La città
Pulizia speciale a costo zero
Un'impresa si offre volontaria per smaltire i pneumatici della zona pip. Erano abbandonati da più di un anno.
Gravina - giovedì 30 maggio 2013
16.55
Saranno rimossi nei prossimi giorni gli pneumatici abbandonati nella zona industriale nei pressi della sede della Tradeco.
Una determina dirigenziale, infatti, autorizza "la ditta Corgom, iscritta all'Albo Nazionale dei Gestori Ambientali ad effettuare tutte le operazioni di carico, trasporto e smaltimento presso impianto autorizzato, dei pneumatici fuori uso abbandonati in via Sette – zona Pip, senza alcun onere a carico dell'amministrazione comunale". L'impresa incaricata sarebbe stata individuata a seguito della nota "datata 7 maggio 2013, con cui la ditta F.lli Giannini ha proposto la raccolta dei pneumatici esistenti in Via Sette, accollandosi integralmente tutte le spese necessarie, nel rispetto di tutte le normative vigenti in materia di rifiuti, avvalendosi della collaborazione della Ditta Corgom".
L'enorme cumulo di rifiuti speciali era stato segnalato già nel febbraio 2012 dalla Polizia Municipale, ma allora nulla si era mosso. La segnalazione era poi arrivata alla redazione di Gravinalife lo scorso 9 marzo. Interpellata, l'assessore all'ambiente Maddalena Grillo aveva risposto che "quei pneumatici sono lì da diverso tempo, in un'area sequestrata dalla Guardia di Finanza, nei pressi del capannone della Tradeco a cui spetta il compito di rimuoverli e procedere allo smaltimento". L'assessore, in quella occasione, aveva anche giustificato il mancato intervento dell'amministrazione comunale spiegando che "l'area è sotto sequestro sebbene a Palazzo di città non sia stato notificato nessun atto. Per evitare problemi, infatti, nelle settimane scorse abbiamo provveduto a recintare l'area, ma evidentemente qualcuno ha rimosso la recinzione, lasciando libero il passaggio a chiunque". Ed aveva concluso: "Purtroppo non possiamo fare nulla. Su un'area sequestrata non si può intervenire prima della chiusura delle indagini e comunque senza il permesso della Guardia di Finanza".
Poi, però, dopo il clamore suscitato dagli echi di cronaca, da Palazzo di città il successivo 21 marzo è partita la richiesta di dissequestro della zona "onde ripristinare le condizioni igienico – sanitarie adeguate". Condizioni che saranno ripristinate molto presto ad opera di un'altra impresa che si è offerta volontaria, mentre alla Tradeco spetta solo l'obbligo di rimuovere "tipologie di rifiuti previste nel capitolato speciale di appalto del servizio di igiene urbana".
Una determina dirigenziale, infatti, autorizza "la ditta Corgom, iscritta all'Albo Nazionale dei Gestori Ambientali ad effettuare tutte le operazioni di carico, trasporto e smaltimento presso impianto autorizzato, dei pneumatici fuori uso abbandonati in via Sette – zona Pip, senza alcun onere a carico dell'amministrazione comunale". L'impresa incaricata sarebbe stata individuata a seguito della nota "datata 7 maggio 2013, con cui la ditta F.lli Giannini ha proposto la raccolta dei pneumatici esistenti in Via Sette, accollandosi integralmente tutte le spese necessarie, nel rispetto di tutte le normative vigenti in materia di rifiuti, avvalendosi della collaborazione della Ditta Corgom".
L'enorme cumulo di rifiuti speciali era stato segnalato già nel febbraio 2012 dalla Polizia Municipale, ma allora nulla si era mosso. La segnalazione era poi arrivata alla redazione di Gravinalife lo scorso 9 marzo. Interpellata, l'assessore all'ambiente Maddalena Grillo aveva risposto che "quei pneumatici sono lì da diverso tempo, in un'area sequestrata dalla Guardia di Finanza, nei pressi del capannone della Tradeco a cui spetta il compito di rimuoverli e procedere allo smaltimento". L'assessore, in quella occasione, aveva anche giustificato il mancato intervento dell'amministrazione comunale spiegando che "l'area è sotto sequestro sebbene a Palazzo di città non sia stato notificato nessun atto. Per evitare problemi, infatti, nelle settimane scorse abbiamo provveduto a recintare l'area, ma evidentemente qualcuno ha rimosso la recinzione, lasciando libero il passaggio a chiunque". Ed aveva concluso: "Purtroppo non possiamo fare nulla. Su un'area sequestrata non si può intervenire prima della chiusura delle indagini e comunque senza il permesso della Guardia di Finanza".
Poi, però, dopo il clamore suscitato dagli echi di cronaca, da Palazzo di città il successivo 21 marzo è partita la richiesta di dissequestro della zona "onde ripristinare le condizioni igienico – sanitarie adeguate". Condizioni che saranno ripristinate molto presto ad opera di un'altra impresa che si è offerta volontaria, mentre alla Tradeco spetta solo l'obbligo di rimuovere "tipologie di rifiuti previste nel capitolato speciale di appalto del servizio di igiene urbana".