La città
Pronto l'ultimo bando per Gravina Reset. Il Comune suona la sveglia ai privati
Dopo due anni tocca alle imprese liberare via Montea dalle macerie
Gravina - martedì 10 dicembre 2013
9.08
L'ultima in ordine di tempo solo pochi giorni fa. Una palazzina in via Donizetti oggetto di un'ordinanza di messa in sicurezza poichè la struttura presenterebbe profonde lesioni. In realtà sono diverse le ordinanze di messa in sicurezza partite da palazzo di città e inviate a privati cittadini, proprietari di immobili, che da anni non provvedono alla loro manutenzione.
La maggior parte delle ordinanze, manco a dirlo, riguarda palazzi e caseggiati del centro storico.
Da palazzo di città fanno sapere che nella maggior parte dei casi, i privati hanno provveduto a mettere in sicurezza gli immobili ma permangono situazioni difficili da risolvere e soprattutto ordinanze non ancora eseguite. Per risolvere questa situazione di stallo ed evitare altri problemi in vista anche dell'imminente avvio dei lavori previsti dal piano di rigenerazione urbana, i privati sono stati convocati a palazzo di città al fine di trovare un accordo tra le parti per coordinare gli interventi di messa in sicurezza. Nei giorni scorsi i dirigenti comunali accompagnati dai tecnici ingaggiati dai proprietari degli immobili, hanno effettuato diversi sopralluoghi per valutare come e quando intervenire.
Intanto, per accelerare le trattative e convincere i proprietari ad ottemperare alle ordinanze, è pronto il bando per la progettazione esecutiva e successiva realizzazione dei lavori dell'ultimo progetto di Gravina reset: la rigenerazione del Bastione medioevale e di via Giudice Montea. Anche per questo bando, come per gli altri, le aziende aggiudicatarie della gara dovranno provvedere alla progettazione esecutiva dell'intervento sulla scorta del progetto redatto nel 2011 dai tecnici comunali e poi realizzare l'opera per un importo complessivo di € 1.073.230,79 oltre Iva. Un progetto che prima di qualunque altra cosa dovrà convincere la Soprintendenza archeologica deputata a rilasciare l'autorizzazione all'esecuzione del progetto, la quale nel 2011 aveva sollevato alcune perplessità sui progetti presentati dal comune evidenziando per i lavori di via Montea "una elaborazione progettuale non sufficientemente dettagliata, perché non approfondita a livello esecutivo" così come non erano state sufficientemente argomentate le operazioni di restauro dell'intero Bastione medievale.
L'appalto, come riportato nella determinazione dirigenziale, prevede la riqualificazione dei "margini urbani", attraverso la rifunzionalizzazione del bastione medioevale e il recupero dei giardini urbani oltre al potenziamento dei sottoservizi, consolidamento del muro di contenimento della via Giudice Montea e il rifacimento dei basolati di via Montea e dei cavati S.Marco e Sant'Andrea. Tutti interventi che almeno nel primo progetto non hanno ottenuto il consenso della Soprintendenza perché ritenuti "non consoni al contesto paesaggistico-ambientale".
Adesso spetterà alle imprese convincere i dirigenti del ministero.
I tempi per la consegna delle idee progettuali saranno resi noti in concomitanza con la pubblicazione del bando di gara insieme a tutte le indicazioni per la compilazione del progetto. Per ora l'unica cosa certa è che all'impresa che si aggiudicherà l'appalto spetterà, innanzitutto, il compito di "procedere alla risoluzione dell'interferenza costituita dal crollo di un edificio, eventuale relativa messa in sicurezza sui luoghi di lavoro e ricostruzione dell'asse viario, con oneri e spese a totali carico degli aggiudicatari e previa adozione da parte del Comune di ogni titolo autorizzativo occorrente".
Ossia adempiere alle ordinanze che per due anni sono rimaste solo su carta.
La maggior parte delle ordinanze, manco a dirlo, riguarda palazzi e caseggiati del centro storico.
Da palazzo di città fanno sapere che nella maggior parte dei casi, i privati hanno provveduto a mettere in sicurezza gli immobili ma permangono situazioni difficili da risolvere e soprattutto ordinanze non ancora eseguite. Per risolvere questa situazione di stallo ed evitare altri problemi in vista anche dell'imminente avvio dei lavori previsti dal piano di rigenerazione urbana, i privati sono stati convocati a palazzo di città al fine di trovare un accordo tra le parti per coordinare gli interventi di messa in sicurezza. Nei giorni scorsi i dirigenti comunali accompagnati dai tecnici ingaggiati dai proprietari degli immobili, hanno effettuato diversi sopralluoghi per valutare come e quando intervenire.
Intanto, per accelerare le trattative e convincere i proprietari ad ottemperare alle ordinanze, è pronto il bando per la progettazione esecutiva e successiva realizzazione dei lavori dell'ultimo progetto di Gravina reset: la rigenerazione del Bastione medioevale e di via Giudice Montea. Anche per questo bando, come per gli altri, le aziende aggiudicatarie della gara dovranno provvedere alla progettazione esecutiva dell'intervento sulla scorta del progetto redatto nel 2011 dai tecnici comunali e poi realizzare l'opera per un importo complessivo di € 1.073.230,79 oltre Iva. Un progetto che prima di qualunque altra cosa dovrà convincere la Soprintendenza archeologica deputata a rilasciare l'autorizzazione all'esecuzione del progetto, la quale nel 2011 aveva sollevato alcune perplessità sui progetti presentati dal comune evidenziando per i lavori di via Montea "una elaborazione progettuale non sufficientemente dettagliata, perché non approfondita a livello esecutivo" così come non erano state sufficientemente argomentate le operazioni di restauro dell'intero Bastione medievale.
L'appalto, come riportato nella determinazione dirigenziale, prevede la riqualificazione dei "margini urbani", attraverso la rifunzionalizzazione del bastione medioevale e il recupero dei giardini urbani oltre al potenziamento dei sottoservizi, consolidamento del muro di contenimento della via Giudice Montea e il rifacimento dei basolati di via Montea e dei cavati S.Marco e Sant'Andrea. Tutti interventi che almeno nel primo progetto non hanno ottenuto il consenso della Soprintendenza perché ritenuti "non consoni al contesto paesaggistico-ambientale".
Adesso spetterà alle imprese convincere i dirigenti del ministero.
I tempi per la consegna delle idee progettuali saranno resi noti in concomitanza con la pubblicazione del bando di gara insieme a tutte le indicazioni per la compilazione del progetto. Per ora l'unica cosa certa è che all'impresa che si aggiudicherà l'appalto spetterà, innanzitutto, il compito di "procedere alla risoluzione dell'interferenza costituita dal crollo di un edificio, eventuale relativa messa in sicurezza sui luoghi di lavoro e ricostruzione dell'asse viario, con oneri e spese a totali carico degli aggiudicatari e previa adozione da parte del Comune di ogni titolo autorizzativo occorrente".
Ossia adempiere alle ordinanze che per due anni sono rimaste solo su carta.