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La città

Protesta al circo Orfei

Pacifico presidio degli animalisti di "Murgiaveg". Ma i circensi ribattono: "Carte in regola e nessun maltrattamento".

Un corso Di Vittorio trafficato a dividere due mondi, inconciliabili. Da un lato la neonata associazione ambientalista e animalista, "MurgiaVeg", che - supportata dalla Lega del Cane di Gravina - protesta pacificamente contro l'uso degli animali nel circo; dall'altra, lo spettacolare mondo degli Orfei.

E' questa la scena che si è aperta, sabato pomeriggio, allo sguardo incuriosito dei gravinesi. "E se eri tu così?", urla uno dei manifestanti, citando un famoso comico, mentre cerca di catturare l'attenzione di adulti e bambini sul significato del sit-in. Primo presidio ambientalista, a Gravina, secondo uno degli organizzatori, al quale la gente risponde ora stando ad ascoltare, ora azzardando consigli di vita. "Vai a lavorare", suggerisce un padre di famiglia con la mano stretta a quella della figlia sorridente, mentre si avviano verso la biglietteria. Una donna invece, si mostra sensibile al tema, ma tocca immediatamente un tasto dolente, quello del lavoro: "Mi dispiace per gli animali, ma in questo circo ci lavorano anche tantissime persone, se lo chiudessero di cosa vivrebbero?". Questione alla quale i "MurgiaVeg", tramite la voce di Giuseppe Lorusso, hanno prontamente risposto: "Siamo per il circo, ma senza animali. Il loro sfruttamento è una pratica che non condividiamo". Ed ha aggiunto: "Il nostro obiettivo è quello di approvare un documento da presentare all'amministrazione comunale, pro Unesco, che impedisca al circo con animali di installarsi a Gravina". Nella dichiarazione Unesco sui diritti dell'animale, del 1978, si legge: "Le esibizioni e gli spettacoli che utilizzano degli animali sono incompatibili con la dignità dell'animale". Lorusso inoltre ha puntualizzato che già alcune città italiane hanno vietato ai circhi con animali esotici di sostare all'interno del proprio territorio comunale. "Sensibilizzare i cittadini all'educazione ambientalista e animalista renderebbe il paese più virtuoso", ha concluso: "Molti non sanno ciò che avviene dietro le quinte di uno spettacolo circense: gli animali di tutti i circhi del mondo anziché vivere liberi nei loro ecosistemi naturali, sono tenuti in gabbia e condannati ad una vita fatta di tristezze, torture e privazioni".

I circensi dal canto loro, hanno incontrato i dimostranti per accertarsi che avessero un regolare permesso per manifestare, tenendo a precisare ai cronisti di avere "le carte in regola e che nel nostro circo non si praticano maltrattamenti".

(Ha collaborato Giovanna Lorusso)
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