Eventi
Ridere fa bene, a teatro è tutta salute
La compagnia casertana "Come i Curumba" diverte il pubblico del Vida
Gravina - lunedì 10 febbraio 2020
18.40
Risate a crepapelle con la compagnia casertana di Casagiove "30 Allora" che al Vida fa centro con la commedia "Come i Curumba". I vincitori del premio come migliore spettacolo della scorsa edizione della rassegna teatrale "Amattori Insieme", in questa edizione della manifestazione non hanno deluso le attese con una commedia spassosissima.
I Curumba sono una popolazione africana presso la quale si pratica la poligamia: e perché non poter fare lo stesso in una città del Sud Italia? Anche perché, per una donna, un uomo non è completo… ce ne vogliono almeno due. Per Maria Teresa le donne sono emotivamente più ricche e quindi riescono ad amare più uomini. Anche perché, come dice Maria Teresa "non si riesce mai a trovare in una sola persona tutto quello che vorremmo".
Per questo lei ha deciso di sposarne due, completamente diversi tra loro. Uno, Giorgio, pignolo professore di matematica, un "precisetti"; l'altro Danny, cantante neomelodico fallito, dai tratti rozzi e con tutta l'ignoranza che spesso, con luoghi comuni, si associa a questo tipo di personaggi, magistralmente caratterizzata dal bravissimo Vincenzo Russo, che dello spettacolo ha curato anche la regia. Un equilibrio dinamico per Maria, moglie di Giorgio e per Teresa moglie di Danny, rotto da un episodio che ne turba la tranquillità: Maria Teresa, infatti scopre di essere incinta.
Due famiglie e due mondi diametralmente opposti che devono fare i conti con una gravidanza che ne spezza gli equilibri. E' allora che Maria Teresa chiede consiglio alla sua editrice- confidente Sarah, che suggerisce di interrompere la relazione con uno dei due, scegliendo quello che meglio reagisce dinanzi alla paventata possibilità di diventare genitore. Ma entrambi non appaiono entusiasti all'idea, gettando Maria Teresa nello sconforto. A risolvere la situazione ci si mette il caso, che fa incontrare i due uomini, che scoperte le similitudini nel loro rapporto con la rispettiva moglie, decidono di incontrarsi a cena, avendo loro maturato l'idea della paternità.
Insomma, rocamboleschi incroci e iperboliche coincidenze, tutte all'insegna dell'amore, tengono in piedi questa commedia dai lazzi e dalle battute che hanno divertito il pubblico del Vida, che ha tributato alla compagnia un meritato riconoscimento.
I Curumba sono una popolazione africana presso la quale si pratica la poligamia: e perché non poter fare lo stesso in una città del Sud Italia? Anche perché, per una donna, un uomo non è completo… ce ne vogliono almeno due. Per Maria Teresa le donne sono emotivamente più ricche e quindi riescono ad amare più uomini. Anche perché, come dice Maria Teresa "non si riesce mai a trovare in una sola persona tutto quello che vorremmo".
Per questo lei ha deciso di sposarne due, completamente diversi tra loro. Uno, Giorgio, pignolo professore di matematica, un "precisetti"; l'altro Danny, cantante neomelodico fallito, dai tratti rozzi e con tutta l'ignoranza che spesso, con luoghi comuni, si associa a questo tipo di personaggi, magistralmente caratterizzata dal bravissimo Vincenzo Russo, che dello spettacolo ha curato anche la regia. Un equilibrio dinamico per Maria, moglie di Giorgio e per Teresa moglie di Danny, rotto da un episodio che ne turba la tranquillità: Maria Teresa, infatti scopre di essere incinta.
Due famiglie e due mondi diametralmente opposti che devono fare i conti con una gravidanza che ne spezza gli equilibri. E' allora che Maria Teresa chiede consiglio alla sua editrice- confidente Sarah, che suggerisce di interrompere la relazione con uno dei due, scegliendo quello che meglio reagisce dinanzi alla paventata possibilità di diventare genitore. Ma entrambi non appaiono entusiasti all'idea, gettando Maria Teresa nello sconforto. A risolvere la situazione ci si mette il caso, che fa incontrare i due uomini, che scoperte le similitudini nel loro rapporto con la rispettiva moglie, decidono di incontrarsi a cena, avendo loro maturato l'idea della paternità.
Insomma, rocamboleschi incroci e iperboliche coincidenze, tutte all'insegna dell'amore, tengono in piedi questa commedia dai lazzi e dalle battute che hanno divertito il pubblico del Vida, che ha tributato alla compagnia un meritato riconoscimento.