La città
Posto un cancello sulla salita che conduce al castello Svevo di Gravina
Un ostacolo facilmente eludibile. La costruzione federiciana non è più accessibile da un paio di mesi
Gravina - mercoledì 31 agosto 2011
A circa un chilometro da Gravina, lungo la strada che porta a Spinazzola, si trovano i resti del castello di Gravina. Costruito tra il 1224 e il 1231 ad opera dell'architetto e scultore fiorentino Fuccio, su incarico dell'imperatore Federico II, era destinato ad essere un ritrovo di caccia con annesso un parco per l'uccellagione ed un lago artificiale. Appartenne agli Orsini fino al 1806 allorquando passò alla famiglia Pomarici Santomasi che lo donò alla città.
Purtroppo il grave stato d'abbandono protrattosi per secoli ne ha provocato un progressivo degrado. Numerosi gli atti vandalici da cui veniva puntualmente colpita la costruzione federiciana come la distruzione dei fari che lo illuminavano, rotti e rubati o l'inciviltà testimoniata dall'immondizia costituita da fazzolettini e preservativi lasciati da coppiette che vi avevano individuato una location dove trascorrere momenti di intimità al cospetto del belvedere della città o da siringhe utilizzate da drogati. Per non parlare della discarica a cielo aperto costituita di immondizia alle sue spalle.
Vari i tentativi da parte dell'amministrazione comunale per preservare il bene. Lo scorso anno vi aveva posto una sbarra per evitare il passaggio ma era stata prontamente manomessa e resa fuori uso. Da qualche mese, è stato invece posto un cancello sulla salita che conduce al castello ma anch'esso è facilmente attraversabile a piedi senza necessità di scavalcarlo (vedi foto). Dunque, se l'obiettivo dell'amministrazione era solo quello di ostacolare le coppiette, è stato raggiunto fino a quando qualche auto non deciderà di buttarlo giù. Nessun freno, invece, per coloro che da sempre hanno usato il castello come luogo di perdizione attraverso droghe ed alcool. Pochi metri a piedi dopo aver oltrepassato il cancello e comunque la fortezza è accessibile.
L'idea nata quando Lorenzo Tremamunno era assessore alla cultura, ovvero la scorsa estate è buona ma servirebbe anche un'attenta vigilanza se si vuole recuperare la funzionalità completa della costruzione.
"L'obiettivo del cancello è quello di rendere pulita e presentabile l'area e la struttura stessa in modo da recuperarla e trasformarla in un centro di aggregazione culturale" – queste le parole di Tremamunno.
Speriamo che il cancello non serva solo a lasciare questo patrimonio in balia di se stesso ma che l'amministrazione mantenga la parola data.
Purtroppo il grave stato d'abbandono protrattosi per secoli ne ha provocato un progressivo degrado. Numerosi gli atti vandalici da cui veniva puntualmente colpita la costruzione federiciana come la distruzione dei fari che lo illuminavano, rotti e rubati o l'inciviltà testimoniata dall'immondizia costituita da fazzolettini e preservativi lasciati da coppiette che vi avevano individuato una location dove trascorrere momenti di intimità al cospetto del belvedere della città o da siringhe utilizzate da drogati. Per non parlare della discarica a cielo aperto costituita di immondizia alle sue spalle.
Vari i tentativi da parte dell'amministrazione comunale per preservare il bene. Lo scorso anno vi aveva posto una sbarra per evitare il passaggio ma era stata prontamente manomessa e resa fuori uso. Da qualche mese, è stato invece posto un cancello sulla salita che conduce al castello ma anch'esso è facilmente attraversabile a piedi senza necessità di scavalcarlo (vedi foto). Dunque, se l'obiettivo dell'amministrazione era solo quello di ostacolare le coppiette, è stato raggiunto fino a quando qualche auto non deciderà di buttarlo giù. Nessun freno, invece, per coloro che da sempre hanno usato il castello come luogo di perdizione attraverso droghe ed alcool. Pochi metri a piedi dopo aver oltrepassato il cancello e comunque la fortezza è accessibile.
L'idea nata quando Lorenzo Tremamunno era assessore alla cultura, ovvero la scorsa estate è buona ma servirebbe anche un'attenta vigilanza se si vuole recuperare la funzionalità completa della costruzione.
"L'obiettivo del cancello è quello di rendere pulita e presentabile l'area e la struttura stessa in modo da recuperarla e trasformarla in un centro di aggregazione culturale" – queste le parole di Tremamunno.
Speriamo che il cancello non serva solo a lasciare questo patrimonio in balia di se stesso ma che l'amministrazione mantenga la parola data.