Palazzo di città
Piscina comunale ancora a secco
Comune e impresa discutono sulla fideiussione bancaria. Valente: " Nei prossimi giorni approveremo atti importanti".
Gravina - mercoledì 6 marzo 2013
09.25
"Realizzare la piscina in lotti funzionanti per non mettere a rischio la stabilità economica del Comune e dell'Ati realizzatrice dei lavori".
È questa la decisione finale presa al termine di una lunga riunione tra le parti per discutere del destino della piscina comunale di prossima realizzazione nella zona artigianale in prossimità del centro servizi. Oggetto dell'incontro la rinegoziazione della fideiussione bancaria a carico del Comune, che ammonterebbe a 3.250.000 euro, pari a circa il 70% dell'intero investimento, così come sancito dalla convenzione sottoscritta nel 2010 tra l'ati "Società Sportiva Dilettantistica DP Swimming s.r.l." e l'amministrazione comunale del tempo. "Un impegno troppo grosso e soprattutto troppo rischioso per il bilancio comunale", chiarisce oggi il sindaco Alesio Valente, che già nel luglio del 2012 - a poche settimana dal suo insediamento - aveva chiesto di ridimensionare la fideiussione "per evitare così di indebitarci ulteriormente e di compromettere anche la stabilità finanziaria dell'impresa che si è aggiudicata i lavori".
La costruzione dell'impianto sportivo fu deliberata nel 2007, ma solo nel 2010 furono espletate le procedure di appalto per una spesa complessiva di 4.659.000 euro. A fronte di un investimento e dell'impegno a costruire e gestire l'impianto sportivo da parte della società aggiudicataria, il Comune aveva assunto l'impegno a cedere in diritto di superficie per un trentennio i suoli si cui realizzare la piscina ed a rilasciare altresì una garanzia fideiussoria del finanziamento che sarebbe stato richiesto dalla ditta all'Istituto per il credito sportivo. Ma a rovinare i programmi e ad inasprire i rapporti tra le parti è arrivata la legge di stabilità del 2012, che impone severi limiti al ricorso all'indebitamento, mentre la prestazione della garanzia fideiussoria nei termini stabiliti, si legge nella delibera del 2012, "ridurrebbe notevolmente, sino ad azzerarla, l'ulteriore capacità di indebitamento del Comune, compromettendo irrimediabilmente la possibilità di nuovi investimenti per il futuro".
Cosa succederà ora? Risponde Valente: "Siamo in una situazione non facile e su alcuni punti le parti sembrano ancora lontane, ma nei prossimi giorni saranno approvati gli atti definitivi per decidere cosa fare e come superare lo scoglio".
È questa la decisione finale presa al termine di una lunga riunione tra le parti per discutere del destino della piscina comunale di prossima realizzazione nella zona artigianale in prossimità del centro servizi. Oggetto dell'incontro la rinegoziazione della fideiussione bancaria a carico del Comune, che ammonterebbe a 3.250.000 euro, pari a circa il 70% dell'intero investimento, così come sancito dalla convenzione sottoscritta nel 2010 tra l'ati "Società Sportiva Dilettantistica DP Swimming s.r.l." e l'amministrazione comunale del tempo. "Un impegno troppo grosso e soprattutto troppo rischioso per il bilancio comunale", chiarisce oggi il sindaco Alesio Valente, che già nel luglio del 2012 - a poche settimana dal suo insediamento - aveva chiesto di ridimensionare la fideiussione "per evitare così di indebitarci ulteriormente e di compromettere anche la stabilità finanziaria dell'impresa che si è aggiudicata i lavori".
La costruzione dell'impianto sportivo fu deliberata nel 2007, ma solo nel 2010 furono espletate le procedure di appalto per una spesa complessiva di 4.659.000 euro. A fronte di un investimento e dell'impegno a costruire e gestire l'impianto sportivo da parte della società aggiudicataria, il Comune aveva assunto l'impegno a cedere in diritto di superficie per un trentennio i suoli si cui realizzare la piscina ed a rilasciare altresì una garanzia fideiussoria del finanziamento che sarebbe stato richiesto dalla ditta all'Istituto per il credito sportivo. Ma a rovinare i programmi e ad inasprire i rapporti tra le parti è arrivata la legge di stabilità del 2012, che impone severi limiti al ricorso all'indebitamento, mentre la prestazione della garanzia fideiussoria nei termini stabiliti, si legge nella delibera del 2012, "ridurrebbe notevolmente, sino ad azzerarla, l'ulteriore capacità di indebitamento del Comune, compromettendo irrimediabilmente la possibilità di nuovi investimenti per il futuro".
Cosa succederà ora? Risponde Valente: "Siamo in una situazione non facile e su alcuni punti le parti sembrano ancora lontane, ma nei prossimi giorni saranno approvati gli atti definitivi per decidere cosa fare e come superare lo scoglio".