La città
San Giuseppe senza falò
Dopo 17 anni il coronavirus ferma la festa per San Giuseppe in zona Pip
Gravina - giovedì 19 marzo 2020
17.15
Un appuntamento fisso per la cittadinanza cancellato dal coronavirus. Quel fuoco che non si accenderà stasera fa male agli imprenditori della zona Pip, ma fa male a tutta la popolazione.
Per la prima volta dopo 17 anni il tradizionale falò d San Giuseppe, accompagnato da eventi spettacolari e riti religiosi non andrà in scena nel suo luogo simbolo: la statua dedicata proprio al protettore dei lavoratori, ubicata in zona Pip. Un evento che gli organizzatori mai avrebbero potuto pensare di rinviare a causa di un rischio così grande come una epidemia. Una manifestazione voluta dal mondo imprenditoriale, ma promosso dall'intera comunità cittadina, molto legata alla festa e alle sue tradizioni.
Come il fuoco che in epoca precristiana rappresentava la purificazione e la consacrazione e che nelle epoche successive è stato associato ad un rituale ben augurante per salutare l'arrivo della primavera, o la preparazione della tradizionale focaccia di san Giuseppe, "U ruccl" un impasto ripieno di cipolle sponsali, uvetta passa e acciughe.
Quest'anno tutti dietro le finestre delle nostre case si potrà immaginare quel fuoco, nella speranza che il suo significato purificatore possa quanto prima spazzare via questo virus e tutti i cattivi pensieri che lo accompagnano, tornando a donare serenità e gioia di partecipazione nella comunità gravinese.
Per la prima volta dopo 17 anni il tradizionale falò d San Giuseppe, accompagnato da eventi spettacolari e riti religiosi non andrà in scena nel suo luogo simbolo: la statua dedicata proprio al protettore dei lavoratori, ubicata in zona Pip. Un evento che gli organizzatori mai avrebbero potuto pensare di rinviare a causa di un rischio così grande come una epidemia. Una manifestazione voluta dal mondo imprenditoriale, ma promosso dall'intera comunità cittadina, molto legata alla festa e alle sue tradizioni.
Come il fuoco che in epoca precristiana rappresentava la purificazione e la consacrazione e che nelle epoche successive è stato associato ad un rituale ben augurante per salutare l'arrivo della primavera, o la preparazione della tradizionale focaccia di san Giuseppe, "U ruccl" un impasto ripieno di cipolle sponsali, uvetta passa e acciughe.
Quest'anno tutti dietro le finestre delle nostre case si potrà immaginare quel fuoco, nella speranza che il suo significato purificatore possa quanto prima spazzare via questo virus e tutti i cattivi pensieri che lo accompagnano, tornando a donare serenità e gioia di partecipazione nella comunità gravinese.