto coinvolti come partner il Reparto Carabinieri del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, l'Ente Parco, l'Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali (Arif) della Regione Puglia, tutti coordinati dal CNR-Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari di Bari.
I trattamenti si sono svolti in tutta l'area protetta. L'ailanto è tra le specie arboree più dannose e diffuse in Europa e rappresenta una grave minaccia per la biodiversità, in quanto poco esigente e a crescita molto rapida. Nelle aree naturali del Parco si era diffusa formando "popolamenti monospecifici ad alta densità", sottraendo spazio alle specie autoctone e producendo cambiamenti significativi in termini di composizione floristica. Le piante di ailanto, inoltre, avevano invaso manufatti di importanza architettonica e storica, quali antichi jazzi e mungituri, aree limitrofe alle cisterne interrate, masserie abbandonate, sino a nasconderle o renderle inutilizzabili.
Oltre agli interventi diretti di controllo svolti sul territorio, il progetto ha permesso anche di svolgere azioni di informazione e sensibilizzazione della popolazione ai temi riguardanti la salvaguardia della biodiversità, la gestione del territorio e la dannosità delle specie aliene invasive. Non è mancato il dibattito per l'utilizzo del "glifosate", il cui impiego è stato approvato in quanto ritenuto necessario per debellare questa specie arborea.
Soddisfazione è stata espressa dal maggiore Giuliano Palomba del Reparto Carabinieri Parco Nazionale Alta Murgia e dal coordinatore del progetto Maurizio Vurro, dirigente di ricerca Cnr-Ispa. Circa 200 ettari sono stati interessati da "interventi a basso impatto ambientale", basati su trattamenti localizzati direttamente nel tronco delle piante indesiderate. Il progetto ha visto coinvolti come partner il Reparto Carabinieri del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, l'Ente Parco, l'Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali (Arif) della Regione Puglia, tutti coordinati dal CNR-Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari di Bari.
I trattamenti si sono svolti in tutta l'area protetta. L'ailanto è tra le specie arboree più dannose e diffuse in Europa e rappresenta una grave minaccia per la biodiversità, in quanto poco esigente e a crescita molto rapida. Nelle aree naturali del Parco si era diffusa formando "popolamenti monospecifici ad alta densità", sottraendo spazio alle specie autoctone e producendo cambiamenti significativi in termini di composizione floristica. Le piante di ailanto, inoltre, avevano invaso manufatti di importanza architettonica e storica, quali antichi jazzi e mungituri, aree limitrofe alle cisterne interrate, masserie abbandonate, sino a nasconderle o renderle inutilizzabili.
Oltre agli interventi diretti di controllo svolti sul territorio, il progetto ha permesso anche di svolgere azioni di informazione e sensibilizzazione della popolazione ai temi riguardanti la salvaguardia della biodiversità, la gestione del territorio e la dannosità delle specie aliene invasive. Non è mancato il dibattito per l'utilizzo del "glifosate", il cui impiego è stato approvato in quanto ritenuto necessario per debellare questa specie arborea.