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La città

Pasquetta, come si festeggiava un tempo?

Il significato della gita del lunedì. La tavola per riunire la famiglia

La tradizione della Pasqua e Pasquetta a Gravina è ricca di riti, di credenze, di celebrazioni. Facciamo un tuffo nel passato e scopriamo vecchie usanze che destano curiosità. Un tempo la Quaresima iniziava con il lavaggio delle stoviglie con acqua e cenere per eliminare i residui di carne in osservanza del periodo di astinenza dalla carne imposto dalla Chiesa.
La gita fuori porta era tradizione anche passata. Si organizzavano scampagnate e pranzi. Si preparava pasta al forno, fritture di carciofi, zucchine, asparagi e gli immancabili "finocchietti", tutt'altro che semplice verdura, come il titolo ingannevole rievoca (verdura selvaticaa disposta in una teglia con agnello, mozzarella, uova, formaggio).

La gita nelle campagne limitrofe, o più tardi, nelle zone balneari vicine, secondo il credo religioso, dovrebbe ricordare l'apparizione di Gesù a due discepoli in cammino verso Emmaus, antica città della Palestina situata 11 chilometri a nord-ovest di Gerusalemme. In ricordo di quel viaggio si giustifica la nostra Pasquetta.
Un'altra simpatica usanza gravinese era la preparazione della "scarcella" (un biscotto) fatta dalle mamme e conservata per una settimana, perché i bambini potessero consumarla solo e unicamente il giorno di Pasqua assieme alle uova lessate e colorate e ai taralli con la glassa.

Buona Pasquetta a tutti...e che il sole illimini le nostre scampagnate.
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