Territorio
Puglia: rimandato il divieto di utilizzare plastica nei lidi
Il Tar sospende l'ordinanza della Regione prevista già per quest'estate
Puglia - mercoledì 31 luglio 2019
17.15
L'attuazione della direttiva comunitaria che vieta dal 2021 l'utilizzo della plastica monouso in spiaggia era stata anticipata di due anni dalla Puglia. Con un'intesa tra il Presidente Michele Emiliano e i rappresentanti degli stabilimenti balneari, all'unanimità, già a marzo di quest'anno, si era scelto di dire stop alla plastica, preferendo a quest'ultima materiale compostabile per stoviglie e posate.
Se questi erano i buoni presupposti per un grande traguardo che avrebbe giovato all'ambiente e all'ecosistema marino, ci ha pensato il Tar a porre un freno all'ordinanza di marzo.
Il Tar Puglia ha, infatti, sospeso l'ordinanza balneare della Regione proprio nella parte in cui ha imposto ai bar degli stabilimenti l'utilizzo di piatti, bicchieri e posate in materiali compostabili.
Il motivo di questa decisione si basa sul fatto che non vi è alcuna norma di legge che prevede il divieto di utilizzare la plastica.
Dunque, l'entusiasmo da parte della Regione per aver raggiunto con due anni d'anticipo l'attuazione della direttiva comunitaria che avrebbe visto la Puglia prima in Italia a rinunciare alla plastica, sembra dover aspettare ancora un po', almeno fino al 2021.
L'assessore all'Ambiente della Regione Puglia, Gianni Stea, nonostante abbia sostenuto che "le decisioni della magistratura non si commentano, si applicano e si fanno applicare", ha rivolto un appello ai gestori degli stabilimenti balneari e a tutti gli utenti degli stessi, affinché si utilizzino da subito e il più possibile posate e stoviglie di materiale compostabile.
L'assessore ha ricordato che "secondo i dati Ispra l'inquinamento sulle spiagge italiane ha raggiunto valori impressionanti a cui occorrerà porre un immediato freno: esattamente è stata calcolata una media di circa 770 oggetti ogni 100 metri di spiaggia, dei quali l'80% è rappresentato da plastica, ormai la regina degli inquinanti marini. Situazione che non cambia molto sui fondali in prossimità delle coste: si contano, infatti, circa 100 oggetti ogni chilometro quadrato mentre i rifiuti e micro-rifiuti che galleggiano nelle acque nazionali risultano essere ben 28 miliardi. Una situazione che non fa decisamente onore al nostro territorio".
Se questi erano i buoni presupposti per un grande traguardo che avrebbe giovato all'ambiente e all'ecosistema marino, ci ha pensato il Tar a porre un freno all'ordinanza di marzo.
Il Tar Puglia ha, infatti, sospeso l'ordinanza balneare della Regione proprio nella parte in cui ha imposto ai bar degli stabilimenti l'utilizzo di piatti, bicchieri e posate in materiali compostabili.
Il motivo di questa decisione si basa sul fatto che non vi è alcuna norma di legge che prevede il divieto di utilizzare la plastica.
Dunque, l'entusiasmo da parte della Regione per aver raggiunto con due anni d'anticipo l'attuazione della direttiva comunitaria che avrebbe visto la Puglia prima in Italia a rinunciare alla plastica, sembra dover aspettare ancora un po', almeno fino al 2021.
L'assessore all'Ambiente della Regione Puglia, Gianni Stea, nonostante abbia sostenuto che "le decisioni della magistratura non si commentano, si applicano e si fanno applicare", ha rivolto un appello ai gestori degli stabilimenti balneari e a tutti gli utenti degli stessi, affinché si utilizzino da subito e il più possibile posate e stoviglie di materiale compostabile.
L'assessore ha ricordato che "secondo i dati Ispra l'inquinamento sulle spiagge italiane ha raggiunto valori impressionanti a cui occorrerà porre un immediato freno: esattamente è stata calcolata una media di circa 770 oggetti ogni 100 metri di spiaggia, dei quali l'80% è rappresentato da plastica, ormai la regina degli inquinanti marini. Situazione che non cambia molto sui fondali in prossimità delle coste: si contano, infatti, circa 100 oggetti ogni chilometro quadrato mentre i rifiuti e micro-rifiuti che galleggiano nelle acque nazionali risultano essere ben 28 miliardi. Una situazione che non fa decisamente onore al nostro territorio".