Eventi
Presenze/assenze: una mostra di arte contemporanea
Un vero e proprio progetto d’arte e cultura dei luoghi. Tema ispiratore della manifestazione: la "quinta essenza".
Gravina - lunedì 17 settembre 2012
12.35
Presenze/assenze: non una semplice mostra di arte contemporanea, ma un progetto d'arte e cultura giunto alla sua quinta edizione patrocinata, da Regione Puglia, Provincia di Bari, Parco Nazionale dell'Alta Murgia, Comune di Gravina in Puglia, Fondazione Zetema e Fondazione Giuseppe De Nittis. Un evento organizzato nell'ambito della rassegna "Arché. Festival delle Origini", con cui l'amministrazione comunale gravinese sta chiudendo il cartellone estivo.
La rassegna è stata presentata nel corso di una conferenza stampa, svoltasi nella sala consiliare del Comune, da Marisa D'Agostino, presidente della associazione "Amici della fondazione E. P. Santomasi" nonché curatrice esecutiva della mostra in collaborazione con la critica d'arte Anna Soricaro, presidente e direttore artistico del centro culturale Zerouno, curatrice artistica dell'evento. Presenti all'incontro, tra gli altri, il sindaco Alesio Valente; il presidente della provincia di Bari, Francesco Schittulli; il presidente della Fondazione Santomasi, Agostino Giglio.
Tema di questa edizione, la prima serale, la "quinta essenza", intesa dalla Soricaro sia come perfezione assoluta sia come tutto ciò che non è tangibile e concreto. Traccia abbastanza complessa, che è stata interpretata in maniera differente da 8 artisti provenienti da Padova, Milano, Palermo e Altamura le cui opere sono state esposte nella zona di San Nicola alla Tufara e San Vito Vecchio, nei pressi del cimitero comunale lungo l'antico tratturo in via Fornaci, aree di straordinario pregio artistico e culturale di cui molti ignorano l'esistenza, dove è andata in scena già l'edizione 2007 e dove è ancora possibile ammirare l'opera dell'artista Antonella Tolve rappresentante una veranda, ideale a smentire la credenza per cui le opere di arte contemporanea non durino nel tempo.
Gli artisti hanno interpretato la quinta essenza in modo differente, passando dal sogno alla religiosità, dalla forza al coraggio, dalla potenza del ricordo alla perfezione, dal sentimento alla riflessione sulle ferite inferte dall'uomo ai luoghi e dalla natura agli esseri umani ed infine, alla rappresentazione della punizione.
La mostra, visitabile fino al 25 novembre solo su prenotazione, è stata inaugurata alla presenza delle autorità e di un folto pubblico che ha partecipato con grandissimo entusiasmo. Guidati dalle orme giganti di Enrico Bonetto e Daniele Valente, accompagnati dalla musica di Bijork, i visitatori si sono lasciati affascinare all'interno della cripta di San Vito Vecchio dalle fotografie di Nicola Petrara e Tina Massari; proseguendo il percorso, all'entrata delle grotte, da un lato, dalla Madonna di Loredana Mortellaro, dall'altro dal volo di uccelli di Matteo Cascetti, dall'opera di Manuele Olivares rappresentante l'articolo 643 del codice penale, un'installazione in terracotta, legno e acciaio di forte impatto visivo, per poi lasciarsi estasiare dal paesaggio incantevole posto sulla parte più alta dalla quale è stato possibile osservare l'opera di Gabriella Fanchiotti districata su una lunghissima tela srotolata per la gravina e dove vi era anche l'opera terminale dell'iter ovvero un divano dipinto in loco dall'artista milanese Serena Rossi che ha inteso il divano come presenza umana e rifugio per i cani randagi. Il percorso si è concluso con una degustazione offerta dall'associazione gravinese "Murgia Madre", che ha allestito un banchetto con prodotti tipici gravinesi.
La rassegna è stata presentata nel corso di una conferenza stampa, svoltasi nella sala consiliare del Comune, da Marisa D'Agostino, presidente della associazione "Amici della fondazione E. P. Santomasi" nonché curatrice esecutiva della mostra in collaborazione con la critica d'arte Anna Soricaro, presidente e direttore artistico del centro culturale Zerouno, curatrice artistica dell'evento. Presenti all'incontro, tra gli altri, il sindaco Alesio Valente; il presidente della provincia di Bari, Francesco Schittulli; il presidente della Fondazione Santomasi, Agostino Giglio.
Tema di questa edizione, la prima serale, la "quinta essenza", intesa dalla Soricaro sia come perfezione assoluta sia come tutto ciò che non è tangibile e concreto. Traccia abbastanza complessa, che è stata interpretata in maniera differente da 8 artisti provenienti da Padova, Milano, Palermo e Altamura le cui opere sono state esposte nella zona di San Nicola alla Tufara e San Vito Vecchio, nei pressi del cimitero comunale lungo l'antico tratturo in via Fornaci, aree di straordinario pregio artistico e culturale di cui molti ignorano l'esistenza, dove è andata in scena già l'edizione 2007 e dove è ancora possibile ammirare l'opera dell'artista Antonella Tolve rappresentante una veranda, ideale a smentire la credenza per cui le opere di arte contemporanea non durino nel tempo.
Gli artisti hanno interpretato la quinta essenza in modo differente, passando dal sogno alla religiosità, dalla forza al coraggio, dalla potenza del ricordo alla perfezione, dal sentimento alla riflessione sulle ferite inferte dall'uomo ai luoghi e dalla natura agli esseri umani ed infine, alla rappresentazione della punizione.
La mostra, visitabile fino al 25 novembre solo su prenotazione, è stata inaugurata alla presenza delle autorità e di un folto pubblico che ha partecipato con grandissimo entusiasmo. Guidati dalle orme giganti di Enrico Bonetto e Daniele Valente, accompagnati dalla musica di Bijork, i visitatori si sono lasciati affascinare all'interno della cripta di San Vito Vecchio dalle fotografie di Nicola Petrara e Tina Massari; proseguendo il percorso, all'entrata delle grotte, da un lato, dalla Madonna di Loredana Mortellaro, dall'altro dal volo di uccelli di Matteo Cascetti, dall'opera di Manuele Olivares rappresentante l'articolo 643 del codice penale, un'installazione in terracotta, legno e acciaio di forte impatto visivo, per poi lasciarsi estasiare dal paesaggio incantevole posto sulla parte più alta dalla quale è stato possibile osservare l'opera di Gabriella Fanchiotti districata su una lunghissima tela srotolata per la gravina e dove vi era anche l'opera terminale dell'iter ovvero un divano dipinto in loco dall'artista milanese Serena Rossi che ha inteso il divano come presenza umana e rifugio per i cani randagi. Il percorso si è concluso con una degustazione offerta dall'associazione gravinese "Murgia Madre", che ha allestito un banchetto con prodotti tipici gravinesi.