Territorio
Rinnovabili: la Lipu chiede l'intervento delle Regioni
Importante la definizione accurata delle aree. Richiamata l'attenzione sulla tutela di specie rara
Gravina - giovedì 23 dicembre 2010
Con una lettera inviata nei giorni scorsi ai Presidenti di regione, agli assessori competenti e alle commissioni consiliari regionali interessate, la LIPU-BirdLife Italia chiede che vengano adottate con urgenza entro il prossimo 1° gennaio 2011 le Linee guida regionali per l'insediamento di impianti da fonti energetiche rinnovabili, in gran parte eolico e fotovoltaico. Un'occasione – sottolinea la LIPU - per salvaguardare ambiente, paesaggio, biodiversità.
Dopo l'approvazione del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico dello scorso 10 settembre, che fissava le Linee guida nazionali, la LIPU chiede dunque alle regioni di intervenire, come previsto dallo stesso decreto, con un provvedimento che metta ordine a uno sviluppo incontrollato del settore che crea pericolo per l'ambiente, il paesaggio e la biodiversità.
Proprio per questo la LIPU segnala l'esigenza di definire, oltre alle Linee guida regionali, anche le aree che non sono idonee a ospitare tali impianti: dalle aree Unesco alle aree protette (legge 394/91) e le zone umide Ramsar, dai siti di rete Natura 2000 (Sic e Zps) alle aree Iba (Important Bird Areas, le Aree importanti per gli uccelli), dagli habitat naturali o semi naturali (come pascoli, macchie, boschi) alle Oasi di protezione e quelle di "ripopolamento e cattura" (legge 157/92). Ma anche aree archeologiche, monumenti, centri storici, e aree sottoposte a vincolo idrogeologico, tutte con una fascia di rispetto dignitosa e funzionale alle esigenze del caso.
Nel Documento di osservazioni LIPU inviato alle regioni, si richiama inoltre l'attenzione su quelle aree che ospitano siti riproduttivi di specie di uccelli ormai rari e di grande interesse conservazionistico come gli ultimi avvoltoi (capovaccaio, grifone e gipeto), cicogna nera e cicogna bianca, colonie riproduttive di aquila reale, aquila del bonelli, gallina prataiola e lanario o colonie riproduttive di grillaio.
Non mancano tra le osservazioni della LIPU prescrizioni sugli impianti fotovoltaici, idroelettrici (da vietare lo sbarramento degli ultimi corsi d'acqua con presenza della lontra) e la necessità di codificare con le Linee guida regionali la Valutazione di incidenza in alcuni casi specifici.
"Lo sviluppo incontrollato e non pianificato di impianti eolici ma anche fotovoltaici e idrici – scrive Giuliano Tallone, Presidente LIPU-BirdLife Italia – ha gravi ripercussioni sul paesaggio, sulla biodiversità, sui beni storici e archeologici e sull'identità rurale come purtroppo si è verificato in estesi comprensori del Mezzogiorno. Tutto ciò – prosegue Tallone – pone dunque alle Regioni il dovere di cogliere l'opportunità offerta dal decreto e intervenire con urgenza per non compromettere ulteriormente il territorio, pur programmando uno sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. Nello stesso tempo – conclude Tallone – le regioni possono promuovere una politica nel settore finalmente più adeguata e magari indirizzata verso lo sfruttamento delle superfici antropizzate e industriali".
Dopo l'approvazione del decreto del Ministero dello Sviluppo Economico dello scorso 10 settembre, che fissava le Linee guida nazionali, la LIPU chiede dunque alle regioni di intervenire, come previsto dallo stesso decreto, con un provvedimento che metta ordine a uno sviluppo incontrollato del settore che crea pericolo per l'ambiente, il paesaggio e la biodiversità.
Proprio per questo la LIPU segnala l'esigenza di definire, oltre alle Linee guida regionali, anche le aree che non sono idonee a ospitare tali impianti: dalle aree Unesco alle aree protette (legge 394/91) e le zone umide Ramsar, dai siti di rete Natura 2000 (Sic e Zps) alle aree Iba (Important Bird Areas, le Aree importanti per gli uccelli), dagli habitat naturali o semi naturali (come pascoli, macchie, boschi) alle Oasi di protezione e quelle di "ripopolamento e cattura" (legge 157/92). Ma anche aree archeologiche, monumenti, centri storici, e aree sottoposte a vincolo idrogeologico, tutte con una fascia di rispetto dignitosa e funzionale alle esigenze del caso.
Nel Documento di osservazioni LIPU inviato alle regioni, si richiama inoltre l'attenzione su quelle aree che ospitano siti riproduttivi di specie di uccelli ormai rari e di grande interesse conservazionistico come gli ultimi avvoltoi (capovaccaio, grifone e gipeto), cicogna nera e cicogna bianca, colonie riproduttive di aquila reale, aquila del bonelli, gallina prataiola e lanario o colonie riproduttive di grillaio.
Non mancano tra le osservazioni della LIPU prescrizioni sugli impianti fotovoltaici, idroelettrici (da vietare lo sbarramento degli ultimi corsi d'acqua con presenza della lontra) e la necessità di codificare con le Linee guida regionali la Valutazione di incidenza in alcuni casi specifici.
"Lo sviluppo incontrollato e non pianificato di impianti eolici ma anche fotovoltaici e idrici – scrive Giuliano Tallone, Presidente LIPU-BirdLife Italia – ha gravi ripercussioni sul paesaggio, sulla biodiversità, sui beni storici e archeologici e sull'identità rurale come purtroppo si è verificato in estesi comprensori del Mezzogiorno. Tutto ciò – prosegue Tallone – pone dunque alle Regioni il dovere di cogliere l'opportunità offerta dal decreto e intervenire con urgenza per non compromettere ulteriormente il territorio, pur programmando uno sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili. Nello stesso tempo – conclude Tallone – le regioni possono promuovere una politica nel settore finalmente più adeguata e magari indirizzata verso lo sfruttamento delle superfici antropizzate e industriali".