La città
San Michele: è polemica per le parole del vescovo
Fanno discutere i riferimenti ai firmatari della petizione sulla rampa. Il sindaco prova a mediare: "Inutile dividersi".
Gravina - martedì 2 ottobre 2012
08.20
Quel richiamo alla "città che deve crescere". I riferimenti espliciti alle vicende legate al caso della rampa d'accesso dei diversabili alla Cattedrale. L'amarezza per non aver potuto garantire l'accesso alla Chiesa Madre anche agli uomini ed alle donne in carrozzella. Pesano. E schiudono la via ad uno scontro dai toni aspri: da una parte il vescovo, monsignor Mario Paciello. Dall'altra consistenti spezzoni della politica locale.
Il richiamo, i riferimenti e l'amarezza sono quelli condensati nella riflessione omiletica offerta dal Presule ai gravinesi nel giorno delle celebrazioni in onore di San Michele. E se monsignor Paciello ha parlato dal pulpito, le reazioni arrivano attraverso facebook. Parla esplicitamente di "macchina del fango" il vicecapogruppo consiliare del Pd Mimmo Cardascia. "Sono un cristiano - aggiunge affondando i colpi - e perdono e prego per lui. Non ricambio mai il male e la menzogna con la stessa moneta. Invito tutti a venire da me per tutti gli approfondimenti del caso con carte e atti alla mano per verificare e ripristinare la verità". Gli fa eco dal fronte vendoliano il consigliere Angelo Petrara: "Il mio amico Cardascia è stato oggetto di un attacco doppiamente vigliacco. Vigliacco perchè l'attacco è partito dal nostro vescovo e, ancora vigliacco, poichè è avvenuto durante l'omelia in occasione della messa pubblica ed in piazza per i festeggiamenti di San Michele. Verso una persona mite, senza diritto di replica immediata, colpevole di aver detto la sua circa un'opera che si stava realizzando nei pressi della scalinata della Cattedrale, opera che, guarda caso, a seguito di un movimento civile di cittadini, è stata demolita in fretta e furia, segno che evidentemente qualcosa non andava. Qualcuno dovrà pur spiegare all'alto prelato che siamo in Italia e non in uno stato integralista con diritto di esprimere le proprie opinioni senza pericolo di dover essere messi all'indice e additati come nemici della città". Non meno tenero il vicesegretario dei giovani democratici, Nico Angelastro: "Da un uomo di pace mi sarei aspettato un messaggio che chiudesse ogni polemica. Ho sentito, invece, un messaggio che strumentalizza e che allarga le divisioni, cercando di scansare le responsabilità. Io e gli altri 39 firmatari ce la siamo presi la nostra responsabilità, mossi da un sentimento civile e libero nell'interesse esclusivo della città. Siamo sicuri che il vescovo sia stato mosso da questo interesse?" Accuse arrivano anche dal fronte centrista: "Quando il più alto prelato della Chiesa locale attacca pubblicamente i propri figli al termine della processione del santo patrono, dividendo il bene e il male a suo piacimento", afferma dal versante Udc Francesco Dimaggio, responsabile dei Giovani Liberal di Puglia, "allora ti accorgi di essere nelle mani di nessuno. Il mio non é un attacco alla fede, ma all'uomo. Spero solo che non apporti ulteriori danni alla nostra comunità, certo che chi a breve verrà dopo di lui saprà risanare ogni ferita".
Fuori dal coro, invece, l'assessore alle finanze Nicola Lagreca, unica voce istituzionale (e di maggioranza) a levarsi a sostegno del vescovo. "Non ne posso più di vedere la mia città divisa su tutto come se fossimo in un eterno duello ideologico, e non solo, fra guelfi e ghibellini. Abbiamo bisogno di essere più attivi, più uniti, più propositivi, più positivi. Qui invece, quando qualcuno costruisce qualcosa ce ne sono almeno altrettanti che sono pronti a demolire, a sfasciare. Il nostro vescovo, in occasione della festa del santo patrono, ha fatto un'apprezzabile riflessione ed un richiamo all'unità della nostra gente. Sulla stessa lunghezza d'onda il nostro sindaco". E lui, Alesio Valente, che sul palco di San Michele ha preso la parola dopo il Pastore della Chiesa diocesana, precisando essere già Gravina "una grande città", con una sottolineatura che a molti è suonata come risposta all'intervento di monsignor Paciello, prova a gettare acqua sul fuoco. Ed unico a non affidare ai social forum il suo pensiero, ai cronisti spiega di ritenere "inutile polemizzare: la Chiesa ci ha restituito opere importanti, noi dobbiamo fare la nostra parte per quanto di nostra competenza. L'importante è lavorare tutti insieme per il bene comune".
Basterà a chiudere la contesa di San Michele?
Il richiamo, i riferimenti e l'amarezza sono quelli condensati nella riflessione omiletica offerta dal Presule ai gravinesi nel giorno delle celebrazioni in onore di San Michele. E se monsignor Paciello ha parlato dal pulpito, le reazioni arrivano attraverso facebook. Parla esplicitamente di "macchina del fango" il vicecapogruppo consiliare del Pd Mimmo Cardascia. "Sono un cristiano - aggiunge affondando i colpi - e perdono e prego per lui. Non ricambio mai il male e la menzogna con la stessa moneta. Invito tutti a venire da me per tutti gli approfondimenti del caso con carte e atti alla mano per verificare e ripristinare la verità". Gli fa eco dal fronte vendoliano il consigliere Angelo Petrara: "Il mio amico Cardascia è stato oggetto di un attacco doppiamente vigliacco. Vigliacco perchè l'attacco è partito dal nostro vescovo e, ancora vigliacco, poichè è avvenuto durante l'omelia in occasione della messa pubblica ed in piazza per i festeggiamenti di San Michele. Verso una persona mite, senza diritto di replica immediata, colpevole di aver detto la sua circa un'opera che si stava realizzando nei pressi della scalinata della Cattedrale, opera che, guarda caso, a seguito di un movimento civile di cittadini, è stata demolita in fretta e furia, segno che evidentemente qualcosa non andava. Qualcuno dovrà pur spiegare all'alto prelato che siamo in Italia e non in uno stato integralista con diritto di esprimere le proprie opinioni senza pericolo di dover essere messi all'indice e additati come nemici della città". Non meno tenero il vicesegretario dei giovani democratici, Nico Angelastro: "Da un uomo di pace mi sarei aspettato un messaggio che chiudesse ogni polemica. Ho sentito, invece, un messaggio che strumentalizza e che allarga le divisioni, cercando di scansare le responsabilità. Io e gli altri 39 firmatari ce la siamo presi la nostra responsabilità, mossi da un sentimento civile e libero nell'interesse esclusivo della città. Siamo sicuri che il vescovo sia stato mosso da questo interesse?" Accuse arrivano anche dal fronte centrista: "Quando il più alto prelato della Chiesa locale attacca pubblicamente i propri figli al termine della processione del santo patrono, dividendo il bene e il male a suo piacimento", afferma dal versante Udc Francesco Dimaggio, responsabile dei Giovani Liberal di Puglia, "allora ti accorgi di essere nelle mani di nessuno. Il mio non é un attacco alla fede, ma all'uomo. Spero solo che non apporti ulteriori danni alla nostra comunità, certo che chi a breve verrà dopo di lui saprà risanare ogni ferita".
Fuori dal coro, invece, l'assessore alle finanze Nicola Lagreca, unica voce istituzionale (e di maggioranza) a levarsi a sostegno del vescovo. "Non ne posso più di vedere la mia città divisa su tutto come se fossimo in un eterno duello ideologico, e non solo, fra guelfi e ghibellini. Abbiamo bisogno di essere più attivi, più uniti, più propositivi, più positivi. Qui invece, quando qualcuno costruisce qualcosa ce ne sono almeno altrettanti che sono pronti a demolire, a sfasciare. Il nostro vescovo, in occasione della festa del santo patrono, ha fatto un'apprezzabile riflessione ed un richiamo all'unità della nostra gente. Sulla stessa lunghezza d'onda il nostro sindaco". E lui, Alesio Valente, che sul palco di San Michele ha preso la parola dopo il Pastore della Chiesa diocesana, precisando essere già Gravina "una grande città", con una sottolineatura che a molti è suonata come risposta all'intervento di monsignor Paciello, prova a gettare acqua sul fuoco. Ed unico a non affidare ai social forum il suo pensiero, ai cronisti spiega di ritenere "inutile polemizzare: la Chiesa ci ha restituito opere importanti, noi dobbiamo fare la nostra parte per quanto di nostra competenza. L'importante è lavorare tutti insieme per il bene comune".
Basterà a chiudere la contesa di San Michele?