La città
Protesi Pip: sarà stilato un elenco di tutti i casi degli impianti
La Federconsumatori invita le interessate a mettersi in contatto con le strutture ospedaliere
Gravina - mercoledì 18 gennaio 2012
10.52
La Federconsumatori di Gravina in Puglia scende in campo con la Federconsumatori nazionale per dare la possibilità alle donne che hanno subito un intervento di impianto protesi mammaria prodotte dalle Poly Implant Prothese (PIP), azienda fallita nel 2010, di poter essere messe al corrente sui pericoli per la loro salute, e dare loro la possibilità di mettersi in contatto con le strutture ospedaliere, anche tramite gli uffici locali per poter far si che venga stilato un elenco di pazienti.
Le protesi PIP sono risultate pericolose dopo le analisi sanitarie svolte in Francia, che hanno verificato che il tipo di silicone utilizzato è diverso da quello indicato per le certificazioni. Inoltre, la sostanza rilevata trasuda dall'involucro in cui è contenuta e, sempre secondo il ministero francese, può provocare infiammazioni e raggiungere i linfonodi ascellari determinando adenopatie.
Le donne che hanno utilizzato questo tipo di protesi sono state richiamate dal Ministero della salute per farsi controllare, con l'invito a rimuovere precauzionalmente le protesi, che, secondo quanto rilevato, scoppiano in un numero di casi doppio rispetto a quello degli altri produttori.
Secondo il ministero della Salute, ci sono circa 4.300 casi italiani. Nel nostro Paese, fino a qualche tempo fa non esisteva un registro ufficiale e dunque non era possibile rintracciare le pazienti a rischio. Problema che d'ora in poi potrà essere risolto a seguito dell'ordinanza del Ministero della Salute del 31.12.2011, nella quale è stato stabilito che tutte le strutture ospedaliere e ambulatoriali dovranno redigere un elenco nominativo riguardante i casi di impianti di protesi mammaria trattati a partire dal 1° gennaio 2001.
Pertanto la Federconsumatori nazionale invita le donne che hanno subito un impianto di protesi mammarie Poly Implants Prothese (P.I.P.) a discutere la loro situazione con il proprio chirurgo. Inoltre, chiede ai centri dove sono stati eseguite le operazioni di essere parte attiva nel richiamare le pazienti che hanno subito un impianto P.I.P. Informa, inoltre, che il Servizio sanitario nazionale si farà carico degli interventi medico/chirurgici laddove vi sia indicazione clinica specifica.
Il provvedimento resterà in vigore per tutto l'anno 2012 e l'elenco resterà nella esclusiva disponibilità delle strutture per finalità assistenziali e di sorveglianza sanitaria.
Qualora le pazienti sottopostesi a tali interventi non ricevano indicazioni precise dalla struttura sanitaria o dal medico che abbia effettuato l'operazione, la Federconsumatori consiglia di recarsi presso la struttura territoriale che provvederà ad inviare in favore della paziente la lettera raccomandata, anche tramite PEC, alle autorità competenti, con l'indicazione dei dati identificativi della paziente, della protesi applicata, della Ditta produttrice della stessa oltre che la data dell'operazione, della struttura sanitaria e del chirurgo che ha effettuato l'operazione.
Le protesi PIP sono risultate pericolose dopo le analisi sanitarie svolte in Francia, che hanno verificato che il tipo di silicone utilizzato è diverso da quello indicato per le certificazioni. Inoltre, la sostanza rilevata trasuda dall'involucro in cui è contenuta e, sempre secondo il ministero francese, può provocare infiammazioni e raggiungere i linfonodi ascellari determinando adenopatie.
Le donne che hanno utilizzato questo tipo di protesi sono state richiamate dal Ministero della salute per farsi controllare, con l'invito a rimuovere precauzionalmente le protesi, che, secondo quanto rilevato, scoppiano in un numero di casi doppio rispetto a quello degli altri produttori.
Secondo il ministero della Salute, ci sono circa 4.300 casi italiani. Nel nostro Paese, fino a qualche tempo fa non esisteva un registro ufficiale e dunque non era possibile rintracciare le pazienti a rischio. Problema che d'ora in poi potrà essere risolto a seguito dell'ordinanza del Ministero della Salute del 31.12.2011, nella quale è stato stabilito che tutte le strutture ospedaliere e ambulatoriali dovranno redigere un elenco nominativo riguardante i casi di impianti di protesi mammaria trattati a partire dal 1° gennaio 2001.
Pertanto la Federconsumatori nazionale invita le donne che hanno subito un impianto di protesi mammarie Poly Implants Prothese (P.I.P.) a discutere la loro situazione con il proprio chirurgo. Inoltre, chiede ai centri dove sono stati eseguite le operazioni di essere parte attiva nel richiamare le pazienti che hanno subito un impianto P.I.P. Informa, inoltre, che il Servizio sanitario nazionale si farà carico degli interventi medico/chirurgici laddove vi sia indicazione clinica specifica.
Il provvedimento resterà in vigore per tutto l'anno 2012 e l'elenco resterà nella esclusiva disponibilità delle strutture per finalità assistenziali e di sorveglianza sanitaria.
Qualora le pazienti sottopostesi a tali interventi non ricevano indicazioni precise dalla struttura sanitaria o dal medico che abbia effettuato l'operazione, la Federconsumatori consiglia di recarsi presso la struttura territoriale che provvederà ad inviare in favore della paziente la lettera raccomandata, anche tramite PEC, alle autorità competenti, con l'indicazione dei dati identificativi della paziente, della protesi applicata, della Ditta produttrice della stessa oltre che la data dell'operazione, della struttura sanitaria e del chirurgo che ha effettuato l'operazione.