ex campo missili
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Territorio

Quale futuro per il Campo missili?

Acquistato dal comune è attualmente abbandonato. Nonostante progetti e concorsi di idee

L'11 ottobre 2010 il Campo Missili di Gravina è tornato a far parte del patrimonio comunale. Sono serviti € 65.633,00 all'amministrazione Divella per acquisire un'area di mq. 176.860, sita nel "Bosco Difesa Grande", un tempo adibita a base militare di proprietà del Ministero della Difesa che negli anni 50 aveva provveduto ad espropriarlo allo stesso Comune di Gravina. Dopo una lunga trafila burocratica il Comune è riuscito a far valere il diritto di opzione all'acquisto, chiudendo così le trattative con l'agenzia del demanio.
Non tutti sanno, però, cosa rappresenta quel lembo di terra per la storia non solo del nostro territorio ma dell'Italia intera e non è esagerato sostenere che la Grande Storia della Guerra Fredda è passata anche dalla nostra terra.
Tutto ebbe inizio nel 1958 quando il Presidente americano Eisenhower invitò il governo italiano a depositare sul suolo nazionale missili a testata nucleare in grado di colpire i Paesi Sovietici. Il Governo Fanfani , il cui Ministro della Difesa, era un giovane Giulio Andreotti, accettò la proposta preoccupandosi di segretare tutti gli atti di quel patto tanto celato quanto pericolo. "…non ha evidentemente senso continuare a mantenere segreta l'esistenza degli Jupiter, ma il Governo italiano intende fare questo per motivi politici…", leggeremo molti anni dopo nel diario di un funzionario americano.
Ma torniamo alla storia.
Nel 1960, furono istallati nel tacco d'Italia, trenta missili Jupiter dalla potenza di 3500 bombe atomiche, ognuna delle quali di pari potenza a quella sganciata su Hiroshima nel 1945 ( 27000 furono le persone uccise da quella bomba).
Tre missili per dieci siti, dei quali otto pugliesi e due lucani (Gravina, Altamura , Spinazzola, Acquaviva delle Fonti, Irsina, Matera, Laterza, Mottola Gioia del Colle ), individuati dal Ministero della Difesa.
Per motivi strategici furono tenuti sempre armati e pronti a partire entro 15 minuti.
Dopo molti anni grazie ad una legge americana sulla " libertà di accesso alle informazioni " è stato possibile leggere un interessante fascicolo intitolato " Note del mio viaggio sui siti italiani dello Jupiter" scritto dal funzionario di stato americano Alan James.
Il funzionario James arrivò in Italia nel 1961 e raccontò dettagliatamente tutte le manovre di posizionamento dei missili evidenziando gli enormi rischi di tutta l'operazione dato che i missili erano vulnerabili a qualsiasi tipo di incidente o di sabotaggio. In caso di incidente, infatti, le conseguenze per i militari e per tutta la popolazioni sarebbero state devastanti, ma il funzionario concluse le sue osservazioni con un agghiacciante: "… stiamo correndo dei rischi, ma sono rischi calcolati che non possono essere così seri tanto da mettere in discussione l'essenziale utilità degli Jupiter".
Mentre la gente comune godeva della ritrovata pace e faceva i conti con le opere di ricostruzione di un paese distrutto dalla guerra, nel 1962 i radar americani scoprirono una nave russa carica di missili e diretta sull'isola di Cuba.
E' l'inizio della Crisi Cubana e torna l'incubo di una guerra atomica.
Fu solo dopo innumerevoli incontri e accordi tra Kennedy e Krusciov e l'intervento di Papa Giovanni XXIII, che tutto il mondo tirò un sospiro di sollievo. Kruscov ritirò i missili da Cuba e ottenne da Kennedy lo smantellamento e la dismissione delle dieci basi. Nei primi mesi del 1963 delle basi americane rimasero solamente i ruderi.
Da allora l'intera area è caduta nell'abbandono totale, depredata dei suoi tesori verdi e vittima del passare incivile degli avventori del Bosco.
E nemmeno l'acquisizione al patrimonio comunale sembra capace di poter offrire un presente migliore per quell'area che ancora oggi provoca brividi lungo la schiena a chiunque si avventuri tra i suoi percorsi con un occhio attento.

Nei mesi scorsi il Comune ha ricevuto un importante finanziamento regionale per il recupero del Bosco e la creazione di un centro visita e di percorsi sentieristici. Nell'intero progetto non è inserita l'area appartenente al campo. Qualcuno mugugna che in quella zona ci siano ancora scorie radiative o che comunque quel fazzoletto di terra si presta molto bene alla speculazione edilizia.
Tutte al momento ipotesi o illazioni.

Di certo resta solo l'opera di alcuni studiosi e artisti che stanno cercando di sensibilizzare e soprattutto di informare l'opinione pubblica su una vicenda ancora celata dal mistero. Ultimo in ordine di tempo il regista Fabrizio Galatea che ha girato un documentario per raccontare la storia degli jupiter in collaborazione con Francesco Cavallo, giovane gravinese, autore del sito internet www.basijupiter.altervista.org.






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