Territorio
Provincia: Romita contro Valente
"Quali forme di dialogo ha attuato il nostro sindaco?". E avanza la proposta di indire un referendum popolare.
Gravina - sabato 20 ottobre 2012
08.55
Il prossimo 24 ottobre, praticamente allo scadere dei termini concessi dal Governo, la Regione Puglia deciderà - o almeno così si spera, visti i malumori dell'ultima ora - sul nuovo assetto territoriale delle istituzioni provinciali. Dopo il no secco del consiglio provinciale contro la soppressione della Provincia di Bari e la creazione di una città metropolitana che annetta a sè tutti i comuni baresi dalla costa sino all'entroterra, anche i Municipi hanno fatto sentire la propria voce: così Molfetta, Bitonto, Corato, Ruvo, Altamura, giusto per citare qualche esempio, che minacciano di passare (ma riesce difficile capire come, visti gli ostacoli tecnici e giuridici dell'operazione) sotto la giurisdizione amministrativa della Regione Basilicata.
A Gravina, invece, il sindaco Alesio Valente ha già fatto sapere che "dovendo scegliere tra l'area metropolitana di Bari e la provincia di Foggia, sceglieremo Bari". Una decisione dunque già data per scontata ma che ha mandato su tutte le furie il consigliere provinciale Mimmo Romita. Che in una nota lancia il guanto di sfida al primo cittadino: "È mancato il dialogo ed il consenso popolare. È mancata la vera forza democratica di una città: capire per decidere. L'adesione alla città metropolitana deve essere presa dall'intera comunità cittadina, non da un consiglio comunale legittimato sì dal voto, ma non legittimato a deliberare su una tematica di così grande importanza per la nostra città".
In realtà, la discussione punto arriverà in consiglio comunale il prossimo 24 ottobre, su richiesta delle opposizioni. Nonostante tutto, Romita non si rassegna e chiede condivisione e collegialità: "Vi è la necessità di un'azione di democrazia partecipata che inizi dai cittadini e che coinvolga le forze associative, politiche e civili della città". In pratica un referendum popolare, che in realtà non avrebbe nessuna valenza legislativa, utile però a richiamare i gravinesi alle proprie responsabilità così come è avvenuto "in diversi Comuni del territorio barese", rimarca Romita. "Confidiamo che questa esigenza di dialogo e di confronto sia accettata e attivata dal sindaco e dall'intero consiglio comunale", conclude l'esponente schittulliano, prima di intonare il canto di guerra: "In assenza di questa partecipazione cittadina da parte dell'amministrazione comunale, invito sin da ora tutte le forze politiche ed associazionistiche ad unirsi, così che alla fine sarà la nostra vera volontà a decidere del nostro futuro".
A Gravina, invece, il sindaco Alesio Valente ha già fatto sapere che "dovendo scegliere tra l'area metropolitana di Bari e la provincia di Foggia, sceglieremo Bari". Una decisione dunque già data per scontata ma che ha mandato su tutte le furie il consigliere provinciale Mimmo Romita. Che in una nota lancia il guanto di sfida al primo cittadino: "È mancato il dialogo ed il consenso popolare. È mancata la vera forza democratica di una città: capire per decidere. L'adesione alla città metropolitana deve essere presa dall'intera comunità cittadina, non da un consiglio comunale legittimato sì dal voto, ma non legittimato a deliberare su una tematica di così grande importanza per la nostra città".
In realtà, la discussione punto arriverà in consiglio comunale il prossimo 24 ottobre, su richiesta delle opposizioni. Nonostante tutto, Romita non si rassegna e chiede condivisione e collegialità: "Vi è la necessità di un'azione di democrazia partecipata che inizi dai cittadini e che coinvolga le forze associative, politiche e civili della città". In pratica un referendum popolare, che in realtà non avrebbe nessuna valenza legislativa, utile però a richiamare i gravinesi alle proprie responsabilità così come è avvenuto "in diversi Comuni del territorio barese", rimarca Romita. "Confidiamo che questa esigenza di dialogo e di confronto sia accettata e attivata dal sindaco e dall'intero consiglio comunale", conclude l'esponente schittulliano, prima di intonare il canto di guerra: "In assenza di questa partecipazione cittadina da parte dell'amministrazione comunale, invito sin da ora tutte le forze politiche ed associazionistiche ad unirsi, così che alla fine sarà la nostra vera volontà a decidere del nostro futuro".