Politica
Primarie: l'ultimo confronto prima del voto
Alle Officine Culturali va in scena il centrosinistra del futuro. Porte chiuse a Casini?
Gravina - venerdì 23 novembre 2012
15.15
Countdown in vista dell'appuntamento di domenica con le primarie del centro-sinistra.
Mentre i big della politica nazionale si sfidano a distanza, in televisione e sui giornali, giovedì sera a Gravina è andato in scena uno dei più interessanti dibattiti politici per gli amanti del genere. Soprattutto per coloro che sognano un centrosinistra unito sotto un unico vessillo. Sul palco delle Officine Culturali si sono sfidati quattro sostenitori di altrettanti candidati alle primarie. Alle domande di Gianpaolo Iacobini hanno risposto in nome e per conto dei bersaniani Antonio Ciuffreda, dirigente del Pd barese, a cui ha ribattuto tra disincanto e provocazione Liborio Dibattista, portando le tesi dei renziani. L'ultimo terzo del conflitto dialettico tutto interno al Pd è stato rappresentato da Mary Fiormarino, portavoce delle tesi di Laura Puppato. Infine, a chiudere il cerchio, l'assessore regionale Nicola Fratoianni, agguerrito nel tentativo di lanciare Nichi Vendola sullo scanno più alto di Montecitorio. Nessuno, invece, in pista per Bruno Tabacci, matrice Api: nonostante la folta rappresentanza istituzionale e politica dei rutelliani in città, pare che nessun comitato sia sorto a sostegno dell'esponente lombardo.
Difficile stabilire chi sia stato il più bravo, chi il più affidabile, chi il più aggressivo, chi il più mediatico. Al di là delle pagelle, infatti, il confronto è stata una grande prova di vitalità politica in uno dei momenti più confusi dell'Italia. Certo i programmi restano ancora farraginosi e le idee non sempre chiare. Ma il centrosinistra di giovedì sera su due cose si è ritrovato unito e concorde: urge un cambio di passo istituzionale per salvare l'Italia dalla crisi e, soprattutto, nessuna alleanza con il centro di Pier Ferdinando Casini.
Mentre i giovani del Pd e dell'Udc presenti in aula affilano gli artigli, il confronto prosegue sui temi di più stringente attualità: lavoro, giovani, diritti per le minoranze. Critiche diffuse al governo Monti, che nella sala delle Officine Culturali diventa quasi figlio di nessuno. Fratoianni gioca sull'amore di patria e su "quanto sarebbe bello vedere un pugliese alla guida di questa nazione". La Fiormarino cerca di incantare le minoranze e le donne perché "sarebbe bello vedere una donna alla guida di questo Paese" E che dire dei renziani che fanno appello alla società civile perché "basta con le solite facce: vogliamo volti nuovi per l'Italia". Ma i bersaniani restano convinti che "per uscire dalla crisi e per guadagnare consenso internazionale ci vuole un leader forte alla guida di questo paese". Ad ogni modo, tutti d'accordo nel dire che, chiunque vincerà, avrà come primi alleati quelli che le primarie le avranno perse. Nel nome dell'unità e della compattezza.
Comunque la pensiate, sappiate che si vota domenica 25 novembre dalle 8 alle 20 nel seggio collegato al numero della propria sezione elettorale. Si può votare un solo candidato e se nessun dei 5 sfidanti raggiungerà la soglia del 50% più uno delle preferenze, il 2 dicembre (sempre dalle 8 alle 20) si terrà il turno di ballottaggio tra i due candidati più votati. Ovviamente possono votare alle primarie tutte le elettrici e gli elettori in possesso dei requisiti previsti dalla legge; coloro che compiono 18 anni entro il 25 novembre; i cittadini europei residenti in Italia e i cittadini di altri Paesi in possesso di regolare permesso di soggiorno e carta d'identità. Per partecipare al voto è necessario iscriversi all'Albo degli elettori della coalizione di centrosinistra "Italia. Bene Comune". Le iscrizioni sono aperte dal 4 al 25 novembre (compreso) nell'ufficio elettorale in piazza Plebiscito dalle 18 alle 21 di tutti i giorni sino alla prossima domenica. All'atto dell'iscrizione, dopo aver versato un contributo di 2 euro, si riceve il certificato di elettore del centrosinistra.
Il giorno delle primarie al seggio si dovranno presentare un documento d'identità, la tessera elettorale, il certificato di elettore del centrosinistra e… augurarsi che vinca il migliore.
Mentre i big della politica nazionale si sfidano a distanza, in televisione e sui giornali, giovedì sera a Gravina è andato in scena uno dei più interessanti dibattiti politici per gli amanti del genere. Soprattutto per coloro che sognano un centrosinistra unito sotto un unico vessillo. Sul palco delle Officine Culturali si sono sfidati quattro sostenitori di altrettanti candidati alle primarie. Alle domande di Gianpaolo Iacobini hanno risposto in nome e per conto dei bersaniani Antonio Ciuffreda, dirigente del Pd barese, a cui ha ribattuto tra disincanto e provocazione Liborio Dibattista, portando le tesi dei renziani. L'ultimo terzo del conflitto dialettico tutto interno al Pd è stato rappresentato da Mary Fiormarino, portavoce delle tesi di Laura Puppato. Infine, a chiudere il cerchio, l'assessore regionale Nicola Fratoianni, agguerrito nel tentativo di lanciare Nichi Vendola sullo scanno più alto di Montecitorio. Nessuno, invece, in pista per Bruno Tabacci, matrice Api: nonostante la folta rappresentanza istituzionale e politica dei rutelliani in città, pare che nessun comitato sia sorto a sostegno dell'esponente lombardo.
Difficile stabilire chi sia stato il più bravo, chi il più affidabile, chi il più aggressivo, chi il più mediatico. Al di là delle pagelle, infatti, il confronto è stata una grande prova di vitalità politica in uno dei momenti più confusi dell'Italia. Certo i programmi restano ancora farraginosi e le idee non sempre chiare. Ma il centrosinistra di giovedì sera su due cose si è ritrovato unito e concorde: urge un cambio di passo istituzionale per salvare l'Italia dalla crisi e, soprattutto, nessuna alleanza con il centro di Pier Ferdinando Casini.
Mentre i giovani del Pd e dell'Udc presenti in aula affilano gli artigli, il confronto prosegue sui temi di più stringente attualità: lavoro, giovani, diritti per le minoranze. Critiche diffuse al governo Monti, che nella sala delle Officine Culturali diventa quasi figlio di nessuno. Fratoianni gioca sull'amore di patria e su "quanto sarebbe bello vedere un pugliese alla guida di questa nazione". La Fiormarino cerca di incantare le minoranze e le donne perché "sarebbe bello vedere una donna alla guida di questo Paese" E che dire dei renziani che fanno appello alla società civile perché "basta con le solite facce: vogliamo volti nuovi per l'Italia". Ma i bersaniani restano convinti che "per uscire dalla crisi e per guadagnare consenso internazionale ci vuole un leader forte alla guida di questo paese". Ad ogni modo, tutti d'accordo nel dire che, chiunque vincerà, avrà come primi alleati quelli che le primarie le avranno perse. Nel nome dell'unità e della compattezza.
Comunque la pensiate, sappiate che si vota domenica 25 novembre dalle 8 alle 20 nel seggio collegato al numero della propria sezione elettorale. Si può votare un solo candidato e se nessun dei 5 sfidanti raggiungerà la soglia del 50% più uno delle preferenze, il 2 dicembre (sempre dalle 8 alle 20) si terrà il turno di ballottaggio tra i due candidati più votati. Ovviamente possono votare alle primarie tutte le elettrici e gli elettori in possesso dei requisiti previsti dalla legge; coloro che compiono 18 anni entro il 25 novembre; i cittadini europei residenti in Italia e i cittadini di altri Paesi in possesso di regolare permesso di soggiorno e carta d'identità. Per partecipare al voto è necessario iscriversi all'Albo degli elettori della coalizione di centrosinistra "Italia. Bene Comune". Le iscrizioni sono aperte dal 4 al 25 novembre (compreso) nell'ufficio elettorale in piazza Plebiscito dalle 18 alle 21 di tutti i giorni sino alla prossima domenica. All'atto dell'iscrizione, dopo aver versato un contributo di 2 euro, si riceve il certificato di elettore del centrosinistra.
Il giorno delle primarie al seggio si dovranno presentare un documento d'identità, la tessera elettorale, il certificato di elettore del centrosinistra e… augurarsi che vinca il migliore.