Territorio
Puglia, approvata legge su randagismo e benessere degli animali
Per gli "amici a quattro zampe" libero accesso a parchi, luoghi pubblici, negozi e mezzi pubblici
Puglia - mercoledì 29 gennaio 2020
Il Consiglio regionale della Puglia, dopo quattro ore di discussione e 35 emendamenti (la maggior parte dei quali del Governo) ha approvato le nuove norme sul controllo del randagismo, dell'anagrafe canina e la protezione degli animali di affezione, abrogando la precedente legge regionale numero 12 del 1995.
Con il nuovo testo normativo vengono definite le competenze della Regione, dei Comuni ai fini del risanamento o costruzione dei canili sanitari. Sono stabiliti i requisiti delle strutture di ricovero e gli obblighi dei gestori nella conduzione di queste strutture. Sono normati l'affido e l'adozione, la rinuncia e l'eutanasia, il recupero dei cani randagi, la protezione dei gatti, le competenze delle Asl e le prestazioni sanitarie.
È istituita l'anagrafe degli animali d'affezione e da parte della Regione e delle Asl è prevista la promozione della conoscenza e la diffusione dei metodi per il controllo della riproduzione degli animali. Sarà istituita una commissione regionale che avrà il compito di coordinatore, sovrintendere e controllare gli interventi necessari all'attuazione della legge. Le attività delle associazioni per la protezione degli animali iscritte all'Albo regionale, non dovranno avere fini di lucro.
È regolamentata l'esposizione e la vendita di cani e gatti, così come l'addestramento e l'educazione. Viene tutelato il benessere di questi animali, consentendo il libero accesso ai giardini, parchi, luoghi pubblici, esercizi commerciali e sui mezzi di trasporto pubblico. Alla vigilanza sull'osservanza delle disposizioni contenute nel testo di legge sono preposto gli organi di vigilanza.
Per il presidente Emiliano si tratta di una legge qualificante che punta alla riduzione della spesa pubblica ed al benessere degli animali di affezione. Decisivo il dialogo con le associazioni animaliste, riuscite nel loro intento. "Questa legge - conferma il presidente pugliese - è frutto dell'impegno, dell'abnegazione e della grandissima sensibilità di chi nei canili ci vive quotidianamente e mi riferisco ai volontari, agli operatori, ai medici veterinari. Aver dialogato con loro costruito la norma partendo da chi ha cognizione reale della situazione, ha portato oggi il Consiglio regionale ad approvare una legge molto moderna in materia".
Per l'opposizione di centrodestra si tratta invece del "solito contenitore vuoto, una legge di principi, molti dei quali già contenuti nelle leggi dello Stato, ma soprattutto, così come recita la norma finanziaria, non sono previsti oneri a carico della Regione, ma scarica tutto sui Comuni e sulle Asl". Secondo Ignazio Zullo, di Fratelli d'Italia, questa legge "risente della perenne campagna elettorale del presidente Michele Emiliano, che nel tentativo di strizzare l'occhio alle associazioni animaliste e ai 5stelle ha presentato emendamenti che stravolgono l'obiettivo iniziale della legge che si proponeva di dare una mano ai Comuni che si trovano in trincea ad affrontare il problema del randagismo".
Soddisfatto si dice il gruppo consiliare a 5 stelle per aver impedito il "business" della gestione dei canili. "Ogni anno la Puglia spende 27 milioni di euro per il mantenimento degli animali nei canili - sostengono i consiglieri -. Una cifra nettamente superiore a quella di altre regioni anche più grandi della nostra. Basti pensare che la Sicilia spende 16 milioni, il Lazio 12 milioni, la Lombardia 3,6 milioni, la Campania 21 milioni e la Calabria 15 milioni".
Con il nuovo testo normativo vengono definite le competenze della Regione, dei Comuni ai fini del risanamento o costruzione dei canili sanitari. Sono stabiliti i requisiti delle strutture di ricovero e gli obblighi dei gestori nella conduzione di queste strutture. Sono normati l'affido e l'adozione, la rinuncia e l'eutanasia, il recupero dei cani randagi, la protezione dei gatti, le competenze delle Asl e le prestazioni sanitarie.
È istituita l'anagrafe degli animali d'affezione e da parte della Regione e delle Asl è prevista la promozione della conoscenza e la diffusione dei metodi per il controllo della riproduzione degli animali. Sarà istituita una commissione regionale che avrà il compito di coordinatore, sovrintendere e controllare gli interventi necessari all'attuazione della legge. Le attività delle associazioni per la protezione degli animali iscritte all'Albo regionale, non dovranno avere fini di lucro.
È regolamentata l'esposizione e la vendita di cani e gatti, così come l'addestramento e l'educazione. Viene tutelato il benessere di questi animali, consentendo il libero accesso ai giardini, parchi, luoghi pubblici, esercizi commerciali e sui mezzi di trasporto pubblico. Alla vigilanza sull'osservanza delle disposizioni contenute nel testo di legge sono preposto gli organi di vigilanza.
Per il presidente Emiliano si tratta di una legge qualificante che punta alla riduzione della spesa pubblica ed al benessere degli animali di affezione. Decisivo il dialogo con le associazioni animaliste, riuscite nel loro intento. "Questa legge - conferma il presidente pugliese - è frutto dell'impegno, dell'abnegazione e della grandissima sensibilità di chi nei canili ci vive quotidianamente e mi riferisco ai volontari, agli operatori, ai medici veterinari. Aver dialogato con loro costruito la norma partendo da chi ha cognizione reale della situazione, ha portato oggi il Consiglio regionale ad approvare una legge molto moderna in materia".
Per l'opposizione di centrodestra si tratta invece del "solito contenitore vuoto, una legge di principi, molti dei quali già contenuti nelle leggi dello Stato, ma soprattutto, così come recita la norma finanziaria, non sono previsti oneri a carico della Regione, ma scarica tutto sui Comuni e sulle Asl". Secondo Ignazio Zullo, di Fratelli d'Italia, questa legge "risente della perenne campagna elettorale del presidente Michele Emiliano, che nel tentativo di strizzare l'occhio alle associazioni animaliste e ai 5stelle ha presentato emendamenti che stravolgono l'obiettivo iniziale della legge che si proponeva di dare una mano ai Comuni che si trovano in trincea ad affrontare il problema del randagismo".
Soddisfatto si dice il gruppo consiliare a 5 stelle per aver impedito il "business" della gestione dei canili. "Ogni anno la Puglia spende 27 milioni di euro per il mantenimento degli animali nei canili - sostengono i consiglieri -. Una cifra nettamente superiore a quella di altre regioni anche più grandi della nostra. Basti pensare che la Sicilia spende 16 milioni, il Lazio 12 milioni, la Lombardia 3,6 milioni, la Campania 21 milioni e la Calabria 15 milioni".