La città
Processo al bullismo
Tra finzione e realtà: sul palco il gruppo giovanissimi “Passo da te”. Il vicequestore Battipede: "La legalità deve entrare nell'animo dei giovani".
Gravina - domenica 16 giugno 2013
15.29
Un atto di bullismo finito in tribunale. Ecco cosa hanno messo abilmente in scena, lo scorso venerdì, i ragazzi del gruppo giovanissimi "Passo da te", della parrocchia di san Giovanni Battista, diretti dagli educatori dell'associazione "Upendi", Mario Iacovelli e Caterina Valerio.
Tratto da un testo del vicequestore della Polizia di Stato, Pietro Battipede, attuale dirigente del Commissariato di Gravina, lo spettacolo (portato in scena sul palco delle Officine Culturali) ha ricostruito tutte le fasi di un processo penale a carico di un ragazzo accusato di bullismo. Giudice, pubblico ministero e testimoni: un gioco di ruoli che ha avuto l'obiettivo di sensibilizzare i ragazzi alla legalità e al vivere civile per prevenire la devianza e il bullismo adolescenziale. Ma si è andati anche oltre l'accusa, mettendo in risalto nella rappresentazione la mancanza di affetto familiare che spesso spinge il bullo a compiere tali azioni di violenza.
Soddisfatto il vicequestore Battipede: "Non possiamo pensare solo a militarizzare la città. Dobbiamo entrare nella cultura dei ragazzi, dobbiamo fare in modo che la legalità entri nell'animo dei giovani che rappresentano il nostro futuro". E rivolgendosi all'uditorio ha aggiunto: "Le istituzioni e il popolo devono camminare insieme; le istituzioni sono con voi e il popolo deve stare con noi".
Tratto da un testo del vicequestore della Polizia di Stato, Pietro Battipede, attuale dirigente del Commissariato di Gravina, lo spettacolo (portato in scena sul palco delle Officine Culturali) ha ricostruito tutte le fasi di un processo penale a carico di un ragazzo accusato di bullismo. Giudice, pubblico ministero e testimoni: un gioco di ruoli che ha avuto l'obiettivo di sensibilizzare i ragazzi alla legalità e al vivere civile per prevenire la devianza e il bullismo adolescenziale. Ma si è andati anche oltre l'accusa, mettendo in risalto nella rappresentazione la mancanza di affetto familiare che spesso spinge il bullo a compiere tali azioni di violenza.
Soddisfatto il vicequestore Battipede: "Non possiamo pensare solo a militarizzare la città. Dobbiamo entrare nella cultura dei ragazzi, dobbiamo fare in modo che la legalità entri nell'animo dei giovani che rappresentano il nostro futuro". E rivolgendosi all'uditorio ha aggiunto: "Le istituzioni e il popolo devono camminare insieme; le istituzioni sono con voi e il popolo deve stare con noi".