La città
Risoluzione positiva della crisi politica
C’è qualcuno che approva: Club della Libertà. Carlo Florio chiede però all'amministrazione di rimboccarsi le maniche
Gravina - sabato 26 marzo 2011
10.57
Se la risoluzione della crisi politica ha scaldato gli animi di molti, i quali non si sono risparmiati dal lanciare invettive contro una conclusione della stessa alla "tarallucci e vino", qualcuno ha appreso con piacere la ripresa del potere da parte del sindaco Divella.
A parlare in questo caso è il presidente del Club della Libertà Carlo Florio, il quale osserva che "una risoluzione della controversia politica, in senso contrario, sarebbe stata una grave sconfitta per la politica gravinese e, soprattutto, una grande occasione persa per il centro-destra, che si cimenta con l'amministrazione della città dopo decenni di governo di sinistra".
Ma una istantanea di Gravina negli ultimi tempi, la fa lo stesso Florio quando ammette la letargia dell'amministrazione: "È palese che, dopo alcuni mesi di immobilismo politico, i giudizi da parte di alcuni o di molti, a seconda dei punti di vista, fossero feroci nei confronti degli attuali amministratori…".
Da una parte questo, dall'altra una riflessione, un consiglio rivolto a chi voglia recepirlo: consapevoli che nelle democrazie evolute, un governo in carica, a tutti i livelli, è difficile che trovi l'approvazione in corso d'opera, urge dare spazio a chi ha avuto mandato dal popolo, concedere la possibilità di governare, di lavorare, lasciando i commenti e i giudizi, solo a legislatura conclusa…non senza però invitare l'amministrazione a rimboccarsi le maniche e concretizzare le belle parole proferite in campagna elettorale. "…E' opportuno che, da subito, la squadra di governo si rimbocchi le maniche per mettere in atto il programma annunciato durante la campagna elettorale, senza scadere in beghe interne. Infatti, la politica non deve farsi distrarre dai personalismi nè, tantomeno, dallo scontro con gli avversari. Per fare un esempio, ricordiamo quanto accaduto a proposito della piscina, che speriamo si andrà a realizzare nel più breve tempo possibile; entrambi gli schieramenti politici, in forte polemica tra di loro, si erano attribuiti il merito della prossima realizzazione dell'opera".
Eccolo che arriva a questo punto il paragone con la cugina Altamura, l'erba del vicino è il caso di dirlo, è in questo caso più verde: "Piuttosto di preoccuparsi della paternità del provvedimento sulla piscina bisognava, forse, fare una riflessione più profonda, cioè che a dieci chilometri di distanza c'è una città, poco più grande della nostra, che vanta tre piscine, frequentate in massa da gravinesi, mentre da noi c'è ne stata una sola, in passato, che non siamo riusciti a far sopravvivere…Le questioni su cui lavorare sono tante e molto più importanti del problema-piscina, che, comunque, rappresenta un caso emblematico della difficoltà di portare a compimento obiettivi fondamentali per la collettività, che rischiano spesso di saltare, proprio a causa della litigiosità della politica".
Ma è con un punto di domanda, che si conclude il comunicato del Club della Libertà, un grande punto interrogativo, che si inarca come un uncino che graffia la pagina, "…può una comunità nel suo piccolo invertire il trend economico, può cioè produrre idee, concretamente realizzabili, tali da mettere in moto una crescita nell'economia locale, che contrasti con la congiuntura internazionale e nazionale?".
A parlare in questo caso è il presidente del Club della Libertà Carlo Florio, il quale osserva che "una risoluzione della controversia politica, in senso contrario, sarebbe stata una grave sconfitta per la politica gravinese e, soprattutto, una grande occasione persa per il centro-destra, che si cimenta con l'amministrazione della città dopo decenni di governo di sinistra".
Ma una istantanea di Gravina negli ultimi tempi, la fa lo stesso Florio quando ammette la letargia dell'amministrazione: "È palese che, dopo alcuni mesi di immobilismo politico, i giudizi da parte di alcuni o di molti, a seconda dei punti di vista, fossero feroci nei confronti degli attuali amministratori…".
Da una parte questo, dall'altra una riflessione, un consiglio rivolto a chi voglia recepirlo: consapevoli che nelle democrazie evolute, un governo in carica, a tutti i livelli, è difficile che trovi l'approvazione in corso d'opera, urge dare spazio a chi ha avuto mandato dal popolo, concedere la possibilità di governare, di lavorare, lasciando i commenti e i giudizi, solo a legislatura conclusa…non senza però invitare l'amministrazione a rimboccarsi le maniche e concretizzare le belle parole proferite in campagna elettorale. "…E' opportuno che, da subito, la squadra di governo si rimbocchi le maniche per mettere in atto il programma annunciato durante la campagna elettorale, senza scadere in beghe interne. Infatti, la politica non deve farsi distrarre dai personalismi nè, tantomeno, dallo scontro con gli avversari. Per fare un esempio, ricordiamo quanto accaduto a proposito della piscina, che speriamo si andrà a realizzare nel più breve tempo possibile; entrambi gli schieramenti politici, in forte polemica tra di loro, si erano attribuiti il merito della prossima realizzazione dell'opera".
Eccolo che arriva a questo punto il paragone con la cugina Altamura, l'erba del vicino è il caso di dirlo, è in questo caso più verde: "Piuttosto di preoccuparsi della paternità del provvedimento sulla piscina bisognava, forse, fare una riflessione più profonda, cioè che a dieci chilometri di distanza c'è una città, poco più grande della nostra, che vanta tre piscine, frequentate in massa da gravinesi, mentre da noi c'è ne stata una sola, in passato, che non siamo riusciti a far sopravvivere…Le questioni su cui lavorare sono tante e molto più importanti del problema-piscina, che, comunque, rappresenta un caso emblematico della difficoltà di portare a compimento obiettivi fondamentali per la collettività, che rischiano spesso di saltare, proprio a causa della litigiosità della politica".
Ma è con un punto di domanda, che si conclude il comunicato del Club della Libertà, un grande punto interrogativo, che si inarca come un uncino che graffia la pagina, "…può una comunità nel suo piccolo invertire il trend economico, può cioè produrre idee, concretamente realizzabili, tali da mettere in moto una crescita nell'economia locale, che contrasti con la congiuntura internazionale e nazionale?".