Associazioni
Respinto referendum su eutanasia legale, delusione del comitato
Loiudice, Punto GG: “adesso tocca al Parlamento esprimersi e fare una legge”
Gravina - giovedì 17 febbraio 2022
16.00
Poche laconiche parole per cancellare il referendum che chiedeva l'eutanasia legale. Così la Corte Costituzionale ha ritenuto inammissibile il referendum promosso per l'abrogazione parziale del articolo 579 del codice penale che tratta dell'omicidio del consenziente.
Adesso, si attenderanno le motivazioni per cui la consultazione referendaria è stata respinta. La Corte Costituzionale ha ritenuto inammissibile il quesito referendario, poiché l'eventuale abrogazione, sia pur in maniera parziale, dell'articolo di legge sull'omicidio del consenziente, non preserverebbe "la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana e in generale e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili".
Sconforto nei comitati che si sono spesi per la raccolta delle firme. Anche a Gravina dall'associazione Punto GG, promotrice della raccolta firme nella città e sempre in prima linea per i diritti civili, non nascondono la propria frustrazione per la notizia della inammissibilità del referendum. "La delusione è cocente perché sinceramente ci avevamo creduto" -confessa Carlo Loiudice, presidente dell'associazione dei Giovani Gravinesi, che legge in maniera differente le bocciature arrivare sia per il referendum sull'eutanasia che per quello sulla legalizzazione delle droghe leggere.
"Per il referendum sulla cannabis sembra che ci sia stato un problema di natura tecnica nella presentazione del quesito, che per questo è stato dichiarato inammissibile, mentre sull'omicidio del consenziente la questione è più delicata perché riguarda il limite sul fine vita" - spiega Loiudice, che con la sua associazione, a Gravina, ha raccolto più di 500 firme di persone aderenti alla campagna referendaria, che in tutta Italia aveva racimolato oltre 1milione e 200 mila firme.
Adesso – secondo Loiudice -dovranno essere i partiti a fare la loro parte. Vista anche la notevole mobilitazione popolare, che non può essere ignorata, ma anche alla luce del fatto che quasi tutte le forze politiche si sono dette in disaccordo con le motivazioni addotte dalla corte Costituzione, la speranza per Loiudice è che i partiti facciano il proprio dovere. "Ora tocca al parlamento esprimersi e fare una legge" - conclude il presidente della Punto GG.
Adesso, si attenderanno le motivazioni per cui la consultazione referendaria è stata respinta. La Corte Costituzionale ha ritenuto inammissibile il quesito referendario, poiché l'eventuale abrogazione, sia pur in maniera parziale, dell'articolo di legge sull'omicidio del consenziente, non preserverebbe "la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana e in generale e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili".
Sconforto nei comitati che si sono spesi per la raccolta delle firme. Anche a Gravina dall'associazione Punto GG, promotrice della raccolta firme nella città e sempre in prima linea per i diritti civili, non nascondono la propria frustrazione per la notizia della inammissibilità del referendum. "La delusione è cocente perché sinceramente ci avevamo creduto" -confessa Carlo Loiudice, presidente dell'associazione dei Giovani Gravinesi, che legge in maniera differente le bocciature arrivare sia per il referendum sull'eutanasia che per quello sulla legalizzazione delle droghe leggere.
"Per il referendum sulla cannabis sembra che ci sia stato un problema di natura tecnica nella presentazione del quesito, che per questo è stato dichiarato inammissibile, mentre sull'omicidio del consenziente la questione è più delicata perché riguarda il limite sul fine vita" - spiega Loiudice, che con la sua associazione, a Gravina, ha raccolto più di 500 firme di persone aderenti alla campagna referendaria, che in tutta Italia aveva racimolato oltre 1milione e 200 mila firme.
Adesso – secondo Loiudice -dovranno essere i partiti a fare la loro parte. Vista anche la notevole mobilitazione popolare, che non può essere ignorata, ma anche alla luce del fatto che quasi tutte le forze politiche si sono dette in disaccordo con le motivazioni addotte dalla corte Costituzione, la speranza per Loiudice è che i partiti facciano il proprio dovere. "Ora tocca al parlamento esprimersi e fare una legge" - conclude il presidente della Punto GG.