Politica
Salta l'accordo: il Patto federativo chiude a Fli
E chiama in causa la maggioranza: "I finiani un problema". Anche Lupoli toglie il sostegno a Carbone?
Gravina - giovedì 20 dicembre 2012
16.00
"Non intendiamo avere con loro nessun tipo di dialogo, perchè nessun dialogo è possibile con chi non ha capacità e autonomia decisionale. Piuttosto, la maggioranza è chiamata a riflettere: Fli non solo non ha più un gruppo consiliare, ma è ormai un elemento di instabilità".
Fosse una sentenza, questo ne sarebbe il dispositivo. Ma i tribunali sono tutt'altra cosa, e Antonello Galtieri non è un giudice. Da portavoce del Patto federativo MAS (il gruppo che riunisce i tre consiglieri Mazzilli, Ariani e Santomasi) fa però sentire la sua voce per quello che suona, a tutti gli effetti, come un verdetto, sia pur politico.
Sul banco degli imputati, Fli: nei giorni scorsi il direttivo dei finiani s'era autoconvocato e con tanto di documento aveva trasferito a Marco Nicolardi i poteri di rappresentanza del partito, fino a quel momento nelle mani del coordinatore-assessore Lorenzo Carbone. Poi l'incontro a Bari, coi vertici regionali, e la repentina scomparsa dalle scene del documento. "Non è mai stato sottoposto al mio vaglio", assicurava lunedì scorso il coordinatore regionale Gianmarco Surico, riportando indietro le lancette dell'orologio. "Evidentemente", ironizza ora Galtieri, "i firmatari avranno dimenticato di inserire anche l'indirizzo".
E' la battuta che fa da premessa ad un duro attacco. E nel mirino, stavolta, finiscono anche Nicolardi e, a sorpresa, il presidente del consiglio, Giacinto Lupoli. "Pure Lupoli aveva firmato quel documento", afferma Galtieri, svelando un dettaglio destinato a cambiare la geografia interna di un partito in cui Carbone appare inevitabilmente sempre più isolato. "Fatti loro", prosegue impietoso il portavoce del Mas. "Evidentemente, di fronte a Surico ci avranno ripensato. Ma così non va: non intendiamo avere alcun tipo di dialogo con i gestori del Fli gravinese. Del resto, quando un interlocutore non ha potere decisionale, di cosa si vuol parlare? Piuttosto, visto che loro in città sono rappresentati dal coordinamento regionale, la prossima volta contatteremo direttamente Gianfranco Fini". Segue considerazione: "Il dato che ne vien fuori è evidente: Fli è instabile, e la sua instabilità si ripercuote sulla maggioranza".
Già, la maggioranza. "Il dialogo tra noi e le altre forze della coalizione va avanti, ma serve cambiare rotta". Basterebbe un assessorato al Mas? "Non scherziamo: chi fa politica - aggiunge Galtieri - sa bene quanto sia importante ricoprire un ruolo anche in giunta, come punto terminale dell'attività che viene svolta in consiglio, ma qui il punto non è solo l'assessorato", sottolinea. "Prima di tutto deve venire il riconoscimento della pari dignità: contrariamente a quanto sostenuto in campagna elettorale, le decisioni sono state prese senza alcun collegamento coi consiglieri ed i partiti di appartenenza. Inoltre, è mancato fin qui il coinvolgimento della città: tecnici, associazioni, organizzazioni di categoria e delle professioni, ad esempio, sono stati lasciati ai margini".
La crisi, insomma, è tutt'altro che chiusa. E dopo il fallito matrimonio con i futuristi, i tre del MAS bussano direttamente alle porte di Palazzo di città. Che fin qui s'era riparato dietro le tensioni tutte interne a Fli per tenersi alla larga dalle fibrillazioni, ma che adesso non può più far finta di niente e deve decidere se rinunciare ad uno dei principi cardine del Valente I: rifiutare ogni trattativa con forze politiche nate per scissione da quelle scese in campo fin dall'inizio a fianco della coalizione.
Fosse una sentenza, questo ne sarebbe il dispositivo. Ma i tribunali sono tutt'altra cosa, e Antonello Galtieri non è un giudice. Da portavoce del Patto federativo MAS (il gruppo che riunisce i tre consiglieri Mazzilli, Ariani e Santomasi) fa però sentire la sua voce per quello che suona, a tutti gli effetti, come un verdetto, sia pur politico.
Sul banco degli imputati, Fli: nei giorni scorsi il direttivo dei finiani s'era autoconvocato e con tanto di documento aveva trasferito a Marco Nicolardi i poteri di rappresentanza del partito, fino a quel momento nelle mani del coordinatore-assessore Lorenzo Carbone. Poi l'incontro a Bari, coi vertici regionali, e la repentina scomparsa dalle scene del documento. "Non è mai stato sottoposto al mio vaglio", assicurava lunedì scorso il coordinatore regionale Gianmarco Surico, riportando indietro le lancette dell'orologio. "Evidentemente", ironizza ora Galtieri, "i firmatari avranno dimenticato di inserire anche l'indirizzo".
E' la battuta che fa da premessa ad un duro attacco. E nel mirino, stavolta, finiscono anche Nicolardi e, a sorpresa, il presidente del consiglio, Giacinto Lupoli. "Pure Lupoli aveva firmato quel documento", afferma Galtieri, svelando un dettaglio destinato a cambiare la geografia interna di un partito in cui Carbone appare inevitabilmente sempre più isolato. "Fatti loro", prosegue impietoso il portavoce del Mas. "Evidentemente, di fronte a Surico ci avranno ripensato. Ma così non va: non intendiamo avere alcun tipo di dialogo con i gestori del Fli gravinese. Del resto, quando un interlocutore non ha potere decisionale, di cosa si vuol parlare? Piuttosto, visto che loro in città sono rappresentati dal coordinamento regionale, la prossima volta contatteremo direttamente Gianfranco Fini". Segue considerazione: "Il dato che ne vien fuori è evidente: Fli è instabile, e la sua instabilità si ripercuote sulla maggioranza".
Già, la maggioranza. "Il dialogo tra noi e le altre forze della coalizione va avanti, ma serve cambiare rotta". Basterebbe un assessorato al Mas? "Non scherziamo: chi fa politica - aggiunge Galtieri - sa bene quanto sia importante ricoprire un ruolo anche in giunta, come punto terminale dell'attività che viene svolta in consiglio, ma qui il punto non è solo l'assessorato", sottolinea. "Prima di tutto deve venire il riconoscimento della pari dignità: contrariamente a quanto sostenuto in campagna elettorale, le decisioni sono state prese senza alcun collegamento coi consiglieri ed i partiti di appartenenza. Inoltre, è mancato fin qui il coinvolgimento della città: tecnici, associazioni, organizzazioni di categoria e delle professioni, ad esempio, sono stati lasciati ai margini".
La crisi, insomma, è tutt'altro che chiusa. E dopo il fallito matrimonio con i futuristi, i tre del MAS bussano direttamente alle porte di Palazzo di città. Che fin qui s'era riparato dietro le tensioni tutte interne a Fli per tenersi alla larga dalle fibrillazioni, ma che adesso non può più far finta di niente e deve decidere se rinunciare ad uno dei principi cardine del Valente I: rifiutare ogni trattativa con forze politiche nate per scissione da quelle scese in campo fin dall'inizio a fianco della coalizione.