Territorio
Ricorsi commissione tributaria
In Puglia sono circa 33mila i procedimenti pendenti
Gravina - sabato 21 giugno 2014
13.00
Secondo ciò che emerge da una nuova indagine condotta dal Centro Studi di Confartigianato Imprese di Puglia non si placa, anzi, continua a crescere, nella regione Puglia, il contenzioso tributario mettendo sempre più in allarme l'intera macchina giudiziaria considerando che alla fine del 2013 i giudizi pendenti erano 330.445 con un balzo di circa 1500 rispetto all'anno precedente.
L'aumento considerevole è senza dubbio dovuto al contenzioso di massa con l'Agenzia delle Entrate. Il sovraccarico improvviso ha determinato, quindi, un ribaltamento del rapporto tra giudizi pervenuti e quelli definiti, che poi determinano lo sfoltimento dei vari ricorsi. Preoccupante è il dato in cui compare che a Bari ci vogliono più di 512 giorni per definire un ricorso. A Brindisi 640, a Foggia 972, a Lecce 794 e a Taranto 1.602 a causa delle varie udienze di cui si compone. Guardando all'ente impositore, ben 15.428 contestazioni (pari al 46,1 per cento) riguardano l'Agenzia delle entrate, 5.828 (pari al 17,4 per cento) quelle avviate contro l'Agenzia del territorio, 235 (0,7 per cento) contro l'Agenzia delle dogane e monopoli, 3.417 (10,2 per cento) contro Equitalia, 6.076 (18,2) contro Enti locali e 2.461 (7,4 per cento) contro altri enti.
Nel corso del 2013, nelle commissioni provinciali della Puglia, sono stati definiti 17.020 ricorsi. Solo nel nove per cento dei casi (1.542 sentenze), l'esito è stato favorevole all'ufficio. Le istanze dei contribuenti, invece, sono state accolte nel 39,3 per cento dei casi (6.698 controversie). Un giudizio intermedio è stato emesso per 5.986 ricorsi (pari al 35,2 per cento). Irrilevanti le conciliazioni (0,4 per cento), mentre gli «altri esiti», come il condono, sono stati pronunciati 2.740 volte (16,1 per cento).
"Questi dati confermano - spiega Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – la drammatica situazione del sistema giudiziario italiano. Questi tribunali dovrebbero assicurare dei tempi piuttosto contenuti, ma al contrario la loro durata media continua a crescere sino a toccare picchi intollerabili. Solo con leggi a misura d'impresa e di cittadino i contribuenti potranno cessare di considerare il fisco come una minaccia da cui doversi difendere."
Da sottolineare che molti giudizi finisco quasi sempre "in pareggio". Nel 70-80 per cento dei casi, infatti, le spese del giudizio sono compensate. Mai, o quasi mai, queste spese sono a carico dell'ufficio.
L'aumento considerevole è senza dubbio dovuto al contenzioso di massa con l'Agenzia delle Entrate. Il sovraccarico improvviso ha determinato, quindi, un ribaltamento del rapporto tra giudizi pervenuti e quelli definiti, che poi determinano lo sfoltimento dei vari ricorsi. Preoccupante è il dato in cui compare che a Bari ci vogliono più di 512 giorni per definire un ricorso. A Brindisi 640, a Foggia 972, a Lecce 794 e a Taranto 1.602 a causa delle varie udienze di cui si compone. Guardando all'ente impositore, ben 15.428 contestazioni (pari al 46,1 per cento) riguardano l'Agenzia delle entrate, 5.828 (pari al 17,4 per cento) quelle avviate contro l'Agenzia del territorio, 235 (0,7 per cento) contro l'Agenzia delle dogane e monopoli, 3.417 (10,2 per cento) contro Equitalia, 6.076 (18,2) contro Enti locali e 2.461 (7,4 per cento) contro altri enti.
Nel corso del 2013, nelle commissioni provinciali della Puglia, sono stati definiti 17.020 ricorsi. Solo nel nove per cento dei casi (1.542 sentenze), l'esito è stato favorevole all'ufficio. Le istanze dei contribuenti, invece, sono state accolte nel 39,3 per cento dei casi (6.698 controversie). Un giudizio intermedio è stato emesso per 5.986 ricorsi (pari al 35,2 per cento). Irrilevanti le conciliazioni (0,4 per cento), mentre gli «altri esiti», come il condono, sono stati pronunciati 2.740 volte (16,1 per cento).
"Questi dati confermano - spiega Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – la drammatica situazione del sistema giudiziario italiano. Questi tribunali dovrebbero assicurare dei tempi piuttosto contenuti, ma al contrario la loro durata media continua a crescere sino a toccare picchi intollerabili. Solo con leggi a misura d'impresa e di cittadino i contribuenti potranno cessare di considerare il fisco come una minaccia da cui doversi difendere."
Da sottolineare che molti giudizi finisco quasi sempre "in pareggio". Nel 70-80 per cento dei casi, infatti, le spese del giudizio sono compensate. Mai, o quasi mai, queste spese sono a carico dell'ufficio.