Territorio
Pugliesi sempre più poveri
Nuovo allarme Istat. A Gravina cresce il numero degli ospiti della mensa "Perfetta Letizia".
Gravina - lunedì 29 luglio 2013
11.16
Famiglie pugliesi sempre più povere.
La conferma arriva dall'Istat, che in questi giorni ha diramato l'ennesimo bollettino sullo stato delle famiglie italiane. Nel 2012 sono state contate 9,5 milioni di persone in povertà relativa e 4,8 milioni in povertà assoluta, cioè che faticano a trovare cibo. In termini percentuali, tra il 2011 e il 2012 si è passati dal 13,6% al 15,8% per la povertà relativa e dal 5,7% all'8% per la povertà assoluta, cifre record dal 2005, anno di inizio delle rilevazioni.
L'istituto di ricerca spiega che a livello nazionale la povertà assoluta aumenta tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4%) e di lavoratori in proprio (dal 4,2% al 6%), ma anche tra gli impiegati e persino tra i dirigenti (dall'1,3% al 2,6%). La povertà, continua l'Istat, aumenta anche tra le famiglie dove i redditi da lavoro si associano a redditi da pensione (dal 3,6% al 5,3%). Cifre allarmanti che sconvolgono se si passa all'analisi dei dati nelle singole regioni meridionali dove si registrano le situazioni più gravi: Sicilia (29,6%), Puglia (28,2%), Calabria (27,4%) e Campania (25,8%).
Proprio il dato pugliese è quello che sorprende di più, perché la Puglia era considerata l'isola felice del sud Italia capace di investire in innovazione e di esportare il proprio prodotto. Una regione dove i giovani vengono aiutati dal governo regionale e dove le eccellenze vengono sostenute.
Dati che non hanno risparmiato ovviamente Gravina, dove le recenti proteste dei disoccupati e delle famiglie indigenti hanno acceso i riflettori su una situazione di povertà e di disagio sociale, sino ad ora solo sospettata e conosciuta solo dagli uffici sociali. Conferma che arriva anche dalla mensa Perfetta Letizia, che negli ultimi mesi ha registrato un'impennata del numero dei frequentatori e di persone che ricorrono ai frati francescani per chiedere aiuto: "Non abbiamo i numeri precisi di questo fenomeno - spiega padre Mario Marino. "La cosa più allarmante è che da un pò di tempo a noi si rivolgono intere famiglie. Alcune scelgono di pranzare altre invece più dignitosamente ci chiedono i viveri di prima necessità e preferiscono stare a casa".
La conferma arriva dall'Istat, che in questi giorni ha diramato l'ennesimo bollettino sullo stato delle famiglie italiane. Nel 2012 sono state contate 9,5 milioni di persone in povertà relativa e 4,8 milioni in povertà assoluta, cioè che faticano a trovare cibo. In termini percentuali, tra il 2011 e il 2012 si è passati dal 13,6% al 15,8% per la povertà relativa e dal 5,7% all'8% per la povertà assoluta, cifre record dal 2005, anno di inizio delle rilevazioni.
L'istituto di ricerca spiega che a livello nazionale la povertà assoluta aumenta tra le famiglie di operai (dal 7,5% al 9,4%) e di lavoratori in proprio (dal 4,2% al 6%), ma anche tra gli impiegati e persino tra i dirigenti (dall'1,3% al 2,6%). La povertà, continua l'Istat, aumenta anche tra le famiglie dove i redditi da lavoro si associano a redditi da pensione (dal 3,6% al 5,3%). Cifre allarmanti che sconvolgono se si passa all'analisi dei dati nelle singole regioni meridionali dove si registrano le situazioni più gravi: Sicilia (29,6%), Puglia (28,2%), Calabria (27,4%) e Campania (25,8%).
Proprio il dato pugliese è quello che sorprende di più, perché la Puglia era considerata l'isola felice del sud Italia capace di investire in innovazione e di esportare il proprio prodotto. Una regione dove i giovani vengono aiutati dal governo regionale e dove le eccellenze vengono sostenute.
Dati che non hanno risparmiato ovviamente Gravina, dove le recenti proteste dei disoccupati e delle famiglie indigenti hanno acceso i riflettori su una situazione di povertà e di disagio sociale, sino ad ora solo sospettata e conosciuta solo dagli uffici sociali. Conferma che arriva anche dalla mensa Perfetta Letizia, che negli ultimi mesi ha registrato un'impennata del numero dei frequentatori e di persone che ricorrono ai frati francescani per chiedere aiuto: "Non abbiamo i numeri precisi di questo fenomeno - spiega padre Mario Marino. "La cosa più allarmante è che da un pò di tempo a noi si rivolgono intere famiglie. Alcune scelgono di pranzare altre invece più dignitosamente ci chiedono i viveri di prima necessità e preferiscono stare a casa".