Territorio
Presentato il progetto antincendio nel bosco, un vivace confronto
Un incontro con l'assessore regionale Giovanni Giannini
Gravina - lunedì 14 ottobre 2019
Regione Puglia, Amministrazione comunale e cittadini a confronto sul progetto che prevede il recupero delle acque reflue per l'antincendio nel bosco comunale Difesa Grande. Una conferenza introdotta dal presidente della commissione consiliare che si occupa del bosco, Domenico Calderoni.
Un dibattito acceso che ha visto un serrato confronto tra l'idea progettuale presentata dall'amministrazione comunale e le proposte alternative di chi il bosco difesa Grande, lo ha a cuore: associazioni e liberi cittadini.
Un progetto che nasce dalla necessità di avere acqua a disposizione per affrontare gli incendi e che grazie alla disponibilità della Regione verrà realizzato nel bosco Difesa Grande con un riutilizzo delle acque reflue, sia per gli incendi che per l'agricoltura- ha spiegato il Sindaco Alesio Valente.
Dopo gli interventi del primo cittadino e degli assessori Dibattista e Lafabiana, ad illustrare lo studio di fattibilità tecnico- economica è stato il progettista Mario Toriello, che volendo fugare dubbi e insinuazioni provenute da più parti, ha voluto rimarcare come alcune delle criticità quali la tropicalizzazione, la deforestazione e lo spreco di acque non siano reali.
"Anzi il recupero delle acque reflue è una pratica molto diffusa in Europa che va proprio nella direzione opposta, con sistemi di irrigazione controllata e una rete di idranti da disseminare nel bosco che consentiranno di poter intervenire con tempestività in caso di incendio"- ha detto Toriello, rimarcando come si sia dinanzi ad un progetto semplice, ma allo stesso tempo estremamente funzionale.
Anche perché "Il riuso delle acque è una sfida.- ha sottolineato il responsabile dell'ufficio regionale, Michele Calderoni- E' una delle linee guida che la Regione Puglia sta tentando di mettere in pratica, laddove ce ne sia la possibilità, grazie ai fondi europei".
La progettazione preliminare, però, a molti non è piaciuta. Contrario al progetto il comitato di cittadinanza attiva "Sei anche Tu la Difesa Grande del bosco indifeso", che per bocca del suo presidente Vincenzo Florio ha espresso il suo dissenso.
"Noi siamo contrari a questo progetto che ha un impianto troppo impattante sull'ambiente: costi elevati di manutenzione a carico della città e un ampio disboscamento per garantire nuovi sentieri tagliafuoco"- ha affermato Florio, lanciando una proposta alternativa alle serpentine idriche per bagnare il sottobosco. "Proponiamo di riempire gli invasi circostanti l'area verde, così da avere molta acqua a disposizione ed evitare un intervento di forte impatto ambientale"- ha concluso Florio.
Il problema è che la discussione forse arriva un po' tardi. Infatti, il dirigente comunale Antonio Vendola ha ricordato come il 15 ottobre scada il bando per l'affidamento della progettazione generale, "che non impedirà di prendere in considerazione le proposte scaturite dall'incontro"- ha rassicurato Vendola, non convincendo appieno la sala. "Sto registrando in questa sede delle criticità che verranno poste all'attenzione dei progettisti".
Critiche al progetto preliminare sono giunte anche dall'associazione Art.1, con le considerazioni di Sante Giordano e Giuseppe Lapolla che hanno rimarcato la necessità di fare interventi di prevenzione degli incendi. "E' un progetto statico: aspetta che il fuoco arrivi" - ha detto Lapolla, ricordando i principi fondanti della prevenzione: la pulizia del sottobosco e la possibilità di pascolare, chiedendo una deroga.
"Anche perché il rischio è quello di stravolgere l'elemento di tutela del Sic, non rispettando l'habitat"- ha affermato in conclusione Lapolla, volendo ricordare al Sindaco che alcune di queste considerazioni erano parte integrante del suo programma di governo. Anche Patrizia Tartari, docente di scienze forestali, ha bocciato il progetto ritenendolo ad alto impatto ambientale.
Una discussione a cui ha assistito un po' piccato l'assessore regionale ai Lavori Pubblici, Giovanni Giannini. "Qui siete ancora a decidere se volete fare questo progetto o meno. La soluzione è facile: prendiamo questi soldi e li utilizziamo altrove"- ha detto provocatoriamente l'assessore, ricordando a chi chiedeva una proroga sui tempi (vedi Ignazio Lovero), come la scadenza sia improcrastinabile, pena la revoca dei fondi. Giannini ha voluto ribadire come questo progetto sia un intervento di prevenzione, invitando ad una convergenza tra tutti i soggetti che hanno a cuore le sorti del bosco.
"Siamo qui per preservare il bosco e metterlo nelle disposizioni della cittadinanza, non per distruggerlo- ha rimarcato Giannini- la Regione non vuole imporre nulla. Vuole solo intervenire per evitare catastrofi naturali come l'incendio del 2017". In chiusura l'assessore Giannini ha rassicurato tutti sulla progettazione finale, con la tutela che sarà garantita dai pareri di tutti i soggetti coinvolti nel rilascio delle autorizzazioni. "Siamo in una fase preliminare, non ci facciamo prendere dalla paura"- ha detto in conclusione Giannini, invitando i presenti a non demolire, ma ad agire per migliorare la proposta.
Roberto Varvara
Un dibattito acceso che ha visto un serrato confronto tra l'idea progettuale presentata dall'amministrazione comunale e le proposte alternative di chi il bosco difesa Grande, lo ha a cuore: associazioni e liberi cittadini.
Un progetto che nasce dalla necessità di avere acqua a disposizione per affrontare gli incendi e che grazie alla disponibilità della Regione verrà realizzato nel bosco Difesa Grande con un riutilizzo delle acque reflue, sia per gli incendi che per l'agricoltura- ha spiegato il Sindaco Alesio Valente.
Dopo gli interventi del primo cittadino e degli assessori Dibattista e Lafabiana, ad illustrare lo studio di fattibilità tecnico- economica è stato il progettista Mario Toriello, che volendo fugare dubbi e insinuazioni provenute da più parti, ha voluto rimarcare come alcune delle criticità quali la tropicalizzazione, la deforestazione e lo spreco di acque non siano reali.
"Anzi il recupero delle acque reflue è una pratica molto diffusa in Europa che va proprio nella direzione opposta, con sistemi di irrigazione controllata e una rete di idranti da disseminare nel bosco che consentiranno di poter intervenire con tempestività in caso di incendio"- ha detto Toriello, rimarcando come si sia dinanzi ad un progetto semplice, ma allo stesso tempo estremamente funzionale.
Anche perché "Il riuso delle acque è una sfida.- ha sottolineato il responsabile dell'ufficio regionale, Michele Calderoni- E' una delle linee guida che la Regione Puglia sta tentando di mettere in pratica, laddove ce ne sia la possibilità, grazie ai fondi europei".
La progettazione preliminare, però, a molti non è piaciuta. Contrario al progetto il comitato di cittadinanza attiva "Sei anche Tu la Difesa Grande del bosco indifeso", che per bocca del suo presidente Vincenzo Florio ha espresso il suo dissenso.
"Noi siamo contrari a questo progetto che ha un impianto troppo impattante sull'ambiente: costi elevati di manutenzione a carico della città e un ampio disboscamento per garantire nuovi sentieri tagliafuoco"- ha affermato Florio, lanciando una proposta alternativa alle serpentine idriche per bagnare il sottobosco. "Proponiamo di riempire gli invasi circostanti l'area verde, così da avere molta acqua a disposizione ed evitare un intervento di forte impatto ambientale"- ha concluso Florio.
Il problema è che la discussione forse arriva un po' tardi. Infatti, il dirigente comunale Antonio Vendola ha ricordato come il 15 ottobre scada il bando per l'affidamento della progettazione generale, "che non impedirà di prendere in considerazione le proposte scaturite dall'incontro"- ha rassicurato Vendola, non convincendo appieno la sala. "Sto registrando in questa sede delle criticità che verranno poste all'attenzione dei progettisti".
Critiche al progetto preliminare sono giunte anche dall'associazione Art.1, con le considerazioni di Sante Giordano e Giuseppe Lapolla che hanno rimarcato la necessità di fare interventi di prevenzione degli incendi. "E' un progetto statico: aspetta che il fuoco arrivi" - ha detto Lapolla, ricordando i principi fondanti della prevenzione: la pulizia del sottobosco e la possibilità di pascolare, chiedendo una deroga.
"Anche perché il rischio è quello di stravolgere l'elemento di tutela del Sic, non rispettando l'habitat"- ha affermato in conclusione Lapolla, volendo ricordare al Sindaco che alcune di queste considerazioni erano parte integrante del suo programma di governo. Anche Patrizia Tartari, docente di scienze forestali, ha bocciato il progetto ritenendolo ad alto impatto ambientale.
Una discussione a cui ha assistito un po' piccato l'assessore regionale ai Lavori Pubblici, Giovanni Giannini. "Qui siete ancora a decidere se volete fare questo progetto o meno. La soluzione è facile: prendiamo questi soldi e li utilizziamo altrove"- ha detto provocatoriamente l'assessore, ricordando a chi chiedeva una proroga sui tempi (vedi Ignazio Lovero), come la scadenza sia improcrastinabile, pena la revoca dei fondi. Giannini ha voluto ribadire come questo progetto sia un intervento di prevenzione, invitando ad una convergenza tra tutti i soggetti che hanno a cuore le sorti del bosco.
"Siamo qui per preservare il bosco e metterlo nelle disposizioni della cittadinanza, non per distruggerlo- ha rimarcato Giannini- la Regione non vuole imporre nulla. Vuole solo intervenire per evitare catastrofi naturali come l'incendio del 2017". In chiusura l'assessore Giannini ha rassicurato tutti sulla progettazione finale, con la tutela che sarà garantita dai pareri di tutti i soggetti coinvolti nel rilascio delle autorizzazioni. "Siamo in una fase preliminare, non ci facciamo prendere dalla paura"- ha detto in conclusione Giannini, invitando i presenti a non demolire, ma ad agire per migliorare la proposta.
Roberto Varvara